Provincia di Terni verso dissesto finanziario, squilibrio di 9 milioni, appello al Governo

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Di Girolamo presidente provinciaNel 2015 la Provincia di Terni ha accumulato uno squilibrio di oltre nove milioni e mezzo di euro e, se da qui al 31 luglio prossimo non verranno assunte norme transitorie da parte del Governo, l’ente è destinato al dissesto finanziario. L’allarme lo ha lanciato questa mattina il presidente Leopoldo Di Girolamo che ha rivolto una sorta di appello al Governo Renzi.

Ha detto Di Girolamo: “Se il Governo non modifica il decreto enti locali si andrà inevitabilmente incontro al dissesto finanziario”. Ha quindi sostenuto che i tagli previsti dalla legge di stabilità comporteranno un disequilibrio per il 2015 di oltre 9 milioni e mezzo di euro. “Tale fatto rende impossibile far quadrare il bilancio”.

Di Girolamo e il vicepresidente Giampiero Lattanzi hanno anche affermato che la situazione della Provincia di Terni non è differente da quella di Perugia. “Con il presidente Mismetti siamo andati anche alla Corte dei Conti a far presente che la situazione è insostenibile. La magistratura contabile stessa, a livello nazionale, ha già affermato che i tagli previsti dal governo sono insostenibili e l’Upi ha sottolineato che l’80% delle Province italiane rischia il dissesto. Il Governo deve modificare il decreto enti locali in corso di conversione consentendo alle Province di fare i bilanci. Le risorse ci sono, basta, per esempio, prendere in considerazione i crediti perenti. Sono – hanno spiegato presidente e vice – somme che si avvicinano a 2 miliardi di euro e che lo Stato deve alle Province dal 2008. A quella di Terni spetterebbero 1 milione e 800 mila euro nel 2015 e 11 milioni nel 2016”.

Ha affermato ancora Di Girolamo: “Noi, a Terni, abbiamo cercato di assumere un comportamento estremamente rigoroso, ma malgrado questo le cifre accumulate sono fuori dalla portata di qualunque economia si possa fare”. In questa situazione la Provincia non potrà quindi approvare il bilancio e di conseguenza “nessuno potrà più firmare alcun atto, bloccando di fatto i servizi”. L’unica soluzione, ha ribadito il presidente, è che entro il 31 luglio “il Governo preveda delle misure tampone che possano permettere di approvare anche bilanci in negativo”. Se questo non accadrà, la possibile soluzione sarà “quella delle dimissioni di noi amministratori che costringeranno alla nomina di un commissario”.

Sulla questione del personale da ricollocare, in totale 150 persone, Di Girolamo ha spiegato che 40 accederanno alla pensione entro due anni, altri 40 saranno trasferiti in Regione: “Resta un numero non indifferente da ricollocare in apparati periferici dello Stato e Comuni”. Su questo, fronte, sono 23 i dipendenti che hanno dato disponibilità ad essere trasferiti nelle amministrazioni comunali. In ogni caso, ha assicurato Di Girolamo, “fino all’ultimo soldo provvederemo a pagare gli stipendi”.

Di Girolamo e Lattanzi hanno chiuso lanciando di nuovo l’allarme sui servizi: “Scuole, strade, ambiente, controlli e tutte le altre funzioni dell’ente sono ormai a fortissimo rischio, a fronte invece di un impegno encomiabile dei dipendenti. Nonostante la situazione, dimostrano ogni giorno grande qualità, dedizione, professionalità e senso di responsabilità verso cittadini e istituzioni”.

FORZA ITALIA Il segretario provinciale di Forza Italia, Sergio Bruschini, scrive in una nota: “Il Governo ha dimezzato il numero dei dipendenti delle Province e dal 1° gennaio 2015 ma anche dimezzato le risorse per pagare loro gli stipendi. Le casse delle due Province sono praticamente vuote. Ma anche la Regione e i Comuni, che dovrebbero assumere parte del personale in esubero, non se la passano bene.

La nuova legge di stabilità, secondo alcune stime, ha tagliato 160 milioni per gli enti locali dell’Umbria. Insomma, la riforma delle Province tanto attesa, e temuta, che doveva ridurre gli  sprechi, ha  solo aumentato la confusione e la precarietà nei servizi e nel lavoro.

Tutti si stava aspettando il decreto del governo (decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78) che potesse aiutare gli enti a reperire le risorse necessarie per attuare il piano di ricollocamento del personale. Il decreto è arrivato e la delusione è ancora più grande in quanto al di la di alcune operazioni contabili di attenuazione sul patto di stabilita non recepisce alcuna risorsa economica aggiuntiva.

Il personale dovrà esser ricollocato totalmente con il 50% in meno di risorse dello Stato, le quali dovranno essere gli enti a garantirle, comuni e regione. Enti che non riescono però a reperire le risorse neppure per far quadrare i bilanci correnti. Forza Italia non farà mancare le sue proposte in ogni Comune atte a ridurre gli sprechi, le consulenze, le posizioni apicali ridondanti, le donazioni ad enti e associazioni spesso traino di consenso, insomma ad agire come il Comune di Perugia, ove già è stato presentato il bilancio di previsione con Romizi la spesa corrente passa da 186 a 174 milioni di euro senza  deteriorare i servizi.

Ora dal 30 giugno in mancanza di azioni concrete da parte delle istituzioni preposte la Regione potrà avocare a se ogni iniziativa, una sorta di commissariamento degli enti. Staremo a vedere il nostro rappresentante Raffaele Nevi è avvisato ed attento non farà mancare il suo ruolo e le nostre proposte.

Il buon Brunetta definì questa legge una “porcata” forse attributo più appropriato non avrebbe potuto trovare. Siamo nel caos più assoluto, personale demotivato demansionato, con prospettive nulle se non quelle di una possibile mobilita se entro dicembre 2016 non sarà trovata una soluzione. E nell’immediato anche con probabili problemi di pagamento degli stipendi. Questo governo il buon Renzi (la legge è firmata da Renzi-Del Rio-Boschi) ha prodotto un bel casino!”.

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