E’ stata provata da Quattroruote la Range Rover Evoque equipaggiata col potente turbodiesel da 190 CV, nell’allestimento più raffinato, Prestige, il cui prezzo è di circa 60 mila euro. Ma la più che dignitosa entry level si riesce a portare a casa con poco più di 35 mila euro, optional esclusi.
Caratteristiche. Il Dna è indiscutibilmente quello delle Range Rover più recenti e di maggior successo, ma nel segno di un’interpretazione stilistica assolutamente originale. L’Evoque perde quasi del tutto la caratterizzazione off-road, pur conservando le straordinarie potenzialità tecniche delle sorelle maggiori, a vantaggio di un look molto più sportivo. Forte il primo impatto, quando si prende posto sull’ampio sedile (regolabile elettricamente), accogliente, ben profilato, ma con una seduta più bassa rispetto agli standard Land Rover. Il volante regolabile in altezza e profondità permette aggiustamenti millimetrici. Il consistente angolo buio formato dall’imponente specchio retrovisore e dal corposo montante anteriore si rileva un limite fastidioso, soprattutto nelle svolte a sinistra; un disagio solo in parte ridotto dal sistema di telecamere che tiene sotto controllo a 360° i dintorni della vettura. Nessun problema, invece, con la novità del manopolone del cambio automatico (optional) che sostituisce la classica leva, anche considerando la possibilità di cambiare manualmente tramite i comodi paddle dietro le razze. Assente, invece, (forse per non generare confusione) la tradizionale rotella del Terrain response, sostituita da comuni tasti.
Interni. Considerati gli ingombri esterni, l’abitabilità non è sensazionale, anche a causa degli enormi passaruota. In sostanza, lo spazio è quello che può offrire una crossover compatta di 4 metri e 35 centimetri: dietro, il divano accoglie in modo confortevole soltanto due persone, mentre tre adulti viaggerebbero un po’ sacrificati. Da lodare la qualità costruttiva, rispetto alla quale hanno giovato le sinergie con la Jaguar. Unico punto debole la posizione un po’ nascosta, nella parte inferiore sinistra, dei comandi per aprire il portellone elettrico e regolare l’intensità luminosa del quadro strumenti. A proposito di portellone, l’apertura è automatica e dà accesso a un vano molto ben rifinito di forma regolare, ma di dimensioni appena discrete: supera la capacità di 300 litri soltanto se si conteggiano anche i volumi dei ripostigli ricavati sotto il piano di carico.
Prestazioni e consumi. Come detto, sotto al cofano c’è un turbodiesel da 190 CV che spinge con una buona omogeneità fino alla zona rossa del contagiri, senza mai esagerare con i decibel. Il responso del cronometro è molto positivo, malgrado i 1.900 kg: oltre 200 all’ora di punta, “0-100” in 8,5 secondi e “70-120” in meno di 8. Numeri a parte, questa Evoque mostra un gran bel carattere e una piacevole elasticità di marcia, favorita, inutile dirlo, dal cambio automatico a sei marce, anche per merito del quale le percorrenze sono leggermente inferiori alle aspettative: le medie d’uso si collocano di poco sotto i 10 km/litro.
Su strada. Molto agile, ricorda il brillante e disinvolto comportamento della Freelander, ma da un punto di vista più basso e con un po’ meno rollio. Bene anche lo sterzo e l’assetto. L’Evoque affronta l’asfalto senza complessi, si muove bene in curva e segue traiettorie precise. E, appena mette le ruote sulla terra, tira fuori uno spirito off-road davvero degno di una Land Rover. Il raffinato sistema di trazione integrale, assistito dal Terrain response, le assicura un grip eccellente su ogni tipo di fondo e una capacità di movimento straordinaria. Per quanto riguarda il comfort, diciamo subito che l’insonorizzazione è ottima, così come la risposta degli ammortizzatori, malgrado una rigidezza complessiva che si manifesta soprattutto sulle sconnessioni accentuate (tombini e dossi). In tutte le altre situazioni, le sospensioni hanno risposto con grande efficacia.