Ieri pomeriggio il collegio dei revisori dei conti ha dato l’ok al bilancio 2013 del Comune di Terni mantenendo però delle riserve sui tanti milioni di euro di crediti (alcuni risalenti a molti anni fa, gran parte dei quali impossibili da riscuotere). Per il consigliere comunale di I love Terni, Enrico Melasecche, si tratta di un “sonoro ceffone” all’amministrazione comunale.
Il comunicato di Enrico Melasecche:
“I Revisori dei Conti, esprimendo un parere negativo sull’insufficiente accantonamento da parte del Comune relativamente al Fondo Svalutazione Crediti richiama la giunta ad un atteggiamento di serietà e poichè tale parere costituisce, come detto, un sonoro ceffone, fin qui mai espresso con questa durezza, pone un problema tecnico ma anche politico.
Fino ad oggi gli inquilini di palazzo Spada erano abituati a trattare con i Revisori dei Conti nominati per appartenenza partitica come se fossero in sostanza propri travet anche perché, va detto, mai costoro si erano spinti a creare problemi alla politica che garantiva loro incarichi, spesso plurimi.
La riforma normativa, con la nomina per sorteggio, sta producendo i primi risultati e la cosa è così è così evidente che l’Assessore Piacenti D’Ubaldi annuncia in III Commissione un emendamento, misterioso nell’importo e nel testo, con cui far fronte a quel giudizio severo. Non solo, in evidente imbarazzo cerca di arrampicarsi sugli specchi con frasi banali: “tutti i Comuni sono in queste condizioni”, cosa non vera e comunque irrilevante per un amministratore serio, e poi “entro tre mesi cambierà tutto con il passaggio da Equitalia all’USI della gestione dei recuperi”, dichiarazione dal sottoscritto pesantemente contestata perchè non corrispondente alla realtà. Infatti le prospettive a dicembre 2014, fra soli tre mesi, non saranno migliori, tutt’altro. Intanto perchè mentre un bilancio preventivo pu permettersi di ipotizzare scenari anche rosei, nel consuntivo le cifre debbono obbligatoriamente fotografare la scomoda quanto dura realtà. Inoltre la inesigibilità dei crediti lontani negli anni non cambia di una virgola nel cambio di gestore, addirittura nel periodo di transizione fra gestori probabilmente si produrranno ulteriori ritardi.
Ma il dato economico/politico è chiaro: la pura conservazione Di Girolamo in questi anni di mancate riforme (CAOS, ATC parcheggi, ASFM, utili ridicoli di ASM rispetto alle potenzialità, fallita riforma macchina comunale, ecc.) non ha consentito di reperire risorse con cui accantonare un fondo svalutazione crediti minimamente credibile nè di rilanciare investimenti che non fossero dipendenti da un incremento di un debito pubblico che complessivamente va aumentando, si pensi solo all’ulteriore ricorso alle anticipazioni di liquidità con scadenza a 29 anni con la Cassa DDPP. Le mancate riforme si pagano e Di Girolamo è evidentemente in mano agli apparati interessati a tenere in piedi un sindaco debole, non disposti a retrocedere di un millimetro dai propri privilegi, incuranti l’uno e gli altri, di una situazione che vede Terni, in questa inedia, peggiorare costantemente”.