Terni, Consiglio comunale approva messa in liquidazione di Usi, polemiche

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palazzo spadaLa fine, definitiva, del Centro Multimediale. Il Consiglio comunale oggi ha infatti approvato la messa in liquidazione di ciò che discendeva da quell’ambizioso progetto: la municipalizzata Usi (Umbria Servizi Innovativi, ex Cmm per l’appunto), che era ormai, economicamente, una zavorra.

Dopo aver respinto le richieste di rinvio della trattazione dell’atto che erano state avanzate da Paolo Crescimbeni, da Franco Todini, dal M5S (motivate con la necessità di approfondire i documenti forniti dalla giunta nelle ultime ore e di riformulare la delibera), il Consiglio comunale ha iniziato a trattare il punto, all’inizio della seduta di oggi pomeriggio. La posizione della Giunta, è stata illustrata dall’assessore al bilancio e alle società partecipate Vittorio Piacenti D’Ubaldi.

Nel dibattito che ha preceduto il voto sono intervenuti consiglieri di tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Il consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi, ha chiesto: “Chi pagherà i debiti della società che oggi mette in liquidazione? Al di là del prezzo esorbitante in termini economici dal punto di vista politico prima o poi qualcuno dovrà pur pagare. Ed è per questo che oggi vi lasciamo tutta e per intero la responsabilità di celebrare l’ennesimo funerale:  dell’USI, di voi stessi e della vostra mala-amministrazione che sta creando una sorta di cimitero delle partecipate”.

I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno ribadito e rincarato quanto già scritto questa mattina in un comunicato, soprattutto sul “buco del 2014 di 2.335.000 euro”.

Il consigliere della lista civica I love Terni, Enrico Melasecche, ha detto: “C’indigna che la Giunta non ammetta delle assolute evidenze. Solo questa mattina l’assessore ha consegnato il consuntivo 2014; la verità emerge in tutta la sua pesantezza, con due milioni e 300mila euro di perdita. La situazione era ed è gravissima, ma evidentemente l’amministrazione ha ritenuto che occorresse continuare a dare ossigeno, senza una politica di bilancio, specie nell’ultimo anno e mezzo”. Ora – ha rilevato Melasecche – non c’è neanche un piano industriale di Terni Reti e un futuro certo per i lavoratori di Usi”.

Per il consigliere del gruppo misto, Paolo Crescimbeni, quello di Usi è “l’ultimo di una serie di fallimenti politici prima ancora che economici che fanno seguito a altrettanti inutili tagli di nastri. Le società partecipate troppo spesso sono state marchettifici e carrierifici, finché la situazione non ha retto più. E’ ora che il Comune faccia il Comune con chiarezza e trasparenza, secondo le regole dell’economia sociale di mercato”.

Franco Todini, consigliere de Il Cammello, ha rimproverato l’assessore Piacenti D’Ubaldi in merito agli obiettivi dichiarati dell’atto che “non può dirsi improntato al riordino del settore”, ma che deriva solo dalla tardiva considerazione dell’insostenibilità della situazione economica di USI. “La delibera proposta, è dunque mistificatoria”.

Il presidente del gruppo del Pd Andrea Cavicchioli ha affermato: “Occorre considerare il quadro normativo d’insieme all’interno del quale il percorso individuato è corretto e non ha alternative”. Per Faliero Chiappini “occorre comunque costruire un percorso chiaro e trasparente senza sottovalutare la gestione dell’aspetto sociale legato all’occupazione”.

L’assessore Piacenti D’Ubaldi, in sede di replica, ha sottolineato come in commissione e in Consiglio sull’atto si sia svolto un confronto molto accurato e approfondito: “Il sogno di un nuovo sviluppo per la città legato al Cmm degli anni ’90 in parte si è realizzato ed in parte si è invece ripiegato su se stesso. E’ opportuno che anche il consiglio comunale si interroghi su questo, sulle sue cause e sullo sviluppo della città. Rispetto alle esperienze fatte sul muultimediale, sull’industria della conoscenza, tuttavia, non tutto è perduto. I semi lanciati negli anni ’90 non sono completamente persi. Oggi dobbiamo capire come riprendere quel percorso sapendo che va costruito con un’imprenditorialità privata e sapendo bene che quest’esperienza non può continuare ad attingere a risorse pubbliche, stante il mutato clima generale. Noi – ha concluso l’assessore – abbiamo iniziato a fare interventi seri e trasparenti per riposizionare l’amministrazione comunale, il bilancio e le società partecipate nel contesto che stiamo vivendo, come ci chiede il nuovo quadro normativo”.

Andrea Cavicchioli aveva anche presentato ed illustrato un emendamento, poi approvato dal Consiglio, a nome dei gruppi di maggioranza con il consiglio impegna il sindaco e la giunta a confrontarsi con le organizzazioni sindacali e a porre in essere “ogni azione diretta a salvaguardare l’occupazione dei lavoratori dipendenti”, chiedendo altresì “la scrupolosa osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia per ogni atto e determinazione in qualunque consesso e per tutti i soggetti preposti”.

Enrico Melasecche aveva presentato un atto d’indirizzo sottoscritto da FdI, Il Cammello, Crescimbeni e Forza Italia, attraverso il quale si chiedeva al Consiglio di impegnare sindaco e Giunta ad una serie di azioni: fornire tutti i documenti richiesti; rivedere il testo della delibera, integrandolo con un piano industriale serio sulla destinazione del personale; a redigere un progetto per il salvataggio dei 36 lavoratori; a fornire un documento di sintesi da cui risulti l’importo dei crediti recuperati nel corso del 2015; di individuare le responsabilità tecniche e politiche del disastro economico finanziario di Usi. L’atto è stato respinto dal consiglio comunale con 19 voti contrari e 10 a favore.

 

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