Dopo la dura lettera al sindaco di Terni da i consiglieri di maggioranza Pennoni, Pantella, Teofrasti e Bartolini, è arrivata nel pomeriggio di oggi la risposta ufficiale da parte di Di Girolamo, affidata alla missiva seguente:
“Gentili Consiglieri,
ribadisco la disponibilità al confronto per favorire una positiva azione amministrativa nell’interesse dell’Ente e della città.”
“Faccio osservare che il Piano pluriennale di riequilibrio finanziario approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 430 del 28/12/2016 è stato predisposto nel rispetto pieno delle Linee guida elaborate dalla Corte dei conti e ha le caratteristiche per aggredire le criticità sopravvenute emerse a partire dal mese di settembre 2016. L’utilizzo della procedura di cui all’art. 243 bis del Tuel è consentito quanto, come nel nostro caso, non è possibile ricorrere agli strumenti ordinari.”
“La scelta è stata quella di finanziare posizioni debitorie straordinarie con risorse patrimoniali anch’esse straordinarie provenienti da alienazioni mobiliari ed immobiliari.
Questa scelta è stata frutto di un dibattito aperto, leale e consapevole all’interno della maggioranza e del Consiglio comunale e ha visto alla fine il sostegno delle forze di maggioranza con l’approvazione della deliberazione n. 430 sopra citata.”
“Il Piano era rispettoso della normativa e coerente con le criticità sopravvenute e tutti noi abbiamo deciso in quella fase di intervenire senza toccare la tassazione locale, vendendo alcuni asset non più indispensabili come ad esempio le quote di Farmacia Terni Srl.”
“Non ci siamo inventati nulla perché lo stesso approccio è stato seguito da tante altre amministrazioni che si trovavano ad affrontare le stesse nostre criticità, molto spesso superiori alle nostre in termini di massa passiva.”
“Sono i fatti sopravvenuti nel corso del 2017 successivamente all’approvazione del Piano ad aver reso più difficile la gestione e l’attuazione del Piano. Mi riferisco in particolare ai tempi di deposito della perizia giurata di valutazione del valore delle farmacie, che peraltro ha stabilito un valore più alto rispetto a quello indicato nel Piano, e soprattutto al contenzioso amministrativo che una sigla sindacale ha intrapreso ad inizio 2017 per bloccare le procedure di vendita; mi riferisco altresì ai ritardi nella vendita degli immobili e delle aree ad Ater indipendenti per lo più dall’azione dell’Ente.”
“Queste sono le principali criticità sollevate nella pronuncia di diniego della Corte dei Conti regionale. Queste difficoltà non erano oggettivamente prevedibili al momento dell’approvazione del Piano e comunque l’Amministrazione ha proceduto nel corso del 2017 a realizzare quanto possibile per rendere effettive e certe alcune delle principali azioni di risanamento e già alcuni risultati si sono concretizzati.”
“Sulla base di questa convinzione e con il supporto di un orientamento consolidato delle sezioni riunite della Corte dei conti centrale che per rispondere alle esigenze di risanamento finanziario dei comuni privilegia lo strumento del Piano di riequilibrio a quello più traumatico del dissesto, l’Amministrazione nel rispetto della normativa ha deciso di ricorrere alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti centrale per ribadire le ragioni del Piano presentato, per illustrare le misure di risanamento realizzate fino ad oggi e le altre che sono in fase di realizzazione.”
“Ferma restando la correttezza del ricorso proposto alle sezioni unite della Corte dei conti con il conseguente iter processuale, nonché dell’impianto del Piano di riequilibrio approvato dal Consiglio e delle misure nello stesso previste, la Giunta, sulla base del mandato ricevuto dalla maggioranza con il documento approvato nella riunione del 18/11/2017, proseguirà nell’opera di messa in sicurezza della situazione finanziaria del Comune di Terni e nell’attuazione con coerenza e determinazione delle priorità politico-amministrative indicate nello stesso documento.”
“Io sono convinto che vada allontanato lo spettro del dissesto finanziario che graverebbe pesantemente sui cittadini ternani per almeno 5 anni e che per questo chiederò nei prossimi giorni di aprire una fase nuova per decidere insieme le soluzioni possibili.”