Il Partito democratico ha iniziato decisamente male la campagna a sostegno di Leopoldo Di Girolamo che, nel ballottaggio per la carica di sindaco di Terni, è contrapposto al candidato del centrodestra Paolo Crescimbeni. Una giornata nera, cominciata con una scorrettezza del senatore Gianluca Rossi (che ha rispolverato il presunto legame con la massoneria di Crescimbeni fingendo di non sapere che lo stesso aveva già smentito di essere massone), proseguita con le mancate risposte delle stesso Rossi alle domande (polemiche) poste da Crescimbeni su presunti conflitti di interesse che riguardano la sua famiglia ed ora conclusa con un comunicato di Di Girolamo che accusa Crescimbeni di aver tirato fango (nascondendo il fatto che gli attacchi personali “fangosi” sono partiti da Rossi).
Infine Di Girolamo annuncia di aver annullato ogni confronto pubblico in programma con il suo sfidante che “ha origini fasciste” (tentando con quest’ultima locuzione di trovare un’altra strada di delegittimazione personale). Insomma, peggio di così non si poteva: l’immagine degli esponenti del Pd oggi è infatti stata quella di chi alza i toni, ricorre a scorrettezze e poi, ottenuta una reazione, rifiuta il confronto e accusa l’altro di tirare fango. Prima la provocazione, poi la fuga.
Questo è il comunicato di Leopoldo Di Girolamo:
“Pensavamo a una campagna elettorale incentrata sul confronto di idee e programmi, invece ci troviamo di fronte a una bieca escalation in cui le ondate di fango sostituiscono le proposte. Tutto ciò, conoscendo le radici fasciste del nostro avversario, non ci stupisce. Noi però non siamo disponibili a scendere su questo piano e preferiamo lasciare il candidato della destra da solo con i suoi sproloqui. Intendiamo pertanto annullare tutti i confronti e gli incontri pubblici previsti, inutili in un contesto in cui le offese prendono il posto dei contenuti.
Durante tutta la campagna elettorale, non abbiamo avuto la fortuna di ascoltare una sola proposta da Paolo Crescimbeni. Solo parole vuote e, di recente, prese di posizione che evidenziano disinformazione e arroganza.
In merito a quanto riportato dallo stesso nel comunicato, ci tengo comunque a chiarire due aspetti:
– il sottoscritto non ha mai dichiarato di ‘non essere in grado di fare il sindaco di Terni’. Le affermazioni del candidato della destra sono palesemente false. Tanto che, dopo un quinquennio difficile in cui siamo riusciti a garantire la tenuta della città, ho deciso di ricandidarmi, ottenendo al primo turno 27 punti percentuali in più rispetto a Crescimbeni.
– Per quanto riguarda la gestione del Caos, il candidato della destra – da avvocato – dovrebbe sapere che c’è stata una gara di appalto vinta e un contratto in essere, sul quale il Comune di Terni ha agito con riduzioni maggiori rispetto a quelle previste dalle recenti leggi nazionali. Nell’aprile del 2014 abbiamo ritenuto opportuno lasciare alla futura amministrazione la scelta di indire una nuova gara, anche se ciò sarebbe rientrato nei poteri dell’amministrazione da me guidata. La nostra è stata una scelta corretta e trasparente. L’esatto opposto di quanto compiuto dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, politicamente affine a Paolo Crescimbeni, che quindici giorni prima del voto ha proceduto alla nomina del nuovo cda di Acea”.