La questione l’avevamo sollevata noi di Terni Oggi lo scorso 22 maggio: avevamo riscontrato che 4 candidati a sindaco di Terni, tra i quali Paolo Crescimbeni, figuravano in un elenco di iscritti alla massoneria. A tutti loro avevamo chiesto conferme o smentite ricevendo soltanto una risposta (proprio da Crescimbeni che aveva negato di far parte della massoneria). [clicca qui per leggere l’articolo e la risposta di Crescimbeni] Nessun esponente politico aveva commentato, nessun giornale aveva ripreso l’argomento. Ora, a poco più di una settimana dal ballottaggio tra il candidato del centrosinistra Leopoldo Di Girolamo e il candidato del centrodestra Paolo Crescimbeni, ecco che la questione viene posta al centro del dibattito elettorale con una richiesta di “trasparenza”.
E’ il senatore del Partito democratico Gianluca Rossi a tornare sull’argomento. Un intervento per chiedere trasparenza che arriva una settimana dopo la pubblicazione del nostro articolo, soprattutto ben 5 giorni dopo il voto delle amministrative (del 25 maggio) e poco prima del ballottaggio (8 giugno). Bizzarra tempistica: solitamente simili domande si avanzano prima che migliaia di cittadini compiano la propria scelta. Se Rossi non era soddisfatto della risposta che Crescimbeni aveva fornito e che Terni Oggi aveva pubblicato, perché ha atteso una settimana per farlo presente? Perché non ha avanzato le sue richieste di trasparenza prima del voto del 25 maggio?
Il sospetto è che tutto questo sia frutto di calcoli elettorali: alcuni ritengono infatti che il centrosinistra preferisse evitare il ballottaggio con il Movimento 5 Stelle (che avrebbe forse presentato maggiori incognite) preferendo sfidare il centrodestra (contro cui ha vinto anche 5 anni fa). Così, fino al 25 maggio l’argomento massoneria (che avrebbe potuto danneggiare il centrodestra) è stato tabù, alla faccia della trasparenza, ed ora viene richiamato per mettere in cattiva luce lo sfidante di Di Girolamo. A noi, che per primi avevamo sollevato l’argomento chiedendo chiarezza sui rapporti con la massoneria, non sembra soltanto un’operazione scorretta (Rossi non prende in considerazione la risposta già fornita da Crescimbeni, sembra soltanto voler strumentalmente accostare al suo nome la parola massoneria) ma anche controproducente per la città che avrebbe bisogno di un ballottaggio incentrato su programmi e idee (fin’ora rimasti sullo sfondo).
Per restare al tema della trasparenza, il Pd potrebbe iniziare a dare il buon esempio spiegando (dopo circa due anni) come sia possibile che Di Girolamo sia stato membro del Pd e al tempo stesso fondatore e vertice di un altro partito, Cittaperta (il cui organo mediatico, Radio Galileo, percepisce circa 400 mila euro di finanziamento pubblico, clicca qui per leggere l’articolo). Sembra quindi che a Di Girolamo sia stato permesso di violare il regolamento del Partito democratico: è così? Regolamento che infatti recita: ”Non è consentito il rilascio della tessera a persone che siano iscritte ad altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altre formazioni politiche all’interno di organi istituzionali elettivi, ai sensi dell’art. 2 comma 8 dello Statuto”. Attualmente a quanti partiti politici risulta iscritto il candidato sindaco del centrosinistra? Ci sono altri esponenti del partito a cui è consentito di essere iscritti ad altri movimenti politici?
LA RICHIESTA DI ROSSI Questo è l’intervento del senatore Gianluca Rossi formulato ieri: “Tra le varie domande sollevate nel corso della campagna elettorale è rimasta senza risposta quella riguardante i candidati sindaci iscritti a logge massoniche. Sono certo che chi si candida a guidare la città e non ha ancora fatto luce sulla propria posizione, lo farà prima dell’ 8 giugno, garantendo quella trasparenza necessaria per chi vuole amministrare la cosa pubblica. La risposta sarà interessante soprattutto per quella parte di elettorato tanto attenta alle connivenze massoniche, rappresentata dal Movimento Cinque Stelle, che ha dichiarato lotta senza quartiere ai poteri grigi”.
LA REPLICA DI NEVI Oggi Raffaele Nevi, capogruppo in regione di Forza Italia, ha replicato così: “Le dichiarazioni del Senatore Rossi apparse questa mattina sui giornali riguardo alla richiesta a Crescimbeni di chiarire la sua posizione circa l’appartenenza a logge massoniche oltre ad essere falsa, perché Crescimbeni ha risposto molto chiaramente, è sconcertante perché sottintende una cultura tipica dei regimi antidemocratici. Mettere fuori legge o limitare la libertà al libero associazionismo è un antico vizio di chi proviene da quella storia. Io non sono massone ma, da convinto liberale, ho profondo rispetto per questa come per tutte le altre libere associazioni, siano esse laiche o cattoliche, e da oggi mi batterò con ancora più forza contro chi considera indecoroso fare parte di certe libere associazioni con quella odiosa superiorità morale tipica della peggiore sinistra italiana che, a Terni e in Umbria ancora, purtroppo, contagia la maggioranza del PD. L’unica cosa positiva è che questa folle dichiarazione, da nipotino di Stalin, è frutto di una enorme paura di essere ad un passo da una sconfitta e dalla paura di perdere il potere che è ormai l’unica ideologia della sinistra ternana e umbra. Mi auguro che chi non appartiene a questa cultura antiliberale abbia un sussulto di dignità e l’8 giugno ci aiuti a mandare a casa questa sinistra. Sarà un voto per la libertà!”
CONTROREPLICA DI ROSSI Poco fa il senatore Rossi ha controreplicato a Nevi: “Su una cosa sono d’ accordo con Raffaele Nevi: la libertà di associazione è un diritto fondamentale garantito dalla nostra Costituzione, e proprio perché provengo da una matrice culturale antifascista ce l’ ho nel mio DNA. E’ però interessante rilevare che a rispondere, anche stavolta, non sia il diretto interessato ma un ambasciatore, al quale chiederei a questo punto di essere più chiaro sulle circostanze in cui è stato dissipato il dubbio sulla prossimità di Crescimbeni a logge massoniche: un’ informazione chiara, completa ed esaustiva aiuterà certamente il candidato sindaco a conquistare quell’ elettorato cinque stelle che – pur senza vantare parentele con Stalin – non tollera appartenenze a ‘soggetti grigi’ che hanno legato il loro nome a vicende buie e fosche della nostra storia repubblicana. Non dovrei quindi essere io a chiedere chiarimenti, ma l’elettorato della nostra città ad esigerli, prima di recarsi nuovamente alle urne”.
“Incidentalmente ricordo a Nevi che un limite alla libertà di associazione nel nostro Paese esiste ed è la legge Spadolini-Anselmi: ovviamente la questione che ho sollevato non ha niente a che fare con i profili penali, piuttosto, con l’ esigenza etica e politica di un candidato di servire esclusivamente gli interessi della cittadinanza e non anche quelli di ‘certe libere associazioni’”.
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