Il caso era particolarmente inquietante: quello delle coltivazioni effettuate proprio sopra a discariche e veleni, con gli ortaggi consumati dagli stessi agricoltori ma, come appreso da Terni Oggi, anche venduti al mercato ed ai supermercati. Oggi, a distanza di 5 mesi da quando la questione è stata risollevata dal Movimento 5 Stelle, è arrivata la decisione del Comune di Terni: scatterà il divieto di coltivazione su tre terreni. Sorprendentemente non è stata però adottato alcun divieto per la Zona Fiori: i cittadini potranno continuare a coltivare sopra ad ex discariche Ast e sopra a rifiuti pericolosi interrati in modo irregolare (leggi qui la situazione delle varie zone).
IL DIVIETO Questa mattina si è tenuto il tavolo tecnico di valutazione impatto da inquinamento sulla salute nel territorio Narnese-Ternano a cui hanno partecipato gli assessori comunali con deleghe all’Ambiente ed all’Igiene pubblica, Emilio Giacchetti e Stefano Bucari, unitamente alla struttura comunale, all’Arpa, alla Provincia, all’Azienda sanitaria Locale, all’Istituto zoo profilattico di Umbria e Marche, all’Ordine dei medici della provincia di Terni e al Servizio idrico integrato.
Proprio in questa occasione il Comune di Terni ha preannunciato “l’imminente adozione di un’ordinanza sindacale volta a vietare le coltivazioni finalizzate all’uso alimentare umano e zootecnico e l’emungimento delle acque sotterranee nei siti di Maratta 1, Maratta 2 ed ex cava Sabbioni limitatamente alle aree individuate nel piano regionale di bonifica”.
GIACCHETTI L’assessore all’Ambiente Emilio Giacchetti ha parlato di “una sessione di lavoro sicuramente molto proficua ed operativa, che dimostra come l’approccio interistituzionale e pragmatico ai temi dell’ambiente cittadino sia una carta vincente, sicuramente molto più operativo dei metodi utilizzati dai professionisti dell’allarmismo e della strumentalizzazione”.
Secondo Giacchetti “sulla vicenda sui terreni a presunzione di inquinamento in tre mesi siamo riusciti a dare una risposta attesa da anni”. Eppure l’Arpa aveva segnalato i siti contaminati già nel 2004 ma tutto era finito nel dimenticatoio. Il M5S aveva riportato alla luce la questione ad agosto 2015 (5 mesi fa) e Terni Oggi aveva approfondito la questione a settembre 2015 rilevando il forte rischio di ortaggi potenzialmente contaminati venduti nei supermercati cittadini.
L’assessore all’Ambiente ha detto anche: “Decisivo il tavolo di oggi, importante il percorso delle ultime settimane che ha visto prima la notifica ai proprietari dei terreni interessati e poi di un incontro tra comune e proprietari dei terreni con il comune che si è fatto carico dell’analisi necessarie per andare avanti. Risultati tangibili si possono raggiungere quando c’è un livello di responsabilizzazione generale e di partecipazione di tutti i soggetti che hanno voce in capitolo sia sui temi dell’ambiente che dell’igiene pubblica. Fondamentale l’apporto di tutti, nella giornata di oggi rilevante anche il contributo dato dall’ordine dei medici. I frutti arrivano da un lavoro attento, approfondito, responsabile, un metodo del tutto diverso da chi invece ingenera solo allarmismi e strumentalizza questioni complesse che richiedono invece competenze e sinergie isituzionali e cittadini. Approfondimento tematico e scientifico. La riunione di oggi sottolinea ancora di più l’esigenza di un unico contesto nel quali i soggetti preposti lavorino allo stesso tema, senza livelli di burocratizzazione che spesso rallentano l’efficacia delle azioni amministrative che occorre mettere in campo”.
TRIELINA NELL’ACQUA Nel corso del tavolo tecnico sono state decise anche misure in merito alla questione della trielina rilevata nell’acqua di alcuni pozzi di Terni. I pozzi risultati contaminati saranno infatti esclusi dalla rete idrica.
In particolare palazzo Spada spiega che nel corso del tavolo tecnico “il direttore tecnico del Servizio Idrico Integrato ha reso noto le analisi espletate e le azioni intraprese per evitare che le acque sotterranee inquinate raggiungano la rete idropotabile. Vi è stata una rassicurazione in merito alla qualità delle acque che giungono nei rubinetti dei cittadini, considerato che i pozzi in cui sono stati rilevati i superamenti del tetracloroetilene sono stati esclusi dall’alimentazione della condotta idropotabile. E’ stato ritenuto opportuno programmare un allargamento della rete locale di monitoraggio (già istituita per lo studio dell’inquinamento da tetracloroetilene nell’acquifero della conca ternana) ad un numero maggiore di pozzi di rilevamento, anche al fine di individuare le cause di contaminazione da attività umana civile o da stabilimenti produttivi”.
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