Terreni ad alta presunzione di contaminazione, dove sono stati sotterrati rifiuti di ogni tipo e poi, in diversi casi, vi si è cominciato a coltivare sopra. Il Comune di Terni era intervenuto solo dopo diversi mesi dallo scoppio del caso annunciando un’ordinanza per vietare le coltivazioni in alcune delle aree. Nessun provvedimento era però stato annunciato per due zone di vocabolo Fiori dove, per un secolo, sono stati sotterrati rifiuti industriali e speciali e dove da diversi anni sono presenti degli orti. Oggi è stata pubblicata l’ordinanza del sindaco Leopoldo Di Girolamo nella quale, oltre a ciò che ci si attendeva, è sorprendente leggere che nell’area Fiori “non risultano presenti attività agricole”.
Una frase stupefacente poiché già in un articolo dello scorso settembre, Terni Oggi aveva pubblicato una foto che mostrava elementi di un’attività agricola in essere. Nello stesso articolo, ed in altri pubblicati nelle settimane seguenti, c’erano inoltre le foto satellitari che mostravano i gradoni realizzati dagli agricoltori e la terra lavorata.
Le foto già pubblicate mesi fa:
Soprattutto, è sufficiente dare un’occhiata anche in pieno inverno per rendersi conto che quei terreni sono coltivati. In un contesto di generale degrado, si intravedono infatti delle piantine di almeno due diversi tipi di ortaggi. Ci sono poi una serie di recinzioni e strutture messe in piedi con materiali di scarto. Ecco le foto scattate ad inizio febbraio:
ORDINANZA Nell’ordinanza il sindaco ordina “ai proprietari dei terreni ricadenti, anche in parte, all’interno dei siti Ex discarica di Maratta 1 e 2 e del sito ex cava Sabbione:
1) di non procedere alla coltivazione di prodotti destinati all’alimentazione umana o animale;
2) di non emungere acqua dal sottosuolo né ai fini idropotabili né per l’irrigazione di colture destinate all’alimentazione umana o animale.
I suddetti divieti avranno vigenza fino alla conclusione delle operazioni prescritte dal piano sopra indicato”.
Nessun divieto quindi per vocabolo Fiori: gli agricoltori potranno continuare a coltivare sopra a secolari discariche. E gli “ortaggi fantasma”, quelli che si vedono nelle foto ma che non esistono nelle carte del Comune, potranno anche finire sulle tavole dei ternani, nel caso gli agricoltori decidano di metterli in vendita.
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