L’Isrim è a poche ore dalla liquidazione, a poche ore da 35 licenziamenti, dalla perdita di investimenti milionari e dallo sperpero di anni di ricerche (qui l’articolo). Ora il senatore del Movimento 5 Stelle, Stefano Lucidi, sembra tentare un salvataggio in extremis: annuncia che domani proverà ad inserire l’argomento all’ordine del giorno delle commissioni competenti ed informerà il ministro dell’Ambiente. Il senatore ha inoltre inviato una lettera al sindaco di Terni, al presidente della Provincia e alla segreteria della presidente della Regione con cui chiede ufficialmente il rinvio dell’assemblea dei soci prevista per l’8 agosto in cui dovrebbe essere deliberata la messa in liquidazione.
Oltre alle iniziative del senatore Lucidi, il Movimento 5 Stelle di Terni dichiara un netto “no” alla liquidazione del centro di ricerca di Pentima. In una nota esprime solidarietà ai dipendenti dell’istituto e scrive: “L’Isrim è il classico esempio di come non dovrebbero funzionare le Istituzioni locali. Messo in piedi in pompa magna con pubblici denari e malamente semiprivatizzato, è stato lasciato morire per asfissia, senza fondi, senza un chiaro progetto, senza un indirizzo da parte dei soci pubblici e privati. E i dipendenti avvertiti solo all’ultimo si trovano a subire solo l’ultima delle vessazioni dopo cassa integrazione e contratti di solidarietà”.
Il M5S ternano si rivolge quindi a Palazzo Spada: “Il Comune di Terni, secondo azionista, blocchi tutto! O forse il sindaco Di Girolamo non ricorda di aver promesso, non più tardi dell’aprile 2012, che il polo d’innovazione dei materiali avrebbe supportato in maniera più focalizzata le imprese e che avrebbe trovato a Terni la propria collocazione fisica? La ricerca scientifica ed il suo sfruttamento ai fini del rilancio dell’economia richiedono una visione di lungo termine, come il nostro portavoce al Senato ha spiegato alla stampa durante la recentissima visita. Per una volta, il Comune sappia fare il proprio lavoro, non soffochi la possibilità di pensare al futuro di Terni. Oppure – conclude la nota – si faccia da parte, e lasci fare ai cittadini. Sarà un piacere!”
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