Anno nuovo, problemi vecchi. Sulla saga del mosaico della fontana di piazza Tacito, sono intervenuti con il comunicato seguente gli esponenti del movimento 5 stelle Andrea Liberati e Thomas De Luca:
“Nelle ultime ore, dopo anni di crassa ignoranza e parole in libertà, finalmente sembra emergere la verità: con il restauro postbellico del 1961 si ricostruì il mosaico tramite tecniche e materiali sbagliati rispetto all’originale anni ’30, dando vita a un falso d’autore di limitata durata, tanto che nel 1995 si procedette già al secondo rifacimento di un’opera estesamente rimaneggiata. Era peraltro tardissimo, né la manutenzione fu mai adeguata da parte del Comune, né effettivamente seguita dalla Soprintendenza, pur essendo il Ministero BB.CC. istituzionalmente preposto alla tutela. Una Soprintendenza che, da sempre, a Terni è una chimera, salvo stracciarsi le vesti ogni tanto: così il secondo falso mosaico è durato ancor meno e, già nel 2005, la Fontana era in pezzi.”
“Come se nulla fosse, adesso si vorrebbe pedissequamente procedere al terzo recupero musivo di qualcosa che non esisteva più già nel 1961, con ulteriore dispendio di risorse -mancano almeno € 1.100.000 c.a – e crescenti interrogativi sul significato anche artistico di simili operazioni. Intanto finora Comune e Regione hanno speso quasi € 200.000 per avere questi ‘risultati’.”
“Ciliegina sulla torta di tanta stramberia è la dichiarata volontà del sindaco uscente di sistemare quel che resta del vecchio mosaico presso l’immaginario ‘parco’ da realizzarsi sopra la famigerata discarica AST: dunque, sopra una montagna di rifiuti, qualcuno vorrebbe musealizzare un mosaico falso e pressoché già distrutto? Questa sarebbe ‘cultura’?”
“La schizofrenia sin qui mostrata dai Soprintendenti -che evidentemente non hanno mai approfondito la storia della Fontana e del suo mosaico- e il fiato corto del Comune hanno certo contribuito a degradare e, infine, bloccare del tutto una piazza passata da simbolo del fervore amministrativo e produttivo a modello di morte civile e culturale, come se non bastassero le lugubri quinte d’intorno, con la Provincia defunta e il palazzo – del Bazzani – lercio e lasciato a se stesso, la Banca d’Italia chiusa, la Fontana impacchettata, Palazzo Manni in vendita da anni, gli sciattissimi ‘intermezzi a verde’, a voler tacere delle oscene griglie del garage sottostante. Qualcuno è in grado di individuare l’unità culturale di tale deprimente luogo?”
“Eppure a Terni si registrano emergenze artistiche meritevoli da tempo di ampie attenzioni, dall’anfiteatro Fausto alle chiese danneggiate dal sisma, dalle mura delle antiche municipalità a S. Maria delle Grazie che cade a pezzi, dagli affreschi di S. Maria del Monumento a quelli a Palazzo Spada del Vasari belga, Van Mander, che, assieme ad altre opere di autori fiamminghi in loco, potrebbero costituire una filiera artistica originale, capace di attrarre turismo qualificato, non solo dal Nord Europa.”
“Ora siamo nel 2018. La falsificazione del mosaico della Fontana compie 57 anni: ciò nonostante, si procederebbe verso una spesa molto importante, quando nella stessa Terni già esistono competenze ed esperienze di qualità nazionale da parte -ad esempio- dell’ex Istituto d’Arte, oggi Istituto Superiore Classico e Artistico. Occorrerebbe pertanto mettere in campo un cantiere-laboratorio che, sotto la supervisione della Soprintendenza e con il concorso delle migliori risorse locali e regionali, possa onorevolmente provvedere alle indicazioni di restauratori specializzati, tanto più che i cartoni originali del Cagli adesso ci sono.”
“Se proprio si deve fare un falso del falso del falso d’autore -il terzo- si coinvolgano forze giovani e creative del posto. Auspicabilmente utilizzando stavolta tessere di marmo e non di calcare che altri presunti, esotici esperti di grido farebbero pagare a peso d’oro, dopo averle magari acquistate al supermercato.”
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