A Terni prosegue il dibattito sulla mafia e sulla legalità che ha preso le mosse dalle dichiarazioni del pm Elisabetta Massini. Un tema che si infiamma di settimana in settimana e che sarà al centro di molte delle interrogazioni e discussioni della prossima seduta del Consiglio comunale del 12 gennaio.
Tra le varie questioni finite al centro del dibattito, una delle principali riguarda la gestione dei rifiuti, su cui gravano anche le ombre di Mafia Capitale (uno dei presunti membri dell’associazione criminale aveva ottenuto l’appalto per i lavori di revamping dell’inceneritore di Aria). D’altra parte già la stessa Massini ne aveva parlato (aveva detto: “Ritengo che non sia normale che una città che ha già un polo siderurgico come quello di Thyssen abbia tre inceneritori, si incontrano difficoltà a capire cosa viene bruciato”). Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, dal canto suo, aveva rivendicato che l’inceneritore fosse stato “recentemente ammodernato” tacendo però sulle ombre di quell’appalto.
Oggi, sempre in tema di gestione dei rifiuti, il consigliere comunale della lista I love Terni, Enrico Melasecche, va all’attacco dell’appalto da circa 390 milioni di euro per la gestione della raccolta differenziata dell’Ati4 (che comprende tutti i Comuni della provincia di Terni). Per comprendere le forti accuse e gli interrogativi del consigliere, è necessario un breve riepilogo sull’appalto in questione, particolarmente importante per le cifre e per la natura dell’oggetto ma di cui si è parlato relativamente poco. Questo in breve: l’appalto è stato aggiudicato a dicembre 2013 da Asm e Cns di Bologna (Consorzio Nazionale Servizi), la loro è risultata l’unica offerta pervenuta all’Ati4. Nell’offerta presentata dalle due società, era prevista la seguente organizzazione: in 8 Comuni avrebbe operato Asm stessa mentre nei restanti 25 Comuni avrebbe operato Cosp Tecnoservice.
CNS DI BOLOGNA Perché ad operare sui 25 Comuni è Cosp Tecno Service e non il Cns di Bologna co-aggiudicatario dell’appalto? Perché il Consorzio Nazionale Servizi è una cooperativa di secondo grado, opera cioè in nome proprio ma per conto delle proprie associate (una delle quali è appunto Cosp). In sostanza il Consorzio acquisisce appalti e commesse di lavoro per conto delle imprese socie che poi effettuano concretamente i lavori. Si tratta di un colosso da 644 milioni di fatturato che è recentemente finito, a vario titolo, in diverse inchieste giudiziarie (compresa quella su Mafia Capitale).
Prendendo le mosse da questi fatti, oltre che su ciò che riguarda gli inceneritori, Melasecche ha presentato un’interrogazione e, in un comunicato particolarmente duro e diretto, rivolge pubblicamente al sindaco Di Girolamo 7 domande.
Il comunicato del consigliere comunale Enrico Melasecche:
“Ciò che accade a Terni è veramente singolare. Doveva scoppiare Mafia Capitale per far emergere tutta una serie di situazioni originali che collegano Terni e varie coop legate a doppio filo alla politica che Di Girolamo segue personalmente con ciò che sta emergendo in Italia. Il sindaco sembra distratto ma gli appalti milionari che interessano il “Regime della Conca” che lo sostiene vanno tutti a buon fine, come un orologio svizzero. Fra i vari mega appalti di questi anni uno dei più appetitosi è proprio quello relativo alla gestione dei rifiuti per Terni e provincia. Chi voleva che ASM, controllata al 100% dal Comune, con le sue magnificate capacità manageriali e le grandi potenzialità favorisse con una decisione tutta politica, contraria alla concorrenza, quel Consorzio Nazionale Servizi, il cui presidente Alberto Ferri è stato rinviato a giudizio dal GUP di Messina per “traffico illecito di rifiuti”? Accordo ternano gestito in prima persona dal Direttore Generale ASM, ex Presidente, Tirinzi, rinviato a giudizio dal GIP di Terni per vari reati legati all’inceneritore, non proprio quisquilie, accuse nei confronti delle quali il sindaco amico si è ben guardato di costituire parte civile il Comune, mantenendolo nelle funzioni proprio per gestire queste operazioni delicatissime, senza neanche il buon gusto di una sospensione? Ma in Sicilia chi operava all’interno di quella associazione rinviata a giudizio? C’erano per caso anche i corrispondenti locali del CNS e quelli perugini della Gesenu, in ottima alleanza con il mega proprietario della discarica di Malagrotta, il noto avvocato romano con altri problemi con la giustizia? Allora da cittadini cui la satira piace perché è simbolo di libertà, nonostante il Comitato per la Sicurezza di cui fa parte il nostro sindaco ci dica #statesereni, gli chiediamo di rispondere a qualche domanda:
1)- come mai lui, Presidente dell’ATO 4, in contemporanea Sindaco di Terni (nei fatti unico depositario delle decisioni della controllata ASM, di cui ha rinnovato di recente discrezionalmente l’intero consiglio di amministrazione) ora anche Presidente della Provincia (il conflitto di interessi in questo caso non vale?) ha deciso quell’alleanza con CNS, il consorzio bolognese delle coop rosse, per obbligare i ternani ma anche tutti i cittadini della Provincia di Terni, a sottostare ad una alleanza a dir poco originale, proprio con quel Consorzio rosso rinviato a giudizio dal GUP di Messina per traffico illecito di rifiuti? È lo stesso oppure coincidono per caso solo i nomi? Dobbiamo #stare sereni?
2)- come mai quella che doveva costituire una notevole economia di scala si sta rivelando soprattutto per gli abitanti di alcun comuni della provincia una bufala incredibile che favorisce i gestori con tariffe che invece di scendere salgono, in alcuni casi anche moltissimo? Il sindaco, imponendo la concorrenza, doveva tutelare i cittadini o viceversa il proprio sistema di potere cui consente di espandersi ulteriormente?
3)- come mai, signor sindaco, lei ha di fatto autorizzato la riaccensione di ben due inceneritori privati (caso più unico che raro in Italia) i quali, con la recente legge approvata dal Governo che prevede la saturazione della capacità dei quegli impianti, andrebbero a bruciare in città 170.000 tonnellate di rifiuti di cui (considerato che ASM produrrà circa 35.000 t di frazione secca) 125.000 t circa importate da fuori Umbria per ingrassare ACEA e Printer, senza imporre neanche un “aggio ambientale” che avrebbe consentito almeno un abbattimento notevole della TARI per i ternani? Eppure il DL 133 convertito nella L. 164, all’art.35 prevede un aggio fino al 20%. Ci spiega cortesemente perché lei favorisce i privati che inquinano Terni invece di difenderne la salute (impedendo la riaccensione) e gli interessi (imponendo l’aggio ambientale) dei suoi concittadini?
4)- come mai del “comitato tecnico” per “gestire” quell’appalto costituito da lei in ATI 4 facevano parte, in posizione di forza anche la SAO di Orvieto ed ARIA (revamping lucroso assegnato a quel Mancini arrestato nell’inchiesta “Mafia Capitale”) entrambe del gruppo ACEA, quando la logica doveva essere di assoluta prevalenza dell’interesse pubblico? Non le sembra tutto ci strano?
5)- L’alleanza da lei decisa di ASM con i suoi amici politici del CNS bolognese, assegnando loro il 40% di quell’appalto ricchissimo senza alcuna procedura di gara per individuare il partner privato, sfuggendo peraltro al potere di indirizzo del Consiglio Comunale, non le sembra che violi la logica della libera concorrenza (considerato che la Cosp Tecno Service era concorrente e fornitrice di servizi di ASM fino a pochi mesi fa) saltando a piè pari una gara fra i due che avrebbe conseguito, come vuole la legge, l’abbattimento degli sprechi ed il miglioramento della qualità del servizio?
6)- non le sembra che la nostra denuncia, effettuata per tempo, rispetto alla incredibile anomalia di ASM che manteneva al suo interno, nella posizione di Capo del Personale e Controller un ex Revisore dei Conti di ASM, voluto in tale posizione dal sindaco Raffaelli (entrambi imputati nel processo sull’inceneritore ASM) ma in contemporanea consulente di Cosp Tecno Service, in un conflitto di interessi altamente sospetto delle manovre che limitavano la libertà di ASM di stare sul mercato per rispondere ad interessi che nulla hanno a che fare con il rafforzamento di ASM, con il miglioramento del servizio e la tutela dei cittadini?
7)- come è possibile che più i cittadini si adoperano per effettuare la raccolta differenziata, più le tariffe aumentano invece di ridursi grazie alla vendita del materiale recuperato? Non le sembra per caso che questa santa alleanza politico-partitica da lei voluta penalizza famiglie ed imprese ternane? D’altronde è noto che i dirigenti di certe coop viaggino in auto da nababbi mentre famiglie ed imprese siano costrette a pagare, non in proporzione ai rifiuti non differenziati, come sarebbe giusto, ma in base ai metri quadrati delle abitazioni e dei capannoni, criterio del tutto irrazionale, non incentivando così la raccolta differenziata verso l’obiettivo rifiuti zero che a parole si fa finta di assecondare ma nei fatti si sconfessa.
Può cortesemente rispondere alla interrogazione che ho presentato su questo problema che presenta fin troppi punti oscuri?”