Terni, Melasecche: ”Finalmente apre Piscine dello Stadio, peccato per questi errori”

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nuove Piscine StadioSi avvicina l’apertura della nuova struttura delle Piscine dello Stadio, impianto particolarmente atteso dai cittadini ternani. Il consigliere comunale Enrico Melasecche (rieletto nella lista civica I Love Terni) ripercorre alcune tappe della storia della piscina, saluta con soddisfazione la nuova apertura ma sottolinea alcuni errori e alcuni problemi frutto di scelte giudicate errate. In particolare le critiche di Melasecche riguardano la scelta di non realizzare una piscina olimpionica coperta e la realizzazione di un parcheggio troppo ridotto e con ingresso e uscita che rappresentano un pericolo per la viabilità.

Il comunicato di Enrico Melasecche:

“Abbiamo sempre tifato per la realizzazione tempestiva di una struttura natatoria comunale di alto livello fin da quando fu chiusa da Raffaelli la vecchia cupoletta che la Giunta Ciaurro ereditò da Mario Todini in condizioni impiantistiche molto precarie e con un costo di gestione folle di ben 500.000.000 di lire l’anno. La prima sterzata la demmo con Paolo Pennesi che gestì la privatizzazione della gestione, con un abbattimento totale di quel costo. Vinse un certo Bolletta con la sua cooperativa a comprova che le nostre gare erano serie e non vincevano sempre e solo gli amici e gli amici degli amici. La vecchia cupoletta durò vari anni ancora ma poi, con il primo Raffaelli, chiuse definitivamente. Il Comune, grazie alla nostra lungimiranza, risparmiò vari miliardi di lire, una somma quasi doppia rispetto al costo del mutuo rimasto oggi a carico del bilancio.

Dopo dieci anni, un tempo immemorabile, finalmente riapre la piscina comunale per antonomasia. Una struttura modernissima, piacevole e speriamo funzionale. Peccato che presenti alcuni problemi che per primi abbiamo dichiarato:

1)- è un assurdo aver realizzato una seconda piscina olimpionica non coperta dopo quella di Piediluco; un utilizzo di soli due mesi l’anno non giustifica la spesa. Non è vero come qualcuno sostiene che con poco si potrà fare la copertura in quanto l’impiantistica attuale non consente una modularità tale da soddisfare gli standard di un’impianto in funzione dodici mesi l’anno. Perdiamo in questo modo tutte le occasioni di ospitare gare, selezioni nazionali ed internazionali ed attrarre squadre interessate ad allenamenti di livello;

2)- avevamo sollevato il problema sia dell’accesso che del parcheggio, infatti ipotizzare un afflusso pari a quello precedente quando l’impianto assume funzioni giustamente molto più ampie costituisce un errore grave cui fino ad oggi erano state date risposte stizzite quanto banali. L’accesso nel piazzale in curva non ben visibile, in discesa da Viale Borzacchini, costituisce un pericolo non da poco se si considera il numero elevato di fruitori e così l’uscita di coloro che intendono reimmettersi in Viale dello Stadio;

3)- una struttura comunale, realizzata su terreno pubblico, in parte con danaro pubblico, in parte grazie agli introiti quasi trentennali del pubblico, deve necessariamente avere una funzione calmieratrice del mercato rispetto ai costi delle corrispondenti strutture private. Siamo fiduciosi in merito alle tariffe sociali praticate;

4)- infine continuiamo ad avere dubbi sulla opportunità di aver utilizzato sulla quasi totalità della copertura per l’isolamento termo/acustico pannelli economici di legno sfettucciato e pressato con prodotti chimici tipo formaldeide, quanto a durata e salubrità, tenuto conto della umidità, del calore e dell’azione dei vapori di cloro dell’acqua. Poiché l’impianto dovrà essere riconsegnato fra circa trent’anni al Comune in condizioni perfette di manutenzione al termine del periodo di convenzione, al di là del fatto che supera ampiamente la capacità di osservazione di molti degli attuali osservatori, costituisce, per un’opera pubblica di tal genere, un elemento non trascurabile di problematicità. Si consideri che le stesse strutture in cemento armato sotto gli agenti ambientali citati hanno una durata ridotta.

Quanto al resto siamo ben contenti che si concluda finalmente questo lunghissimo iter costellato di errori nella ingegnerizzazione finanziaria con conseguenti forti ritardi nella apertura dell’opera al pubblico, ormai una costante: si pensi ai 15 anni che sono stati necessari per l’apertura di Medicina, edificio ancora non terminato, stesso tempo per la conclusione del II stralcio del cimitero urbano dopo 15 anni dalla conclusione del I, l’iter travagliatissimo del raddoppio della ferrovia Cesi-Terni, quello altrettanto problematico della bretella Gabelletta-Maratta, ecc.ecc.

Ben vengano le rondini ma quando sono così tardive fanno solo primavere elettorali!”

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