Per avere la rappresentazione della crisi a Terni è sufficiente una breve passeggiata nel centro storico: ci si imbatte in decine e decine di locali vuoti, serrande abbassate e cartelli “affittasi”. Ora la desolazione delle vie della città ha anche una pagina Facebook il cui nome dice tutto: “Terni affittasi”. Si tratta di un’iniziativa del movimento politico Terni Città Futura che ha raccolto oltre 90 foto di esercizi commerciali chiusi e locali vuoti e le ha pubblicate nella pagina indicando soltanto il nome della via.
Il comunicato di Terni Città Futura:
“Un modo concreto per dimostrare la grave crisi che la città sta vivendo. In altre parole la crisi immortalata da una reflex o da un telefonino, che diventa cruda testimonianza. Oltre 90 foto, un brutale censimento, di altrettante attività commerciali di cui oggi restano solo saracinesche abbassate e consumate dalla ruggine, qualche vetrofania staccata o mezza cancellata, tante locandine pubblicitarie utili a coprire le vetrine vuote, qualche insegna che resiste all’usura del tempo ma sopratutto tanti cartelli delle varie agenzie immobiliari per provare ad affittare o vendere.
Tante foto caricate su di una pagina Facebook; un elenco di esercizi commerciali che hanno chiuso i battenti che è numericamente drammatico e vederli tutti insieme fa una certa impressione. Niente parole, a parlare sono gli scatti di ogni negozio che nell’ultimo periodo è stato costretto a chiudere per sempre; nelle foto in didascalia soltanto il nome della via, ma è molto facile ricordare i nomi di quelle attività. Il pensiero inevitabilmente va a ciò che può esserci dietro ad ognuno di quei negozi immortalati dallo scatto fotografico pubblicato; la storia di un commerciante, molto spesso di una intera famiglia, dei sacrifici per un lavoro arrivato allo stremo con spese e tasse insostenibili; dietro alle 90 serrande chiuse di Terni affittasi, tante storie da raccontare.
Cosi nasce la pagina Facebook , ripresa dall’idea di una pagina simile creata da alcuni cittadini di Cremona; tutto ha inizio dalla curiosità di conoscere effettivamente quanti negozi abbiano chiuso ma poi si arriva cosi ad avere un quadro desolante e triste del nostro centro città. Una vera disfatta per il cuore commerciale cittadino che ha perso recentemente cosi tante sue attività storiche non solo per la crisi ma anche per politiche del commercio sbagliate e di mera propaganda.
E’ inevitabile l’affondo contro una amministrazione che in questi anni è apparsa disconnessa dalla realtà, lontana dall’occuparsi di un serio piano di sviluppo del centro città. In tutta Europa esistono dei piani di valorizzazione dei centri cittadini studiati in maniera scientifica, tanto che esiste la formula del Town center management (come da noi proposto in campagna elettorale) che pianifica con tutti i soggetti pubblici e privati le azioni di valorizzazione e sviluppo dei centri storici dove si concentrano le attività commerciali più qualificate.
Abbiamo ascoltato fin troppe parole, magari incassato qualche recente regalia regionale, ma mai è stato presentato alcun progetto che possa garantire precise ricadute economiche sul commercio cittadino; solo generici impegni e vaghe promesse (sull’arredo urbano, su un piano di promozione e marketing). E sopratutto nulla ci è mai sembrato fondato su una valutazione seria della situazione e delle prospettive di sviluppo del centro città.
Un serio piano di sviluppo del centro città va elaborato con tutti gli attori che ne costituiscono il tessuto economico e sociale, ovvero i commercianti, i residenti e anche i proprietari dei locali; questo ambizioso piano, certamente di lungo periodo, va impostato prima possibile; un vero aiuto per chi sta cercando di sopravvivere. Nell’immediato occorrono nuove strategie contro i negozi sfitti; si pensi ad introdurre agevolazioni per facilitare le locazioni e permettere la riapertura di questi negozi di vicinato al fine di rendere il centro città più vivo e accogliente”.
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