A Terni gli appalti più importanti sono affidati senza gare, con proroghe o con modalità in qualche modo idonee a favorire “gli amici”. E’ quanto sostiene il consigliere comunale di I Love Terni, Enrico Melasecche, in un comunicato in cui affronta il tema della questione morale della Conca.
Melasecche ritiene che sia “superato il limite” con un appalto da 20 milioni di euro della SII per il nuovo acquedotto Scheggino-Pentima “senza una minima gara ma sulla base di un confronto concorsuale di dieci anni fa con cui si costituì quella scatola cinese che nel frattempo ha assegnato oltre cento milioni di euro di lavori con quel singolare meccanismo”.
Infine Melasecche sostiene che “Terni avrebbe bisogno di un Dott. Pignatone, un magistrato rigoroso, scevro da interessi personali, familiari e territoriali, non legato minimamente a giri strani di quella mafia capitale che ha fatto emergere, perché qui da noi una certa politica vive e si ingrassa, di prescrizione in prescrizione”.
Il comunicato di Enrico Melasecche:
“Enrico Berlinguer si rivolterebbe nella tomba se potesse assistere alla occupazione manu militari che questo PD e cespugli vari hanno fatto delle istituzioni senza molti scrupoli. Non esiste un appalto significativo sui servizi a Terni (sanità, sociale, trasporti pubblici, rifiuti, depurazione, idrico, verde pubblico, pulizie industriali, lavanderie ospedaliere, fornitura pasti, percolato, ecc, ecc) che o sia avvenuto senza gara, o con gare che appaiono “gestite” dalla politica, o con assegnazioni frazionate per evitare lo scomodo di gare regolari (cimiteri, verde, ecc), proroghe assurde di anni ed anni a favore degli amici, appalti in cui il controllo delle prestazioni avviene senza che chi di dovere pretenda il rispetto di clausole essenziali il cui punteggio è servito a vincere la gara stessa.
Tutte situazioni che l’autorità nazionale garante contro la corruzione definisce come pericolose.
Cosa accade oggi?
a)- Il SII sta procedendo all’appalto per il nuovo acquedotto Scheggino-Pentima, costo 20.000.000, senza una minima gara ma sulla base di un confronto concorsuale di dieci anni fa con cui si costituì quella scatola cinese che nel frattempo ha assegnato oltre cento milioni di euro di lavori con quel singolare meccanismo. Lo stesso presidente ha ammesso l’anomalia nella creazione del SII, con l’indebolimento dell’ASM, finanziario e funzionale. Abbiamo presentato un atto di indirizzo perché per il nuovo acquedotto si faccia con una gara trasparente e non ci sia, come di consueto, una sorta di trattativa privata contra legem, con le logiche che conosciamo. Chiediamo che il consiglio comunale lo discuta subito perchè si dica basta a questo andazzo tutto ternano.
b)- In questo quadro desolante, berlinguerianamente parlando, non solo il sindaco non redarguisce l’assessore che attacca pubblicamente un sostituto procuratore, che attacca in contemporanea il NOP ed il segretario generale che la legge incarica di sovrintendere ai meccanismi anticorruzione ma addirittura sopprime oggi proprio il NOP per aver le mani libere di fare e disfare, in barba alle leggi europee sulla concorrenza, in barba a quelle nazionali sul rigore amministrativo.
c)- Le nomine da parte del sindaco nelle partecipate avvengono con criteri di fidelizzazione elettorale quale compenso nei confronti di soggetti che si sono candidati a suo sostegno: res publica= cosa propria?
Su tutto e tutti regna Di Girolamo che per la prima volta nella storia della città ha voluto scientemente concentrare su di sè tali e tante funzioni, tale e tanto insindacabile potere sul fronte dei rifiuti e dell’idrico. Ha il potere del Re Sole: Sindaco di Terni, Presidente della Provincia, Presidente dell’ATI 4 con competenze specifiche su rifiuti, depurazione e acqua potabile, unico rappresentante della proprietà nell’assemblea dell’ASM, obbligata a convolare a nozze con la COSP, finanziatrice dello stesso sindaco e del Festival dell’Unità insieme a soggetti molto singolari del panorama del sottobosco affaristico ternano. Terni avrebbe bisogno di un Dott. Pignatone, un magistrato rigoroso, scevro da interessi personali, familiari e territoriali, non legato minimamente a giri strani di quella mafia capitale che ha fatto emergere, perché qui da noi una certa politica vive e si ingrassa, di prescrizione in prescrizione. Chiediamo anche a quella sinistra sinistra che inneggia e mette striscioni a difesa del lavoro e della persona di Nino Di Matteo, ma su Terni va tutto bene? Due pesi e due misure?…sembra prevalere anche qui un silenzio assordante.
Chiediamo immediatamente un sussulto a tutti, maggioranza e minoranza, a tutti i cittadini che assistono attoniti a questa deriva affaristica che danneggia la città e le impedisce di attrarre investimenti esogeni.
Dottor Cantone, Signor Prefetto, Signor Procuratore Capo della Repubblica (mi riferisco a quello che deve ancora essere nominato!), Signor Procuratore presso la Corte dei Conti, oltre alle conferenze stampa fatte allo stesso tavolo della politica locale volte a tranquillizzare, chi ci crede, ma Terni è un’isola felice? E’ possibile consentire a Terni ed ai ternani tutti di tornare a vivere in una città normale? Ricorrono i venti anni della tangentopoli rosso verde in cui il PCI ebbe un ruolo non secondario, ma gli attori sono frequentemente gli stessi, sono cambiati i metodi ed affinate le tecniche ma Terni, per chi non ha gli occhi foderati di prosciutto, è di nuovo sotto tutela”.