Ast, Italia Nostra: ”Arpa denuncia standard ambientali non garantiti, Di Girolamo non risponde”

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Ast acciaierie TerniArpa Umbria scrive una lettera al neopresidente della Provincia di Terni con cui lo informa di una serie di criticità ambientali legate alle acciaierie di Terni e chiedendo pertanto un riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di Ast. Leopoldo Di Girolamo però non risponde. A rendere noto il retroscena, riportando la lettera integrale, è il vice presidente di Italia Nostra Umbria, Andrea Liberati.

LA LETTERA Nella lettera firmata dal direttore del dipartimento Arpa di Terni, Adriano Rossi, prima di tutto viene ricordato a Di Girolamo in quali casi la Provincia di Terni può disporre il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Si tratta di cinque casi:

a. se a giudizio della autorità competente (o su proposta delle amministrazioni competenti in materia ambientale) l’inquinamento provocato dall’installazione è tale da rendere necessaria la revisione dei valori limite di emissione fissati nell’autorizzazione o l’inserimento in quest’ultima di nuovi valori limite;
b. se le migliori tecniche disponibili hanno subìto modifiche sostanziali che consentono una notevole riduzione delle emissioni;
c. se a giudizio di una amministrazione competente in materia, la sicurezza di esercizio del processo o dell’attività richiede l’impiego di altre tecniche;
d. se sviluppi delle norme di qualità ambientali o nuove disposizioni legislative comunitarie nazionali o regionali lo esigono;
e. se una verifica di cui all’articolo 29-sexies, comma 4-bis, lettera b) ha dato esito negativo senza evidenziare violazioni delle prescrizioni autorizzative indicando conseguentemente la necessità di aggiornare l’autorizzazione per garantire che, in condizioni di esercizio normali, le emissioni corrispondano ai livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili.

LE CRITICITA’ Arpa entra poi nel merito elencando le motivazioni che la spingono a chiedere una revisione dell’Aia. Qui riportiamo, in breve, tutti i punti segnalati nella missiva:

1) “Nel corso della visita ispettiva (effettuata il 28/03/2014 ndr) sono state riscontrate alcune difformità dei punti di emissioni in atmosfera (camini di emissione)”.

2) “Le procedure per la raccolta e il conferimento in discarica dei materiali (polveri ceneri di processo derivanti prevalentemente dalle operazioni di movimentazione delle scorie all’interno dello stabilimento) devono essere riviste ed ottimizzate”.

3) “Per quanto riguarda il controllo delle acque meteoriche, deve essere implementato l’obbligo di realizzare un nuovo punto di controllo di valle necessario per valutare il carico inquinante delle acque di dilavamento che, in occasione di eventi di piovosità intensa, possono provocare il trasporto di inquinante presente nelle deposizioni fino ad aree esterne allo stabilimento”.

4) Prescrizioni non ancora adempiute:

a. “E’ fatto obbligo al Gestore entro 2 anni dal rilascio dell’A.I.A. di passare ad un regime di recupero nella gestione delle polveri del sistema di abbattimento, quali rifiuti pericolosi…”.

b. “Per le scorie che verranno prodotte è fatto obbligo al Gestore entro 24 mesi dal rilascio dell’Aia passare progressivamente ad un sostanziale regime di recupero e riutilizzo nella gestione delle scorie d’acciaieria”.

c. “In relazione alle proposte progettuali formulate per il recupero ai punti A e B è fatto obbligo al Gestore di produrre entro 2 anni dal rilascio dell’Aia all’Autorità Competente valutazioni di carattere tecnico-economico relative alla possibilità di recupero dei materiali contenuti nella discarica che, se del caso, dovranno essere sottoposte alle Conferenze decisorie del Sito di Interesse Nazionale Terni — Papigno”.

5) Circostanze ambientali intervenute durante il regime Aia:

a. Sito di Interesse Nazione Terni Papigno SIN. “In relazione agli approfondimenti tecnici disposti dal MATTM (Ministero dell’Ambiente) e inerenti al sito di discarica Valle, sono stati prodotti due studi idrogeologici che hanno riguardato il rinvenimento di acque di falda contaminate. Gli studi sono stati prodotti da AST e da ARPA e hanno evidenziato entrambi problematiche di contaminazione legate alla presenza dei corpi discarica. In particolare, è stata evidenziata la contaminazione, di alcune matrici di acque sotterranee, da metalli pesanti (in particolare: Cromo) di chiara origine siderurgica”.

b. Acque di percolazione all’interno della Galleria Tescino. “In relazione al punto precedente le acque affioranti nella Galleria Tescino, attualmente convogliate ad idoneo impianto di pretrattamento e successivamente al trattamento presso l’impianto denominato Dorr Oliver (come da Ordinanza della Provincia di Terni), sono tuttora oggetto di accertamenti anche da parte di periti nominati dalla Procura della Repubblica di Terni. Anche in tale circostanza, la tipologia della contaminazione indica, quale origine, le scorie di acciaierie depositate nei sovrastanti corpi discarica, con possibile concomitante contaminazione da altri rifiuti, nel tempo abbancati nei Siti di discarica di Villa Valle”.

c. Sversamenti fiume Nera. “Nelle giornate del 02 marzo 2011 e dell’11 marzo 2011 si sono verificati due analoghi episodi di sversamento di acque nel fiume Nera, provenienti dall’impianto di depurazione interno allo stabilimento di Acciai Speciali Terni, che presentavano evidenti problemi di anomala composizione rispetto a quella usuale (presenza di elevati contenuti di solidi sospesi). Gli eventi hanno reso evidente la necessità di implementare misure di sicurezza per la gestione dell•emergenza, anche in relazione ai notevoli volumi di refluo trattato rimesso nel fiume Nera (circa 16.000 mc/ora)”.

d. Contaminazioni ambientali diffuse all’esterno del perimetro di installazione e del SIN. “I monitoraggi che Arpa svolge in ambito cittadino hanno evidenziato, negli ultimi anni, una contaminazione diffusa da polveri sottili, che per le caratteristiche chimico-fisiche, sono in quota parte riconducibili ad attività siderurgica. In particolare, la presenza di metalli pesanti sul particolato atmosferico, con concentrazioni crescenti nei punti più vicino allo stabilimento, rendono evidente il contributo dell’attività industriale sulla quantità e sulla qualità delle polveri”.

ITALIA NOSTRA Questo il comunicato stampa del vicepresidente di Italia Nostra Umbria, Andrea Liberati:

“A questo punto di asservimento, il più basso di sempre, manca solo un ‘grazie Thyssen’. D’altronde la propaganda di palazzo favoleggia, vagheggia di improbabili successi dei lavoratori, senza rispetto per il dramma personale di chi già ha lasciato e dei tanti che tremano per il domani. Chi ha stravinto è ovviamente la Thyssen, i cui impegni sono assai limitati nel tempo e nelle misure da intraprendere: l’evanescenza di certe promesse è nell’ipotesi di accordo siglato ieri.

In questi mesi è stato farisaicamente allungato il brodo, ben sapendo che, nelle regole d’ingaggio della dottoressa Morselli, Thyssen poteva tollerare fino a sei settimane di scioperi, periodo che, per pura coincidenza, coincide con quello in cui si è dipanato il blocco delle portinerie. Abbiamo assistito sgomenti alle botte contro gli operai, mentre la nostra città è stata successivamente militarizzata in silenzio, con decine di operatori delle Forze dell’Ordine dislocati da settimane su Terni, caso mai accadesse qualcosa: zelo governativo degno davvero di miglior causa in un Paese assalito dalle mafie e dalla politica corrotta.

Intanto a Terni il tempo passava… E così, in un’atmosfera di crescente rassegnazione, con una pressione psicologica collettiva da far invidia ai peggiori strizzacervelli, 300 persone se ne sono andate definitivamente, nel sollievo imbarazzante delle molteplici parti in causa; poi abbiamo scoperto che altre 400 sono sulla via della Cassa Integrazione. E’ il piano Morselli 2.0. Un accordo che dunque ha considerevoli basi di menzogna, a iniziare dal fatto che, per motivi sconosciuti, contro Thyssen nessuno reclama a livello nazionale le criticità sottolineate in questi mesi dalla stampa e dalle istituzioni regionali preposte alla vigilanza sull’azienda, a iniziare da ARPA Umbria.

La contaminazione alimentare da diossine/PCB (Thyssen-AST è seconda industria europea per PCB disperso nell’aria) avrebbe viceversa imposto un j’accuse fortissimo, con misure irreversibili verso l’azienda tedesca, già sotto il faro della giustizia per le vicende della famigerata discarica. Si è scelta la strada ipocrita e autolesionista del nascondere per l’ennesima volta la polvere sotto il tappeto, guadagnando tempo, rinviando sine die un approccio strutturale ai problemi esistenti. Nel testo dell’ipotesi di accordo non si parla infatti di concreti provvedimenti a protezione della salute pubblica, salvo evocare come un mantra per tre volte la parola ‘ambiente’.

Frattanto però spunta una lettera che, un mese fa, ARPA Umbria e direzione Ambiente della Provincia di Terni hanno indirizzato al neopresidente della Provincia di Terni, missiva cui Leopoldo Di Girolamo non ha risposto: secondo questi enti è urgente rivedere le autorizzazioni al funzionamento delle Acciaierie, giacché gli standard ambientali non sono garantiti. Troppo buoni, considerando la contaminazione acclarata a Terni delle acque (cromo esavalente nelle falde della discarica, pregressi sversamenti nei fiumi), dei suoli (metalli pesanti), dell’aria (metalli pesanti nel PM 10) e degli alimenti (il PCB negli alimenti e il cromo nelle insalate tal quali).

Perché la nomenclatura locale e nazionale permette a Terni quel che a Taranto respinge sdegnata? Si teme la reazione tedesca dinanzi al dover metter mano al portafogli? Comiche finali già tra noi”.

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