Su di loro circolano leggende di ogni tipo, sono spesso accusati di concorrenza sleale, sono avversati dai colleghi locali. I commercianti cinesi sono malvisti e temuti anche a causa delle loro indubbie capacità imprenditoriali che dimostrano in tutte le città italiane. Eppure a Terni hanno iniziato ad arrendersi alla crisi. Pochi giorni fa ha infatti chiuso il negozio cinese di abbigliamento chiamato “Amore”, situato in via XX settembre.
La comunicazione era stata data dagli stessi titolari: pochi giorni prima della chiusura, attraverso dei cartelli affissi sulle vetrine, annunciavano uno “svuota tutto” fino al 21 gennaio. Già il giorno dopo, il 22 gennaio, il locale era stato completamente svuotato, all’interno non c’era più nulla, con scaffalature e merce portata via in men che non si dica.
Da quanto appreso, i negozianti non riuscivano più a sostenere gli alti costi, tra tasse e bollette sempre più salate. Pare infatti che il contatore dell’acqua sia stato portato via dalla società fornitrice del servizio, procedura che scatta quando c’è un grande accumulo di pagamenti arretrati. All’origine della chiusura c’è però ovviamente il calo dei consumi con il settore dell’abbigliamento tra i più colpiti dalla crisi economica (anche a causa della crescita dell’ecommerce che nel 2012 ha registrato +22%, nel 2013 +17% andando ad erodere la mole di vendite dei negozi fisici). A ciò va aggiunto che i negozi orientali non sono più gli unici low-cost: negli ultimi tempi diverse attività nostrane si sono adeguate alla situazione iniziando ad applicare forti sconti sulla merce, avvicinando così i propri prezzi a quelli proposti dai cinesi.
La chiusura di negozi cinesi, da sempre fortemente competitivi e attrezzati per stare sul mercato, è comunque un fatto preoccupante: è il segnale di un’economia asfittica in cui non riescono a sopravvivere nemmeno i più resistenti. Le serrande abbassate di “Amore” sembrano l’ennesima rappresentazione della profonda crisi commerciale di Terni.