Terni, sindaco arrestato, Gip: “Indagati certi che nulla possa scalfire il sistema criminale”

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tribunale_terniGli indagati dell’operazione Spada – che ha portato agli arresti domiciliari il sindaco Leopoldo di Girolamo e l’assessore Stefano Bucari, Pd – hanno “posto in essere una serie di concatenate condotte illecite creando di fatto un vero e proprio sistema ‘contra legem’ di aggiudicazione di tutti i contratti pubblici relativi al Comune di Terni, quantomeno negli ultimi cinque anni, in aperta e insanabile violazione delle normative nazionali ed europee, sapendo di agire nella certezza che tale sistema c’era, c’è e ci sarà e che nessuna indagine o sussulto di legalità potrà far venire meno od anche solo scalfirlo”: è quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Federico Bona Galvagno.

Di Girolamo e Bucari risultano indagati insieme ad altre 25 persone, tra cui l’attuale vicesindaco (ora con funzioni di sindaco) Francesca Malafoglia e l’assessore Emilio Giacchetti, oltre a componenti delle precedenti Giunte, dirigenti e funzionari comunali e rappresentanti delle cooperative sociali cittadine. L’istanza presentata dalla procura di applicazione dei domiciliari ai due, secondo il Gip, può essere accolta visti “i gravi indizi di colpevolezza”, emersi anche a seguito delle acquisizioni di documenti svolte da guardia di finanza e polizia il 17 novembre scorso, che hanno “sostanzialmente ricostruito un vero e proprio ‘consolidato sistema illecito'”.

Secondo quanto scrive il Gip, le condotte contestate nell’indagine sugli appalti pubblici al Comune di Terni “non si sono arrestate” nemmeno in seguito agli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria che erano sfociate nel blitz dello scorso novembre e l’iscrizione nel registro degli indagati di numersosi politici e vertici di coop locali. Per il giudice, si può infatti dedurre “un vivo e presente pericolo, ovvero la concreta e probabile esistenza di ulteriori occasioni favorevoli alla commissione di nuovi reati della stessa specie attraverso la perpetuazione delle denunciate condotte che non si sono arrestate, come emerge dagli atti, neppure a seguito dell’attenzionamento da patte della polizia giudiziaria delle modalità di aggiudicazione di una numerosa serie di appalti pubblici”.

Nell’ordinanza si fa riferimento anche “all’esistenza di un procedimento per fatti del tutto analoghi relativi all’aggiudicazione dei contratti per la raccolta ed il trasporto del percolato relativo all’ex discarica R.S.U. di vocabolo Valle” (vicenda sulla quale è in corso un altro procedimento giudiziario in cui è coinvolto il sindaco) e di “ulteriori indagini ancora in corso in materia di appalto per il servizio di produzione pasti presso le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado del Comune di Terni”.

Il giudice ribadisce poi che le condotte degli indagati “sono non solo risultate costanti nel tempo e ravvicinate” rispetto all’adozione della misura degli arresti, ma hanno consentito di far emergere “un radicato e costante sistema illecito di affidamento di tutti i contratti pubblici del Comune. Dal che è legittimo desumere che ove non venga adottata nei confronti dei predetti una misura cautelare idonea ad interrompere ed impedire di fatto questa costante e consolidata prassi di ‘mala gestio’ della cosa pubblica adottata da anni nel Governo del Comune di Terni, i sodali continueranno a tenere tali condotte criminali”.

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