Il 2014 per molte regioni italiane passerà alla storia come l’annus horribilis per la produzione di olio. A Terni la situazione è catastrofica, così negativa da non avere precedenti. Prima le piogge estive hanno ridotto il numero delle olive, poi un parassita della pianta ha fatto il resto danneggiando irrimediabilmente gran parte dei frutti che avevano resistito al meteo. Non è ancora possibile stilare un bilancio ufficiale ma le stime di Confagricoltura Terni parlano di un calo della produzione superiore all’80%. Un disastro.
Il presidente di Confagricoltura Terni, Giuseppe Malvetani, spiega che “l’andamento stagionale decisamente anomalo con abbondanti piogge alternate a giornate calde già di per sé aveva determinato un importante calo della produzione. A completare in negativo il quadro si è aggiunta poi la mosca olearia che, nonostante i trattamenti, ha attaccato e danneggiato la gran parte delle poche olive disponibili”.
Il risultato, spiega ancora Malvetani, “è una stagione irrimediabilmente compromessa. Molti olivicoltori lasceranno le olive sulla pianta, numerosi frantoi rimarranno chiusi”. Danni economici davvero pesanti, tanto da far parlare il presidente di Confagricoltura Terni di “uno scenario drammatico per l’olivicoltura regionale”. Lo stesso Malvetani aggiunge che è “ancora difficile da stimare con precisione il calo della produzione ma supererà quasi certamente l’80%”.
Il presidente dell’associazione rivolge quindi un appello alla Regione Umbria: “In un quadro del genere, con una situazione già di per sé difficile per il perdurare della crisi economica, appare quanto mai indispensabile un intervento da parte della Regione a sostegno dei produttori così come è stato fatto con gli allevatori i cui capi sono stati colpiti dalla ‘blue tongue’ (lingua blu)”.
In tal senso per Malvetani è positivo “l’appello che il Consigliere Regionale Raffaele Nevi, membro della seconda Commissione, ha effettuato affinché si predispongano con urgenza tutti gli strumenti necessari e ci si adoperi perché si possa arrivare al riconoscimento dello stato di calamità. Per il bene dell’intera olivicoltura umbra si spera che questo appello non rimanga inascoltato”.