Anche Franco Todini, candidato sindaco di Terni per la lista civica Il Cammello, critica il sindaco Leopoldo Di Girolamo per le inaugurazioni di opere pubbliche a ridosso delle elezioni. In un comunicato Todini le giudica “inaugurazioni frettolose” e sostiene che siano soltanto un tentativo di nascondere i tanti fallimenti dell’Amministrazione comunale. A tal proposito cita la metropolitana di superficie, il centro di ricerca sulle cellule staminali, Villa Palma, l’ex convento di Colle dell’Oro, gli studi cinematografici di Papigno e l’impianto di teleriscaldamento.
Il comunicato di Franco Todini:
“E’ già iniziata la stagione delle inaugurazioni frettolose e compulsive di opere pubbliche che non sono ancora collaudabili e che, nella memoria dei ternani, hanno lasciato un ricordo soltanto per i loro incomprensibili e lunghissimi ritardi di realizzazione. Si andrà così ad inaugurare la nuova piscina di Viale dello Stadio e il nuovo complesso edilizio di Corso del Popolo. Su questi due interventi ci sarà occasione di discutere, ma, ammesso che siano due cose ben fatte, e non lo sono, inaugurarli proprio a ridosso delle elezioni non potrà far dimenticare ai ternani gli insuccessi, le inadempienze, le manchevolezze, che hanno costellato l’operato delle ultime due amministrazioni comunali.
A puro titolo esemplificativo e non esaustivo, ricordiamo la mancata costituzione della grande azienda multiservizi che nelle declamate intenzioni di Raffaelli e Di Girolamo avrebbe dovuto centralizzare la gestione di tutti i servizi a rete sul territorio ottimizzandone l’esercizio. Abbiamo assistito al prolificare di aziende e società controllate, ma soprattutto alla fortissima lievitazione di tasse e bollette, conseguenza di ingiustificabili aumenti dei costi di servizi. Si sono inventati di tutto, dalle tasse sulle insegne a quelle sulle tende.
Un altro eclatante insuccesso è quello della mancata attuazione del Patto di Territorio che avrebbe dovuto garantire alle grandi aziende ternane ed in particolare all’Ast condizioni più favorevoli soprattutto per quanto riguarda i costi dell’energia e quelli dei trasporti che si sarebbero dovuti significativamente abbattere grazie alla costruzione di nuove infrastrutture. Nulla di tutto ciò ha trovato attuazione e la conseguenza immediata è quella di un evidente disaffezione delle industrie storiche verso la città e il territorio.
Perchè sono stati investiti grandi capitali nella trasformazione della Centrale Umbra in Metropolitana di Superficie senza poi dar seguito all’idea, anche corretta, di costituire un collegamento ferroviario efficiente sulla direttrice Sangemini-Cesi-Terni? A questa iniziativa era legato anche lo sviluppo di Borgo Rivo previsto nel PRG, ma ad oggi la vecchia FCU funziona come cinquant’anni fa e il nuovo quartiere è collegato malissimo alla città con conseguenze disastrose sulla vita di tutti i giorni dei cittadini.
La nuova struttura realizzata in prossimità dell’Ospedale Santa Maria che doveva accogliere il centro di ricerca sulle cellule staminali del professor Vescovi è ancora vuota e quella che, nelle speranze di tutti i ternani, doveva essere la punta di diamante di uno sviluppo culturale e dell’alta formazione, ha in realtà fatto registrare l’ennesimo fallimento e non certo per responsabilità dei ricercatori che l’avevano promosso.
Se vogliamo poi allargare l’orizzonte agli altri episodi che hanno costellato di insuccessi questo settore non possiamo ignorare il fallimento dell’iniziativa di insediare a Villa Palma un altro centro di ricerca di eccellenza. Villa Palma è tornata agli onori delle cronache soltanto per la sua condizione di emergenza strutturale. Che dire poi della forte contrazione della presenza universitaria a Terni, sempre più in posizione di vassallaggio rispetto a Perugia, e l’assoluta disattenzione alle urgentissime esigenze di ristrutturazione e adeguamento dell’Ospedale Santa Maria?
A che punto è la vendita dell’ex convento di Colle dell’Oro all’Actl e quella della scuola di Piediluco? Quando, in che forma e con quale prospettiva funzionale e gestionale verrà restituito ai cittadini ternani il Teatro Verdi, da sempre il simbolo dell’attività culturale della città? La millantata realizzazione del Museo delle Armi che non richiede, peraltro, ingentissimi investimenti e potrebbe invece rivelarsi per la sua unicità un forte veicolo di richiamo turistico, è ancora ai blocchi di partenza e viene, di legislatura in legislatura, inserita sempre nei programmi puntualmente disattesi.
Come mai si è aspettata la scadenza della convenzione con Cinecittà per mettere in mora per evidente inadempienza contrattuale il gestore e riprendersi il complesso di Papigno per poter sviluppare altri progetti di valorizzazione ? Come mai in questi ultimi anni di inattività conclamata il Comune ha continuato a investire risorse pubbliche per realizzare inutili camerini e sistemare altri spazi per servizi ad una struttura, quella cinematografica, chiaramente senza prospettive, tanto che non si è fatto neanche nulla per tenere in vita la Umbria Film Commission al suo interno?
Sarebbe interessante, infine, conoscere le ragioni che impediscono l’attuazione dell’impianto di teleriscaldamento del quartiere di Borgo Bovio che è stato realizzato per sfruttare cascami energetici inutilizzati dell’Ast, per alimentare gli impianti dei nuovi fabbricati di quella zona. Dopo un ingente impegno di risorse e notevoli disagi per la viabilità, il teleriscaldamento è stato abbandonato.
Ma queste domande sono solo alcune di quelle che i cittadini potrebbero rivolgere alla Giunta Di Girolamo per chiedere conto del suo operato. La sua minestra risulta ancora una volta riscaldata e priva di ingredienti. Non c’è più neanche la carota. Così non rimane che il mestolo.