Quella di Terni è tra le 15 province in cui nel 2011 si è registrata una diminuzione dei reati rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dai dati del Ministero dell’Interno pubblicati dal Sole 24 Ore, che rivelano il numero complessivo dei reati commessi nelle varie province d’Italia portando poi alla luce il rapporto di quelli commessi ogni 100 mila abitanti.
“Nonostante i dati nazionali che mostrano un preoccupante incremento del numero dei reati, la nostra città si conferma tra le più sicure d’Italia e fa registrare addirittura una delle diminuzioni più marcate dei crimini commessi”. Così il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha commentato euforicamente tali dati. Peccato che il primo cittadino abbia attribuito le statistiche alla sola città (al comune) invece che all’intera provincia cui i dati si riferiscono. Infatti nella pagina del Sole 24 Ore in cui sono riportate le tabelle con i dati (qui la pagina), la parola “province” compare ben 7 volte, sia nella descrizione che all’interno delle tabelle. Le parole “città” e “comune” sono invece del tutto assenti.
Il primo cittadino sembra proprio non essersene accorto. Una gaffe dettata dalla smania di mettere in bella luce l’operato della propria amministrazione? Di Girolamo prosegue attribuendo nuovamente i dati alla città e non alla provincia: “Nella graduatoria dei reati denunciati in rapporto alla popolazione Terni si colloca, infatti, al 60°posto in ambito nazionale, con una media (3.636 ogni 100.000 abitanti) che è del 20% circa inferiore a quella italiana (4.557) ma, soprattutto, è tra le sole 15 realtà italiane che, in controtendenza rispetto al trend generale, mostrano una diminuzione dei crimini (-2,6%, 7° miglior risultato in assoluto) nel 2011 rispetto al 2010. Questi dati confermano quanto già rilevato e reso pubblico nei mesi scorsi dai rappresentanti delle forze dell’ordine che operano nel nostro territorio, e smentiscono enfatizzazioni e rappresentazioni allarmistiche del grado di sicurezza della nostra città”. In effetti lo scorso maggio, ai margini della festa del corpo, la polizia aveva reso pubblici i reati denunciati tra l’aprile del 2011 e lo stesso periodo di quest’anno nella provincia di Terni facendo emergere la diminuzione del numero totale dei reati, frutto del calo di quelli di prostituzione, di quelli sessuali, dei furti di autovetture e nelle autovetture. Gli stessi dati segnalavano anche l’aumento dei reati di furti con strappo, furti in abitazione, le rapine e le tentate rapine. A giugno anche i carabinieri avevano registrato un calo del numero complessivo dei reati evidenziando al contempo un forte incremento dei furti nelle abitazioni.
Di Girolamo conclude elogiando il lavoro delle forze dell’ordine, in particolare quello della polizia municipale (che a differenza di polizia e carabinieri, operano solamente nel territorio comunale e non in quello provinciale dove si è registrato il calo di reati): “Voglio sottolineare lo straordinario e qualificato impegno, nonostante le difficoltà dovute alle restrizioni in termini di risorse e di personale, da parte di tutti gli organi preposti alla tutela dell’ordine pubblico ed alla sicurezza urbana, inclusa l’azione meritoria della nostra polizia municipale, così come la forte coesione del tessuto sociale e civile cittadino, che si è manifestata anche nella collaborazione volontaria con le forze dell’ordine per la prevenzione di fenomeni criminosi. Sono questi – conclude il sindaco di Terni rinnovando la gaffe – i fattori essenziali che ci consentono di affrontare con efficacia e in maniera coordinata le situazioni di criticità che si manifestano e quindi di mantenere e rafforzare il buon livello complessivo della sicurezza nella nostra città”.
A dispetto di quanto affermato dal sindaco, va rilevata l’assenza di dati sui reati commessi nella città di Terni. Non è infatti possibile stabilire se il calo di crimini riportato dai numeri del Ministero dell’Interno sia più da attribuire a quanto avvenuto nel territorio comunale piuttosto che nel resto della provincia. La città di Terni ha infatti meno della metà dell’intera popolazione della provincia. Di fronte alle tabelle riportate ieri dal Sole 24 Ore, al massimo, avrebbe quindi potuto esultare il presidente della Provincia Feliciano Polli, non un rappresentante comunale.