E’ scattata all’alba di ieri l’operazione denominata “Genio e sregolatezza”, condotta dal Corpo forestale e dalla Procura di Viterbo, che ha portato all’arresto di 12 persone e 51 indagati tra esponenti di spicco delle amministrazioni pubbliche del territorio della Tuscia ed imprenditori di varie società con sedi in Liguria, Veneto ed Umbria. Tra queste figura anche la società di un imprenditore ternano, anche lui presente tra i 51 indagati. Per l’accusa sarebbero state truccate decine di gare d’appalto in diversi settori della pubbliche amministrazioni nel Centro Italia.
L’accusa a carico degli arrestati e degli indagati va dalla turbativa d’asta alla corruzione. L’indagine era partita due anni fa a seguito di intercettazioni eseguite nell’ambito di una precedente inchiesta in cui è emerso il pagamento di tangenti al fine di ottenere nulla osta paesaggistici. Dalle successive intercettazioni telefoniche, registrazioni delle conversazioni negli uffici e nelle auto di alcuni indagati e filmati registrati con telecamere nascoste, è emerso un quadro di diffusa corruzione e turbativa d’asta delle gare d’appalto indette da alcuni Comuni viterbesi, romani e ternani con la complicità di alcuni funzionari pubblici corrotti. In tutto le gare d’appalto truccate oggetto dell’inchiesta sono 26, riguardanti i settori della raccolta differenziata, dei lavori stradali e della ristrutturazione di edifici pubblici per un totale di circa 12 milioni di euro.
Il meccanismo era semplice: le ditte invitate a partecipare alle gara venivano selezionate accuratamente, in modo tale che la società già scelta come quella vincitrice non trovasse ostacoli nell’assegnazione della gara. Inoltre, le società coinvolte si spartivano le gare non pestandosi i piedi tra di loro e corrompendo i pubblici ufficiali, al fine di escludere dal mercato le società concorrenti.
Tra gli arrestati figurano due dipendenti del Genio civile di Viterbo, ritenute dagli inquirenti persone chiave nella vicenda, il sindaco ed un assessore di Graffignano nel viterbese, 4 imprenditori di Viterbo, due di Montefiascone, uno di Tarquinia e 2 di Celleno. Gli indagati, come detto prima, sono 51 e tra questi figura un imprenditore ternano coinvolto solamente per le gare d’appalto nel settore della raccolta differenziata. I comuni ternani oggetto dell’inchiesta sono quelli di Alviano e Guardea in cui si presume che ci sia stata tentata corruzione e gare d’appalto truccate nel settore riguardante la ristrutturazione degli edifici pubblici. Sono in corso da parte degli investigatori perquisizione degli atti nei Comuni e nelle società sotto inchiesta, tra cui quelli dei due comuni del ternano.
Qui la rettifica del Comune di Guardea che si dichiara del tutto estranea alle indagini: https://ternioggi.it/rettifica-del-comune-di-guardea-lamministrazione-non-e-coinvolta-nelle-indagini-su-appalti-truccati
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