Buco Diocesi di Terni, indagini coinvolgono residenza per anziani Aidas di Collerolletta, la vicenda

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residenza-anziani-collerollettaInizialmente co-finanziata da una società di uomini di vertice della Diocesi di Terni (che poi si è sfilata), inaugurata nel 2011, poi rimasta ferma a causa di ostacoli burocratici che hanno impedito alla coop Aidas di iniziarne la gestione. Due settimane fa sembrava in procinto di essere ceduta ad un gruppo di rilevanza nazionale e finalmente avviata, ma l’altro ieri è ufficialmente finita al centro delle inchieste giudiziarie legate al buco milionario della gestione Paglia della Diocesi ternana. La vicenda della struttura per anziani di Collerolletta appare uno spaccato del microcosmo animato dai poteri locali ternani: affari immobiliari della Curia grazie anche a rapide variazioni urbanistiche concesse dalla Giunta Raffaelli; difficoltà per chiunque ad entrare nel mercato ternano dei servizi socio-assistenziali (gestiti quasi monopolisticamente dalla maggiore cooperativa cittadina).

Variante urbanistica in tempi record. La storia della residenza per anziani di Collerolletta ha inizio nell’aprile del 2005, quando la Diocesi di Terni chiede al Comune di Terni una variazione urbanistica di un’area di sua proprietà per poter realizzare “una struttura per attrezzature sociali, assistenziali e sanitarie e l’ampliamento della struttura ricettiva esistente”. Il soggetto che ha intenzione di investire nella nuova struttura è la società Isad srl, partecipata: al 50% dalla Doces srl (i cui soci sono don Francesco De Santis, pro vicario generale della Curia, e Luca Galletti, direttore dell’ufficio tecnico), e il resto delle quote a coop Aidas e Coopfond (un fondo mutualistico per la promozione cooperativa). Ad opporsi alla variante c’è solo la Big srl, proprietaria dell’immobile della struttura per anziani Tiffany (in zona Polymer) che ha locato la struttura all’Aidas. Big ha interesse ad opporsi poiché, una volta completata, il Tiffany dovrebbe essere trasferito nella nuova struttura di Collerolletta (Big dovrebbe a quel punto trovare una nuova destinazione alla propria struttura). La Giunta Raffaelli delibera fin da subito (giugno 2005) il proprio nulla osta e, nonostante i numerosi rilievi che il rappresentante legale di Big presenta al Comune, in tempi record (un mese e mezzo dal nulla osta) la variante è realtà.

Aidas rimane sola. I lavori partono qualche mese dopo ma improvvisamente Aidas si ritrova sola: Doces e Coopfond si sfilano da Isad. La cooperativa decide di proseguire da sola. Tra un ritardo e l’altro l’Aidas è costretta a rinnovare il contratto d’affitto (per 6 anni) della struttura della Polymer in cui si trova il Tiffany. I lavori si concludono nel 2011 e il 27 gennaio la struttura viene ufficialmente inaugurata. Il giorno precedente, in un comunicato congiunto la società Isad srl (ormai priva di Doces e Coopfond) e la cooperativa Aidas, esprimevano grande soddisfazione: “Finalmente il progetto, avviato nel 2005, è giunto a termine e la nuova struttura che è stata realizzata con tutti i requisiti strutturali, tecnologici ed impiantistici, potrà garantire la migliore vivibilità e comfort agli ospiti, nonché la sicurezza agli operatori che si prenderanno cura di loro. Questa nuova struttura sarà gestita direttamente dalla Cooperativa Sociale Aidas, con l’obiettivo di migliorare l’offerta dei propri servizi alla collettività in ambito residenziale e semiresidenziale, di dare risposte ai bisogni delle famiglie, di creare tanti nuovi posti di lavoro nella città di Terni. La Società Isad e la Cooperativa Aidas guardano al futuro e ritengono che lo sviluppo di un territorio passi anche attraverso il concretizzarsi di idee progettuali, l’impegno quotidiano dei Soci lavoratori, gli investimenti in attività che hanno una ricaduta sociale oltre che economica”.

Ostacoli burocratici. Dopo le celebrazioni in pompa magna, il nulla: la residenza per anziani non è mai stata avviata. Il 30 agosto 2012 sembrava finalmente arrivata la svolta: la Regione aveva autorizzato il ricovero nella nuova struttura di 40 pazienti. Questi sarebbero stati trasferiti dal Domus Gratiae (gestito dalla stessa Aidas), la cui struttura necessita di lavori per la messa in sicurezza. Tutto viene però incredibilmente stoppato dalla Asl 4 con la seguente motivazione (a detta della presidente Aidas): “L’Aidas non ha le capacità per gestire la nuova struttura di Collerolletta essendo già impegnata con il Tiffany e il Domus Gratiae”. La coop è ricorsa al Tar ma nel frattempo la struttura continua ad essere deserta.

Lo scorso 7 marzo, con la cooperativa ormai in grandi difficoltà (qui l’articolo su protesta di 79 socie lavoratrici e qui l’articolo su risposta di Valsenti) la presidente Aidas Loredana Valsenti ha spiegato: “La nuova struttura di Collerolletta da due anni è chiusa per blocchi burocratici e a causa di veti posti da un sistema che non consente lo sviluppo a Terni ad imprese indipendenti”. Un messaggio in cui si legge chiaro: a Terni i servizi socio-assistenziali sono in mano a pochi soggetti ed entrare in tale mercato è impresa titanica.

Guardia di finanza in Comune. Ben più semplice invece sembra essere stato, per la Curia, ottenere nulla osta per proprie operazioni immobiliari. Martedì a far visita a palazzo Spada è stata la guardia di finanza che ha prelevato documenti e carte relative alla struttura di Collerolletta: tra le varie vicende che si ipotizza siano all’origine del buco milionario della Diocesi di Terni e per cui sono già indagate 7 persone, la Procura della Repubblica di Terni sospetta ci sia anche questa di Collerolletta. Difficile prevedere quali e quante strade possano imboccare gli inquirenti.

Intanto a causa delle indagini, l’avvio della struttura potrebbe essere ulteriormente ritardato. Lo scorso 16 marzo la Uil di Terni rendeva noto che “trattative tra la proprietà e un gruppo di carattere nazionale molto radicato nel settore sia nelle fasi ultimative e possa persino concludersi nel giro di qualche settimana”. Il sindacato ricordava che “la struttura, posta nel bosco di Collerolletta, ha una superficie di oltre 7.000 metri quadri, è attrezzatissima e può ospitare un centinaio di posti letto”. Veniva quindi espressa soddisfazione “perché il complesso potrà offrire lavoro ad una settantina di persone, sia di livello esecutivo che specialistico. E’ un peccato infatti che un complesso di questa portata rimanga inutilizzato, soprattutto in un territorio come il nostro che ha grande fame di lavoro. Inoltre tale operazione potrà finalmente contribuire a risolvere concretamente i problemi di molti operatori della cooperazione sociale ternana che da alcuni mesi non ricevono gli stipendi”. Gli sviluppi delle indagini potrebbero però rappresentare un ostacolo.

Commissario in Diocesi. Nel frattempo il “commissario” inviato dal Vaticano, l’amministratore apostolico della Diocesi di Terni, Ernesto Vecchi, avrebbe rimosso dai loro incarichi due uomini particolarmente rilevanti della gestione Paglia: Luca Galletti e Paolo Zappelli, rispettivamente direttore dell’ufficio tecnico e direttore dell’ufficio amministrativo e al centro di diverse operazioni immobiliari come soci o rappresentanti di varie società.

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