Terni, studio di commercialisti incubo delle banche: ottenuti centinaia di risarcimenti per usura, anatocismo e clausole

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bancaA Terni c’è uno studio di commercialisti che è ormai l’incubo delle banche del centro Italia: sulla base delle loro perizie, decine di istituti di credito sono stati condannati a risarcire clienti per usura, anatocismo e clausole irregolari. Si tratta dello Studio Copparoni e Di Mei che ha dedicato parte del proprio lavoro degli ultimi anni a contrastare gli abusi delle banche e a trovare la chiave per dimostrarli in tribunale. E i risultati sono straordinari: “Ad oggi abbiamo vinto (o abbiamo positivamente transato prima della sentenza) circa un centinaio di cause con risarcimenti nell’ordine delle decine di migliaia di euro. Attualmente ci sono un centinaio di cause in corso. Riceviamo richieste di perizie da Marche, Toscana, Lazio, Emilia Romagna oltre che dall’Umbria”.

Studio e preparazione. Da qualche tempo le irregolarità ed i possibili ricorsi contro le banche sono al centro dell’attenzione pubblica, specialmente dopo il servizio delle Iene (qui il servizio). Goffredo Copparoni spiega però che “non si può improvvisare perché su questo fronte le banche hanno persone e professionisti sempre più preparati per affrontare le battaglie legali. Dietro una nostra perizia c’è infatti un lavoro complesso e soprattutto c’è studio e preparazione. Tutto è nato – racconta – da un’intuizione di un avvocato a cui il mio socio, Gianluca Di Mei, ha creduto e ha deciso di dedicare tempo e studio. Ci tengo quindi a sottolineare che il merito di questi risultati è di Di Mei. Fin dall’inizio la parte per così dire esecutiva è poi stata portata avanti dal nostro collaboratore Luca Marchetti. Ormai sono 7 anni che ci occupiamo di irregolarità delle banche; le prime sentenze e i primi risultati, visti i tempi processuali, sono arrivati nel 2012. Ora in alcuni casi non si arriva più a sentenza, le banche sanno di andare incontro alla sconfitta e cercano prima una transazione”. Mentre parla, porge una sentenza in cui il giudice dispone il risarcimento di 60 mila euro nei confronti di un’azienda ternana.

Le statistiche. Luca Marchetti afferma che “su circa 200 mila casi analizzati sono emerse queste statistiche: il 91% dei conti correnti aperti dopo il 2001 e che hanno utilizzato lo scoperto bancario, contiene usura. Nel 60% dei mutui si riscontrano pattuizioni di clausole irregolari. Infine nel 100% dei conti aperti prima del 2001 si riscontra qualche irregolarità”. In sostanza quasi tutte le aziende e buona parte di privati cittadini si trovano nelle inconsapevoli condizioni di poter chiedere un risarcimento.

I costi. “Per una perizia – spiega Copparoni – chiediamo solo un piccolo rimborso spese (che non copre nemmeno tutte le spese). Applichiamo infatti il patto di quota lite: il cliente ci paga una percentuale sul risultato effettivo ottenuto. Nei primi periodi non chiedevamo nemmeno il rimborso spese iniziale: abbiamo scommesso fin da subito sulla nostra professionalità e sulla buona riuscita del nostro lavoro”. Tutto possibile in virtù del fatto che “continuiamo ad investire, soprattutto nella formazione. Di Mei ad esempio si è recentemente diplomato alla scuola Ipsoa, io sono fresco di un 28 in Diritto privato: mi sono iscritto a Giurisprudenza”.

I fronti. Copparoni afferma che “la guerra all’atteggiamento vessatorio e prepotente delle banche riguarda tre ambiti: usura, anatocismo e pattuizione di clausole irregolari”. E’ poi Luca Marchetti ad entrare nei dettagli dei tre diversi fronti.

Usura. Partiamo dall’usura, cioè dall’applicazione di tassi di interesse troppo elevati, che superano il tasso soglia (il tasso considerato legale). “Se sono convenuti interessi usurari – recita il secondo comma dell’articolo 1815 del Codice civile – la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. Il tasso soglia viene calcolato ogni tre mesi e deve essere rigorosamente rispettato. “Qualunque banca in effetti afferma che è impossibile abbia commesso usura poiché dispone di un blocco automatico che impedisce di applicare un tasso di interessi più elevato rispetto al tasso soglia. In realtà quel blocco è tarato su parametri non corretti: il risultato è che l’effettivo tasso soglia stabilito dal Ministero viene superato”.

Anatocismo. “Fino al 2001 gli interessi attivi venivano corrisposti annualmente mentre gli interessi passivi erano calcolati su base trimestrale. Dopo il 2001 c’è stato un adeguamento ma l’anatocismo è ancora presente, riguarda soprattutto i conti non movimentati”. Copparoni e Marchetti spiegano infatti che un conto corrente non utilizzato può finire in passivo per i costi stessi della tenuta del conto. Da 50 euro di passivo, nel giro di 10 anni ci si può ritrovare con un debito di 10 mila euro, senza aver mai ricevuto comunicazioni particolari.

Clausole irregolari. Ci sono due clausole irregolari particolarmente comuni: quella del tasso di interesse calcolato sulla base della “piazza di riferimento” e quella delle “commissioni sul massimo scoperto”.

Spiega Marchetti che “prima del 2001 le banche inserivano nel contratto una clausola che consentiva loro di modificare il tasso di interesse sulla base della ‘piazza di riferimento’. E’ una clausola nulla e i tribunali hanno condannato le banche a restituire quanto percepito e ad applicare un tasso sostitutivo: lo stesso tasso dei Bot trimestrali (che si aggira intorno al 2%)”. “Praticamente – specifica Copparoni – fino a 7 volte in meno rispetto ai tassi applicati”.

“Dopo il 2001 non è più stata inserita la clausola della piazza di riferimento ma le banche hanno introdotto le commissioni sul massimo scoperto. In sostanza un interesse aggiuntivo rispetto a quello pattuito che arrivava fino al 2%. Anche questa è una clausola illegale”.

Prescrizione. Le irregolarità bancarie si prescrivono solo dopo 10 anni dalla chiusura del conto corrente (o del rapporto tra banca e cliente), a prescindere da quando sia avvenuto l’illecito. Si può quindi contestare e chiedere il risarcimento per usura, anatocismo o clausole irregolari anche se risalenti a diversi decenni fa.

Restituire speranza. Per Copparoni “è una grande soddisfazione vedere persone con gli occhi lucidi dalla felicità, persone che pensavano di essere finite a cui restituiamo invece una speranza. In un momento di crisi come questo poi, è importante la possibilità di pagare la parcella solo una volta raggiunto il risultato”. Infine “se una persona ha subìto usura, qualsiasi atto di Equitalia nei suoi confronti è sospeso per un anno”. Insomma, chi ha sottoscritto un contratto con tassi di interesse troppo elevati ha diritto anche ad una boccata di ossigeno nei confronti dell’agenzia di riscossione che, per 12 mesi, non potrà pignorare alcunché.

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