Un’accusa infamante, quella di aver molestato sessualmente la propria figlia di 8 anni, e per un uomo 47enne residente a Terni è iniziato un incubo durato cinque anni. Un incubo fatto di vergogna per essere considerato un pedofilo e di arresti domiciliari e detenzione in due carceri differenti (Pescara e Teramo).
Tutto ebbe inizio il 10 agosto del 2008: il 47enne, di origini pescaresi ma da 20 anni residente a Terni con la moglie e le figlie dove lavora da impiegato in un’azienda, si era trasferito per le vacanze al mare dai genitori in Abruzzo. Quel giorno decise di passare una giornata presso la spiaggia di Città Sant’Angelo, vicino a Montesilvano. Essendo un nudista e visto che quel giorno la spiaggia era abbastanza isolata, il 47enne decise di farsi un bagno in completa libertà senza il suo costume, insieme alle sue due figlie. Una donna sopraggiunta poco dopo in compagnia del marito vedendo la scena decise di chiamare il 112. Nel giro di poco tempo arrivarono i carabinieri che portarono l’uomo in caserma mentre la donna, che aveva sporto nei confronti del 47enne, dichiarava ai militari di aver visto quest’ultimo nudo in acqua mentre accarezzava una delle figlie che si trovava a cavalcioni sopra di lui. L’uomo ritornò a casa dei genitori ma, tre giorni dopo, all’alba, bussarono alla porta i carabinieri che lo portarono via e lo condussero lo stesso giorno presso il carcere di Pescara.
E’ l’inizio del terribile incubo per il 47enne che si ritrova a dover rispondere di un’accusa atroce. Nel penitenziario pescarese gli altri detenuti lo considerano un pedofilo capace di molestare la propria figlia e gli riservano un trattamento particolarmente duro, lo ricoprono di insulti e disprezzo. Non va meglio quando viene trasferito nel carcere di Teramo.
L’incubo è andato avanti per 5 anni ed è finito soltanto la settimana scorsa quando il tribunale di Pescara ha deciso: “assolto perché il fatto non sussiste”. Il 47enne è ovviamente scoppiato in un pianto liberatorio. Il pm per lui aveva chiesto otto anni di reclusione per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico, ma i giudici hanno tenuto conto della documentazione della difesa e soprattutto dell’esito delle perizie sulla bambina che oggi ha 13 anni e sulla quale non sono stati riscontrati traumi o conseguenze di eventuali abusi.