Terni, inceneritore Biomassa, violazioni ambientali, indagate 8 persone

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inceneritore-terni-2L’inceneritore Terni Biomassa è al centro di un’inchiesta giudiziaria che vede indagate 8 persone. Per la Procura sono state commesse circa 30 violazioni ambientali.

L’impianto di Maratta era già finito sotto i riflettori delle autorità per alcune irregolarità che avevano portato il sindaco ad emettere un’ordinanza di sospensione temporanea delle attività. L’inceneritore era poi tornato in funzione dopo che la società aveva convinto Regione ed Arpa di aver ottemperato alle prescrizioni.

Ora è però la Procura a muovere degli addebiti. Per l’accusa sono state violate numerose norme che regolano la gestione dei rifiuti e le emissioni. Tra l’altro viene contestato l’aver trattato pulper con valori fuori da quelli consentiti e privo di certificazioni, ma anche irregolarità nella strumentazione di monitoraggio delle emissioni, eccessive quantità di rifiuti in entrata, omessi controlli, valori eccessivi di alcuni inquinanti emessi nell’aria (diossine, furani e monossido di carbonio), acque contaminate da quantità troppo elevate di rame scaricate nel fiume, rifiuti pericolosi trattati come non pericolosi.

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato agli 8 indagati: 3 vertici di Terni Biomassa Spa, 2 dirigenti della Tozzi Green Spa, 3 dirigenti di altrettante imprese operanti nel settore del pulper e dei rifiuti.

Il Comitato No Inceneritori Terni interviene subito sul caso chiedendo ora alla Regione di rigettare la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata da Terni Biomassa. Il comunicato di No Inc:

“E’ evidente ormai che la vicenda inceneritori rappresenta una ipoteca in termini ambientali, sanitari e di legalità. E pensare che la Tozzi holding ha solo tre anni di presenza nella nostra città, da quando nel 2013 acquisì l’inceneritore ex Printer. Tre anni in cui ci sono state decine di manifestazioni, anni in cui la materia ambientale e quella degli inceneritori è stata tra i primi punti nell’agenda politica e nella campagna elettorale del 2014. Insomma, la tanta attenzione pubblica ma anche i continui accessi agli atti amministrativi non hanno impedito alla Terni Biomassa di compiere fino a trenta violazioni in materia ambientale. Evidentemente convinti che nessuno avrebbe controllato. Il sospetto, come da noi denunciato a proposito di un conflitto di interessi di Arpa e uno studio di progettazione che segue Terni Biomassa, forse non era così peregrino.

Ora alla Regione spetta il facile compito di rigettare la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale che Terni Biomassa ha depositato ormai nel 2014. Va rigettata perché le violazioni riscontrate restituiscono una precisa volontà di contravvenire le prescrizioni rilasciate dalle amministrazioni e agenzie competenti e questo dimostra l’attitudine “proprietaria” con cui questi signori trattano il nostro territorio già sottoposto a livelli alti di contaminazione delle matrici aria, acqua, suolo. Insomma, l’impianto risponderà anche ai criteri di legge, questo è ciò che diranno in Regione, e quindi non si può non autorizzare, ma la politica deve assumersi la responsabilità di un atto chiaro e definitivo.

Si sta lentamente materializzando un quadro che conferma i tanti sospetti attorno alla ‘inverificabilità’ di ciò che viene stoccato e bruciato negli inceneritori. Questa vicenda di Terni Biomassa, fa il paio con l’altra che riguarda il pulper prodotto come scarto dalle cartiere lucchesi e che conteneva idrocarburi oltre il limite di legge e che sarebbe stato bruciato anche nell’inceneritore di ACEA. Insomma, non ci sono inceneritori buoni e inceneritori cattivi”.

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