Denunciare i responsabili del buco milionario della diocesi di Terni, interrompere ogni rapporto tra la curia e i soggetti in qualche modo coinvolti nello scandalo, azzerare l’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero. E’ quello che il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, chiede al nuovo vescovo Giuseppe Piemontese.
Il comunicato di Andrea Liberati:
“Rinnoviamo il nostro benvenuto a mons. Piemontese.
Bene ribadire a chiare lettere che questi si troverà dinanzi a una realtà avviluppata e straordinariamente omertosa giacché, se fosse vero il contrario, non ci troveremmo in questa situazione. Siamo dunque fiduciosi che il nuovo vescovo agirà con lo stesso spirito e zelo già mostrati da Papa Francesco sulla Curia e sullo IOR: anche a Terni alcuni episodi meritano infatti la rapida attivazione di misure eccezionali, visti i danni inferti al nostro patrimonio morale e materiale.
1) Al di là della procedibilità d’ufficio, siano sollecitamente presentate in Procura le necessarie denunce contro i vari faccendieri, amministratori, presunti dirigenti, improbabili imprenditori, professionisti e consulenti che hanno cinto d’assedio la Diocesi; seguano poi le relative richieste di sequestro conservativo, lanciando così un segnale inequivocabile all’intera comunità regionale, nonché ai non pochi malfattori che assediano la nostra città in particolare, fin dentro la Chiesa. Sarebbe stonato se non si utilizzassero appieno i mezzi forniti dal diritto per recuperare il maltolto da coloro che si sono arricchiti indebitamente alle spalle del popolo di Dio;
2) le persone coinvolte a vario titolo nella ‘stangata’ alla Diocesi, anche quali soci o ex soci di ex funzionari o come interessati tessitori – pubblici e privati – di manovre che hanno impoverito la Chiesa e la città, si astengano da nuove relazioni con l’Ente, così come da ogni incarico avente natura pubblica, tenendo perciò al riparo le Istituzioni – sacre e profane – dalle prevedibili conseguenze giudiziarie delle loro condotte;
3) si azzeri immediatamente l’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero, salito anni fa agli onori di cronache anche nazionali per aver autorizzato manovre inammissibili a livello economico e contraddittorie sul piano pastorale: dalla cessione misteriosa di un terreno alla metà del prezzo proposto all’abbattimento dell’edificio delle Orsoline sino all’eccessivamente oneroso riacquisto dell’immobile di Via Saffi; dall’assenza di trasparenti bandi di gara per le necessità d’ufficio (alienazioni, locazioni e acquisti, ledendo la libera concorrenza tra imprese) fino ai conflitti di interesse di alcuni membri dell’Istituto medesimo;
4) sia superata l’annosa incompatibilità statutaria rappresentata dal membro diocesano presente nel Comitato di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni. Bene rapidamente procedere alla sua sostituzione, conformemente alle normative vigenti.
Si applichi dunque una sana intransigenza a garanzia delle Istituzioni medesime e quale esempio e concreto segno di rispetto verso i tanti che –giovani e meno giovani- hanno tenuto in questi difficili anni un contegno irreprensibile, essendo non di rado costretti a emigrare.
D’altra parte, l’alternativa al degrado morale che, sotto una cupola malavitosa, tiene in scacco brani importanti d’Italia e dell’Umbria, potrà emergere anche a Terni solo con un programma pastorale atto a restituire fermamente le linee dell’etica cristiana, nel solco del cammino già tracciato da mons. Ernesto Vecchi.
In tal senso i quattro punti qui citati rappresentano temi concreti offerti al discernimento e all’auspicabile coerente azione episcopale”.