Il processo per la morte di due operai dell’inceneritore Asm di Maratta, colpiti da gravi patologie tumorali, deve ripartire dal gup. La quarta sezione della Corte di cassazione ha infatti accolto il ricorso presentato dalla procura di Terni contro la sentenza di non luogo a procedere pronunciata nel gennaio 2014 dal gup Pierluigi Panariello nei confronti delle dieci persone accusate di omicidio colposo. Il fascicolo tornerà quindi al tribunale di Terni, che dovrà ora fissare una nuova udienza preliminare davanti ad un altro giudice.
La decisione della Suprema Corte è stata resa nota oggi, dopo la discussione del ricorso avvenuta ieri. Per il pm Elisabetta Massini la sentenza di proscioglimento (perché il fatto non sussiste) del gup Panariello sarebbe stata carente nelle motivazioni. La procura eccepiva anche la preparazione e le competenze del perito nominato dallo stesso gup per verificare eventuali legami tra condizioni di lavoro all’interno dell’inceneritore e malattie, legami esclusi nella consulenza al contrario di quanto sostiene il pm.
Tra gli indagati figurano l’ex sindaco di Terni Paolo Raffaelli, ex presidenti e dirigenti della società municipalizzata. Oltre all’accusa di omicidio colposo, ai dieci viene contestata anche quella di lesioni per le malattie contratte da altri due operai.