Terni è stata definita “maglia nera” per i livelli di polveri sottili. Si aggiunge così l’ennesimo appellativo che dà conto della situazione ambientale e dell’inquinamento della Conca preoccupante soprattutto sotto il profilo della salute pubblica, come attestato dallo studio Sentieri. I dati su pm10 e pm2,5 giustificano in pieno il negativo giudizio di Isde. Più complesso stabilire quali provvedimenti possano essere utili.
LA SITUAZIONE PM10 I grafici che riportano i dati del pm10 rilevato a Terni dalle 3 centraline Arpa nell’ultimo mese non lasciano spazio a dubbi: l’aria è costantemente carica di polveri sottili.
LA SITUAZIONE PM2,5 A dispetto dei colori dei grafici (privi di colorazione rossa in corrispondenza degli sforamenti) i livelli di pm2,5 sono molto più preoccupanti. Per comprenderlo basta tener conto di due elementi:
- il limite per il pm10 è pari a 50 μg/m3 mentre per il pm2,5 è fissato a 25 μg/m3 (la metà);
- con pm2,5 si catalogano polveri più fini (rispetto al pm10) quindi più invasive e per questo molto più nocive per la salute umana.
Ecco, alla luce di tutto ciò, i grafici dell’ultimo mese mostrano come a Terni il limite per il pm2,5 sia stato spesso triplicato e a volte quadruplicato.
CHE FARE? Che fare di fronte ad una situazione oggettivamente preoccupante? Blocco del traffico? Limitazioni dei riscaldamenti? A Terni si tratta di un film già visto e rivisto, talmente tanto da poter anticipare il finale senza correre il rischio di rovinare la sorpresa ad alcuno: sono provvedimenti che hanno effetti insignificanti sul livello di polveri sottili (tra l’altro lo stesso esito si è avuto quest’anno in altre città italiane come Roma e Milano). E sono addirittura provvedimenti dannosi quando finiscono per divenire – ulteriore – fumo negli occhi utile a nascondere precise responsabilità politiche.
Criticare il sindaco per non averli già adottati pare allora una sterile polemica. Il primo cittadino dovrebbe essere messo di fronte a ben altre responsabilità: da quelle sugli inceneritori (che “producono” quantità non indifferenti di pm2,5 e che per la Asl provocano 8 morti l’anno) a quelle sulla mancanza di piste ciclabili degne di questo nome, passando per i problemi di viabilità (che pare peggiorare ad ogni “ritocco” da parte delle amministrazioni comunali).
Soprattutto su quest’ultimo punto vale la pena segnalare come il 2015 possa essere considerato l’anno nero per il traffico: in corrispondenza delle festività natalizie si sono registrate code ed intasamenti mai visti negli anni passati. Un peggioramento che dovrebbe far riflettere gli inquilini di Palazzo Spada. Perché forse mentre si pensa – giustamente – a politiche di mobilità alternativa, si dovrebbe anche tornare a cercare di rendere il traffico più scorrevole. Evitare di complicare la situazione sarebbe già un buon inizio: dovrebbe ormai esser chiaro che eliminare corsie di marcia e parcheggi di superficie gratuiti non persuade nessuno a preferire l’autobus al posto dell’auto ma causa invece code più lunghe e ingorghi più grossi (con conseguente aumento dell’inquinamento).
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