“Saluto e auspico che tale evento susciti in ciascuno un vivo desiderio di rinnovamento interiore, sostenuti dalla fede e dalla speranza, doni di Dio, padre ricco di misericordia, incoraggiando a guardare al futuro con fiducia”. Il Giubileo diocesano dei detenuti, celebrato oggi nel carcere di vocabolo Sabbione è stato arricchito da un telegramma del Santo Padre, Papa Francesco. Il telegramma è stato letto ai 250 detenuti che oggi hanno preso parte alla cerimonia, officiata dal Vescovo Monsignor Giuseppe Piemontese e dal cappellano dell’istituto di pena, padre Rino Morelli, all’interno del campo sportivo del carcere. E per alcuni di loro potrebbe esserci anche la possibilità di un altro evento importante: la partecipazione al Giubileo dei detenuti il 6 Novembre, in Vaticano, proprio con il Papa.
Sono stati gli stessi detenuti a “servire” la Messa e a leggere le letture previste, mentre per l’occasione era presente anche un coro diretto dal maestro Paolo De Santis. Presenti alla celebrazione vari altri sacerdoti, gli operatori penitenziari di polizia, gli addetti ai servizi, i dirigenti e i volontari di Caritas ed Unitalsi.
IL VESCOVO: RESETTATE LA VOSTRA VITA – Nell’omelia monsignor Piemontese ha detto: “Ognuno di noi, nella condizione esistenziale, civile, morale e spirituale in cui si trova è invitato da Gesù a riscoprire il volto misericordioso di Dio – tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno di pacificazione interiore, di perdono, di amore. E Gesù ci dice che tutti possiamo avere accesso al Padre, al suo amore, al suo perdono. Egli ci attende, aspetta il nostro ritorno con umiltà, riconoscimento dei nostri errori e peccati (…). Cari fratelli, cari amici, state trascorrendo un tempo particolare della vostra esistenza, condito con l’amarezza dell’assenzio: solitudine, lontananza dalla famiglia, sofferenza, vergogna e umiliazione, emarginazione, mancanza di libertà.
State pagando un debito proporzionato o esagerato, meritato o immeritato: ognuno sa quanto. Il Signore che legge nei cuori conosce la verità. Adoperatevi per far valere le vostre ragioni di verità e giustizia. In ogni caso, insieme alla libertà fisica non lasciate che si perda quella morale e spirituale. Approfittate di questo tempo per trarre dal negativo il positivo, dal male il bene; resettate la vostra vita, reimpostatela su nuovi binari di verità e di rettitudine.
Il Giubileo della misericordia vi ispiri pensieri e sentimenti di fiducia nella misericordia di Dio e di speranza che tutto avrà un termine: preparate fin da ora il tempo della vostra libertà.
Vivete questo tempo per ripensarvi come cristiani, nell’amicizia con Dio attraverso la lettura della Parola di Dio, la preghiera, la vicinanza con Gesù che è venuto a portare la libertà ai prigionieri. E’ lui il maestro del reinserimento, che ha riportato alla vita serena e gioiosa tanti uomini e donne: Matteo e Zaccheo che come esattori delle tasse opprimevano e a volte derubavano la gente, Pietro che lo aveva rinnegato, Paolo che lo aveva perseguitato, gli apostoli che lo avevano abbandonato, la donna adultera e la Maddalena, che si erano affidate a Lui, il Centurione che lo aveva crocifisso, il ladrone che aveva chiesto perdono a Lui in punto di morte. Papa Francesco ha detto: “Il Signore è un maestro di reinserimento: ci prende per mano e ci riporta nella comunità sociale. Il Signore sempre perdona, sempre accompagna, sempre comprende; a noi spetta lasciarci comprendere, lasciarci perdonare, lasciarci accompagnare”. (Casa circondariale di Castrovillari). San Francesco d’Assisi durante il tempo della sua prigionia a Perugia (ed era una prigionia durissima) si è trasformato interiormente, ha potuto riscoprire la bellezza della vita e ha iniziato il percorso che poi lo ha portato ad essere il santo che conosciamo. Ai limiti esteriori corrisponda uno slancio di rinnovamento interiore in umanità e spiritualità”