C’è la possibilità che l’inceneritore non sia riacceso. La notizia arriva direttamente dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che è intervenuto al convegno organizzato da Comitato No Inceneritori, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori. In una gremita sala dell’orologio del Caos, il sindaco ha chiaramente fatto sapere di aver chiesto la realizzazione di un nuovo piano d’ambito che escluda l’utilizzo dell’incenerimento e che sarà valutato dai sindaci dell’Ati4.
Si tratta di una novità: il piano regionale ambientale approvato nel 2009 prevedeva che 40mila tonnellate all’anno fossero incenerite con un impianto già esistente nel territorio ternano. Si dava quindi per scontato che sarebbe stato riacceso l’inceneritore Terni Ena di proprietà Acea (già in fase di revamping). Di Girolamo apre invece il campo ad una possibilità completamente diversa. La società Oikos già incaricata di realizzare il piano d’ambito dovrà infatti redigere due diversi piani: uno che preveda l’incenerimento (così come stabilito dalla Regione nel 2009) ed un piano totalmente diverso che escluda gli inceneritori dal ciclo di gestione dei rifiuti. Entro la fine di aprile l’assemblea dei sindaci voterà il piano d’ambito ed a quel punto sapremo se sull’inceneritore potremo scrivere la parola “fine” o se viceversa tornerà realtà.
Soddisfazione del Comitato. Il Comitato No Inceneritori giudica questa novità come “una prima vittoria”. Proprio un membro del comitato, Fabio Neri, nel corso del convegno aveva denunciato come “finora ad Acea è stato regalato l’intero ciclo dei rifiuti” facendo notare che sia la discarica di Orvieto che l’inceneritore di Terni è di proprietà della società romana. Aveva inoltre paventato che “se fosse votato il piano d’ambito così come indicato dal piano regionale, per 15 anni a Terni verrebbero bruciati pulper e rifiuti e sappiamo cosa significa avere un inceneritore: ci siamo già passati”.
Successo dell’appuntamento. Al convegno hanno preso parte molti ternani che hanno seguito e partecipato dalle 16 fino alle 20 passate. Dopo le 6500 firme consegnate al sindaco e la biciclettata del 3 marzo a cui avevano preso parte circa 200 persone, il successo dell’evento costituisce un’altra conferma della volontà dei ternani di impedire la riaccensione dell’inceneritore.
Non sono mancate proteste e contestazioni rivolte a Di Girolamo che all’inizio del suo discorso ha premesso: “so di trovarmi in un posto scomodo, ma non ho voluto sottrarmi al confronto”. Oltre al sindaco e a Fabio Neri erano presenti al convegno il presidente dell’Asm, Carlo Ottone, il medico Giovanni Vantaggi, l’assessore all’Ambiente del comune di Capannori, Alessio Ciacci, Alfredo Mosca di Rifondazione Comunista e Alessandra Ruffini di Italia dei Valori. Nel dibattito che è seguito alla prima parte del convegno in molti hanno preso la parola per porre domande o esprimere il proprio punto di vista. Tra loro anche Damiano Stufara, consigliere regionale di Rifondazione Comunista.
I dati dell’Asm. Il presidente dell’Asm, Carlo Ottone, ha ribadito che l’inceneritore di proprietà dell’azienda municipalizzata sarà smantellato. Dopo aver ricordato di essere da poco alla guida dell’Asm, ha snocciolato una serie di dati tra cui quelli relativi ai livelli raggiunti dalla raccolta differenziata: ad oggi è al 37,2%, cioè ben distante dal 65% previsto dalle normative europee. Ottone ha ricordato che nel 2006 tale percentuale era ferma al 30% e nel 2011 era ancora al 34%. Interrotto più volte da contestazioni, la parole più utilizzata dal presidente Asm è stata il verbo “migliorare”: “Dobbiamo migliorare”, “Il servizio di raccolta migliorerà”, “Stiamo migliorando”.
Stufara vuole un nuovo piano regionale. Per Damiano Stufara “si è verificato un fatto politico: Di Girolamo ha riaperto la discussione e l’inceneritore non è più scontato”. A margine del convegno ha poi fatto sapere a Terni Oggi che la volontà è quella di giungere ad nuovo piano regionale ambientale e nelle prossime settimane Rifondazione si attiverà per raggiungere questo obiettivo.
Inquinamento e rischi per la salute. Nel corso del convegno il dr. Giovanni Vantaggi ha mostrato quale sia l’effetto nocivo di polveri sottili e diossina. Ha mostrato dati inquietanti in riferimento agli ultimi anni: mentre negli Stati Uniti si è registrato un aumento dello 0,6% di tumori nei bambini e in Europa di 1,1%, in Italia si è avuto un aumento del 2%. Ha inoltre messo in guardia: “Stare entro i limiti stabiliti dalla legge per diossina e polveri sottili non significa automaticamente evitare malattie e morti”. Il messaggio è chiaro: anche a basse dosi le sostanze inquinanti costituiscono un rischio per la salute.
I “Zero Rifiuti” del comune di Capannori. Grande stupore hanno suscitato i risultati ottenuti dal comune di Capannori (in provincia di Lucca) che si è posto l’obiettivo “Rifiuti Zero” cioè l’azzeramento del materiale che finisce in discarica o nell’inceneritore. Ne ha parlato l’assessore Ciacci: “Ad oggi siamo all’83% di raccolta differenziata e vogliamo arrivare al 100%”. Già si registrano importanti vantaggi economici: la spesa per i rifiuti è passata da 3,1 milioni di euro a un milione e mezzo; costi praticamente dimezzati. L’assessore ha poi illustrato una serie di posti di lavoro creati grazie all’economia ecosostenibile che si è sviluppata a Capannori: dagli operatori ecologici necessari per la raccolta porta a porta dei rifiuti (il comune ne ha assunti 50) agli addetti alla rigenerazione dei toner per stampanti, agli occupati nel processo del riciclo della carta. Si sono poi sviluppate attività commerciali private ecosostenibili come la Fcorta (Filiera Corta) che impiega solo materie prime provenienti da una distanza massima di 70 chilometri dal luogo di produzione. Sono stati introdotti provvedimenti e prodotti per diminuire la produzione di rifiuti: ne sono un esempio i pannolini lavabili, i chewingum biodegradabili e i detersivi venduti alla spina (che incentivano il riutilizzo dei contenitori).
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