Tutto rimane in stand-by. L’operazione di trasformazione, deliberata dalla Giunta pochi giorni fa, della Afm (Azienda Farmacie Comunali) in una Spa è stata stoppata dalla terza commissione nella riunione consiliare tenutasi nella giornata di ieri.
Dubbi e incertezze pesano sulla decisione, soprattutto quelle derivanti dalle conseguenze che scaturirebbero dalla spending rewiew. In merito a ciò, alcuni consiglieri del Pd e Tallarico (Ptca), come riferisce il Giornale dell’Umbria, hanno chiesto e ottenuto che la questione venga approfondita accuratamente. I consiglieri Paparelli e Cicioni del Pd, hanno evidenziato come di questi tempi sia difficile trovare privati interessati all’acquisto di quote azionarie, visto che la partecipazione ai bandi emanati per altre farmacie comunali italiane sia stata nulla. Favorevole all’operazione, invece, il consigliere del gruppo Misto Garofoli che ha sottolineato come l’ingresso di privati sia di vitale importanza per il futuro dell’azienda: “Sia chiaro – riferendo ai sindacati presenti alla riunione – per rilanciare l’azienda non servono solo organici, serve una capacità finanziaria che oggi il Comune non ha. Abbiamo bisogno dei privati”.
Sindacati di categoria che al pari di alcuni consiglieri fanno emergere i propri dubbi sull’operazione, soprattutto per ciò che ne potrebbe scaturire in termini di personale. Desirè Marchetti della Filcams sottolinea come l’effetto primario della privatizzazione sia la riduzione da 15 a 5 dei contratti a tempo determinato per coprire il personale in malattia o in ferie, riducendo in questo modo la competitività dell’azienda. Non è dello stesso parere il vice sindaco Libero Paci, correggendo prima la Marchetti sui numeri dei contratti a tempo determinato e poi dichiarando come la Giunta voglia proseguire nella direzione presa con la delibera: “Non vedo le ragioni per rimettere in discussione la scelta – riferisce Paci – ma sui tempi e sulla necessità di fare gli approfondimenti non ho problemi a discutere. E’ vero che ci saranno vincoli sul personale, con una riduzione del 50% sulla spesa del 2009, ma solo fino a che la Spa sarà interamente pubblica”.
Già l’altro ieri Rifondazione Comunista aveva parlato della necessità di una “pausa di riflessione” per valutare alcuni aspetti: “In primo luogo, si deve registrare una profonda trasformazione del quadro normativo. La liberalizzazione del settore, che consente ad oggi di aprire una nuova farmacia ogni 3 mila abitanti, determina una crescita dell’offerta privata che ha sicuri effetti svalutativi sul patrimonio in capo all’Azienda Comunale, che si somma all’obbligo, previsto dalla legge, di cedere ai privati almeno il 40% delle quote azionarie entro due anni dalla trasformazione di spa”.
“In secondo luogo – prosegue la nota del segretario provinciale Angelo Morbidoni – le vicende relative alla tassa sulle vendite notturne, applicata dalle farmacie private inserite nella turnazione notturna, come pure la contrarietà espressa dalle rappresentanze del settore in merito alla ricollocazione di una delle sedi delle farmacie comunali presso i poliambulatori di via Bramante fanno emergere con forza il ruolo sociale che può ancora svolgere l’Azienda Farmaceutica, in passato messo in dubbio con eccessiva superficialità anche dalla maggioranza. Non si capisce perché l’Azienda Farmaceutica non possa ricollocare una delle proprie sedi in prossimità di un importante centro di servizi sanitari pubblici, costituendo per la prima volta una valida filiera dell’assistenza a servizio di tutta la comunità, mentre le farmacie private sono ubicate, nella quasi totalità dei casi, all’interno di immobili dove sono presenti studi di medici specialisti. È lecito supporre che sia proprio il timore di una seria concorrenza da parte dell’Azienda Farmaceutica Comunale a determinare questa levata di scudi dei ‘ricettifici’ presenti oggi nel territorio”.
“Che gli utili non ci siano stati per molti anni è un fatto – conclude Morbidoni – come pure che questi possano tornare ad esserci con una gestione che attraverso un’adeguata revisione della struttura e delle sedi dell’Azienda sappia coniugare il carattere pubblico di questo servizio con la sua remuneratività economica e sociale. Per questo il PRC di Terni propone di valutare l’individuazione di una forma societaria che consenta di mantenere anche per il futuro la proprietà pubblica dell’Azienda Farmaceutica Comunale, abbandonando il proposito di una trasformazione in spa che rischia di compromettere la qualità del servizio”.