La vita di un topo vale quanto quella di un essere umano? Ha ragione Caterina Simonsen o Susanna Penco? Gli animali devono essere impiegati o no nella ricerca scientifica? Sono più pazzi i nazi-animalisti o i nazi-cacciatori? In un’Italia dilaniata dalla crisi economica, da una classe politica grottesca e predatoria, da una burocrazia orwelliana e da una corruzione sistematica, sembra che gli italiani non abbiano da porsi domande più importanti di quelle che riguardano la sperimentazione animale: è infatti questo l‘argomento più scottante delle ultime settimane. Ieri anche un cittadino ternano ha dato il proprio contributo con un colorito intervento alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”.
Caterina. Il dibattito, per le proporzioni che ha assunto, somiglia ad una lite sul colore del centro tavola mentre la casa brucia: di questo passo (se non viene spento “l’incendio” della crisi) in Italia non rimarrà nessun potenziale sperimentatore sugli animali, i ricercatori votati al martirio sono sempre meno, la maggior parte emigra all’estero. Mettendo da parte l’incomprensibile scala di interessi della popolazione italiana, più interessata all’arredo che alle fiamme, questo è il breve riassunto delle puntate precedenti: a metà dicembre una ragazza di 25 anni, studentessa di veterinaria e malata di tre diverse gravi e rare patologie, ha pubblicato una foto su Facebook (quella riportata qui a fianco). E’ stato il finimondo: quanto scritto sul cartello ritratto nella foto (“Io Caterina S. ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni”) ha attirato l’attenzione di milioni di utenti di Facebook.
Insulti. Soprattutto la foto ha raccolto migliaia di commenti di questo tenore: “Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose”. Nel giro di pochi giorni si è acceso un dibattito più infuocato e partecipato di quelli sulla formazione della nazionale. Da una parte gli animalisti (secondo cui la sperimentazione animale va abolita) e quelli che la stessa Caterina ha ribattezzato nazi-animalisti (animalisti radicali disposti allo sterminio della razza umana pur di difendere tutte le altre specie viventi), dall’altra parte i favorevoli alla sperimentazione sugli animali per la ricerca medica (con i dovuti accorgimenti ed evitando inutili sofferenze agli animali) ed i cacciatori che ovviamente sono entrati (e sono stati tirati) nel dibattito, alcuni dei quali particolarmente risentiti con chi critica il proprio hobby (da alcuni definiti quindi nazi-cacciatori).
La vicenda ha monopolizzato l’attenzione degli utenti dei social network al punto tale che una decina di giorni dopo tutti gli organi di informazione si sono ritrovati a parlare della storia di Caterina, degli insulti dei nazi-animalisti e del dibattito sulla sperimentazione animale. Nemmeno i politici si sono sottratti: ad esempio Renzi ha affermato più volte di stare dalla parte di Caterina mentre la Brambilla ha confermato di essere dalla parte degli abolizionisti.
Susanna. Se Caterina è diventata, suo malgrado, la bandiera di coloro che sostengono la sperimentazione animale, gli animalisti non sono stati da meno trovando il loro rappresentante in una biologa, ricercatrice e malata di sclerosi multipla. Susanna Penco è divenuta un’icona degli animalisti grazie ad un intervento in cui ha stigmatizzato gli insulti nei confronti di Caterina ma al tempo stesso ha sostenuto che sia “proprio la sperimentazione sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati”. Uno a uno palla al centro? Già, perché la partita non è affatto finita, il dibattito ha accompagnato la fine del 2013 e non si è spento in questi primi giorni del 2014. Anzi, proprio ieri anonimi animalisti hanno portato lo scontro a livelli più inquietanti: hanno affisso alcuni manifesti all’esterno dell’Università di Milano in cui alcuni ricercatori che eseguono sperimentazione sugli animali sono definiti “assassini”.
Animalista ternano alla Zanzara. E ieri anche un ternano ha dato il proprio contributo al dibattito: Gianluca (cognome ed altre informazioni non sono note) ha chiamato in diretta la nota trasmissione radiofonica di Radio 24 “La Zanzara”: ne è uscita fuori una polemica (fatto usuale per la trasmissione in questione) con il conduttore Giuseppe Cruciani. Sei minuti (nel mezzo un’interruzione che abbiamo tagliato nell’audio qui proposto) di provocazioni, insulti e linguaggio scurrile che possono essere di qualche interesse per gli appassionati al dibattito sulla sperimentazione (gli animalisti troveranno dichiarazioni di cui indignarsi) ma saranno soprattutto apprezzati dagli amanti del “trash”.
L’audio dell’intervento dell’animalista ternano Gianluca a La Zanzara: