Oggi le acciaierie di Terni compiono 130 anni dalla loro fondazione. Per l’occasione questa mattina nello stabilimento di viale Brin ha avuto luogo una speciale celebrazione alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso. Presenti, tra gli altri, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, e il presidente della Provincia, Feliciano Polli.
BUON COMPLEANNO “Bisogna coniugare e rendere compatibili le parole industria, lavoro, benessere, salute e anche ambiente” ha detto Grasso, parlando a margine delle celebrazioni. “Siamo qui per dire buon compleanno e per cercare di potenziare questa industria che ha un alto tasso di occupazione e quindi è un bene per il Paese e per i lavoratori” ma è necessario “mettere l’accento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sul rispetto dell’ambiente, che tutte le industrie devono avere”.
LAVORO E AMBIENTE Il presidente del Senato ha ribadito il concetto: “Non esiste crisi, non esiste profitto, non esiste concorrenza e competizione che possa far passare in secondo piano la vita umana, la salute, la formazione continua dei lavoratori di ogni qualifica e di ogni settore produttivo, il controllo sistematico delle misure di sicurezza, la tutela dell’ambiente. Deve essere un impegno di tutti fare in modo che i termini industria, lavoro, ambiente, sicurezza e benessere diventino tra loro sempre più conciliabili e tra loro compatibili, per rinnovare il patto di fiducia e collaborazione tra la città, l’azienda, i cittadini e i lavoratori”.
Secondo Grasso, lo Stato è chiamato anche “a definire regole chiare ed efficaci in materia di sicurezza ambientale e di sicurezza sul lavoro, affinché sia tutelata la salute delle popolazioni che vivono nei territori limitrofi ai complessi industriali e siano garantite la salute e la sicurezza dei lavoratori all’interno dei siti produttivi”.
DISOCCUPAZIONE SPAVENTOSA Grasso ha inoltre parlato della grave situazione occupazionale dell’Italia: “Le cifre spaventose della disoccupazione nel nostro Paese, e in special modo di quella giovanile, impongono alle istituzioni un intervento radicale e convinto. Altissime sono le attese dei cittadini su questo fronte. Realtà produttive importanti come questa – ha sottolineato Grasso in riferimento all’Ast – ci ricordano che il lavoro è l’unico strumento per garantire un duraturo benessere per le generazioni attuali e per quelle future. È per questo che ritengo che lo Stato, i rappresentanti dei cittadini e le istituzioni, nelle loro articolazioni centrali e locali, debbano tornare ad impegnarsi in politiche industriali forti, perseguendole con convinzione; politiche che da troppo tempo mancano nel nostro Paese in una prospettiva necessariamente europea”.
IL PIU’ ANZIANO E IL PIU’ GIOVANE Durante la cerimonia il presidente Grasso ha premiato, consegnando loro una targa, Ennio Rossi e Matteo Matteucci, rispettivamente il dipendente più anziano e quello più giovane dell’acciaieria, mentre al termine ha visitato insieme ai vertici aziendali e istituzionali alcuni reparti della fabbrica.
PUCCI L’amministratore delegato di Ast, Marco Pucci, ha detto: “Le Acciaierie di Terni non sono semplicemente una realtà produttiva umbra, ma rappresentano un pezzo importante dell’ossatura industriale del nostro paese, per il quale hanno scritto e continuano a scrivere pagine importanti della sua storia economica, culturale e sociale”.
Nel suo discorso Pucci, parlando della storia delle acciaierie, ha ricordato le molte circostanze critiche di questi ultimi anni, “legate ad eventi e fattori che spesso travalicano le nostre personali competenze e responsabilità. Ma non abbiamo mai smesso di tutelare la nostra realtà produttiva, nelle sue formidabili professionalità, nel suo valore e nella sua reputazione, impegnandoci con attenzione e rigore nella sua multiforme gestione”. Secondo Pucci, i 130 anni festeggiati oggi “rendono visibile questo sforzo”, che “dobbiamo continuare a condividere anche col sistema paese, perché una realtà strategica come questa sia presidiata e abbia tutte le possibilità per rendere fruttifero il suo ineguagliabile patrimonio. Senza impresa non c’è futuro”.
MARINI La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha dichiarato: “Qui siamo in una città cresciuta attorno alla sua fabbrica che ne ha connotato in modo indelebile il tratto identitario, sociale, culturale ed urbano. Qui sono le radici di uno sviluppo industriale che ha messo sempre al centro il manifatturiero, segnandone in modo inscindibile lo sviluppo della città e della regione”.
Marini, dopo aver sottolineato che Ast rappresenta “un asse strategico del Paese nel settore degli acciai speciali”, ha ricordato le vicende più recenti relative alla compravendita e al recente via libera della Commissione europea alla riacquisizione del sito industriale da parte di Thyssenkrupp: “In questi due anni la ‘fabbrica’, la città di Terni e l’intera regione, hanno vissuto con grande preoccupazione il clima di incertezza determinato dalla decisione di un passaggio nell’assetto proprietario”. In questa vicenda, secondo la presidente, “la Commissione europea ha mostrato il volto più burocratico di una Europa preoccupata più delle astratte regole di funzionamento del mercato interno, anziché di cogliere, nella crisi globale e nel riassetto del mercato mondiale anche dell’acciaio, la necessità di una nuova strategia di politica industriale europea che favorisca la crescita e l’occupazione”.
Chiarezza della struttura dell’operazione rispetto agli obiettivi strategici di Tk, comunicazione del piano industriale della multinazionale tedesca e mantenimento della strategicità del sito integrato di Terni e dei livelli occupazionali, sono per Marini i temi aperti, che attendono “risposte chiare”. “L’industria e la manifattura in questa regione – ha proseguito la presidente – non è solo la nostra storia: abbiamo l’ambizione di pensare e di chiedere all’industria un contributo alla formazione del Pil maggiore di quanto non accada in altri territori”. Infine Marini ha ribadito che “Terni dovrà continuare ad essere città dell’industria e del lavoro, luogo di lavoro e per i lavoratori, capace anche di ripensare se stessa. Con questa consapevolezza guardiamo con fiducia vigile al nostro futuro”.
POLLI Il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, ha affermato: “La vicenda Ast pur risolta positivamente, si colloca comunque in una fase delicata per il nostro territorio, colpito dalla crisi di molte aziende e con un pesante livello di disoccupazione, giovanile e non solo. Una condizione non diversa da quella che vive il paese e che mette a rischio la coesione sociale e la stessa convivenza civile. L’Ast è una grande azienda con una grande storia ed ha un legame indissolubile con il territorio e con il paese e rappresenta un valore economico e sociale di grande rilievo. La sua vicenda, così ricca ed importante, si è intrecciata, nel corso del tempo, con la comunità locale e regionale, con le istituzioni e i governi nazionali, con i mercati nazionali e internazionali ed ha attraversato una fase difficile e travagliata fino a tornare di proprietà tedesca. Questo percorso è stato seguito con grande attenzione ed impegno dalle istituzioni locali e regionali, dal Parlamento, dai sindacati, dai governi nazionali e dagli stessi rappresentanti in sede comunitaria”.
“Per queste ragioni – ha proseguito Polli – la visita del presidente Grasso è un’occasione significativa della vita dell’azienda. In circostanze così difficili per il nostro territorio e per il nostro paese, essa assume grande valore perchè dà il senso dell’importanza delle acciaierie nella storia industriale e nell’economia italiana, anche in relazione al fatto che l’industria manifatturiera italiana, che così importante è stata per l’economia e l’occupazione del paese, oggi è messa in discussione dalla crisi. Noi siamo invece fermamente convinti che debba costituire ancora un elemento fondamentale per il futuro. La presenza del presidente Grasso assume anche un valore simbolico di attenzione per l’Ast e per il settore industriale del nostro paese e dei territori. L’Ast stessa, con la sua storia recente – ha concluso Polli – ci insegna che è possibile restare nei mercati quando si è competitivi. Per questo occorre perseguire strategie industriali appropriate e favorire le condizioni indispensabili a livello di ricerca, innovazione, professionalità, tecnologia e credito. Queste condizioni rischiano di non essere sufficienti se, da parte europea e ancor più italiana, non si mettono in campo politiche di sviluppo favorevoli alla crescita delle imprese e dell’occupazione”.
LA STORIA AST Da complesso industriale più grande dell’Italia unita a multinazionale dell’acciaio inossidabile che guarda ai mercati globali. È un cammino lungo e articolato quello percorso dall’Acciai speciali Terni, fabbrica che ora occupa circa 2.800 dipendenti.
E’ infatti nel 1884 che la storia di Terni – per ragioni di carattere militare, grazie soprattutto alla posizione geografica strategica e alle abbondanti risorse idriche disponibili – inizia a intrecciarsi con quella della siderurgia: con atto costitutivo del 10 marzo nasce la Società degli alti forni, fonderie ed acciaierie di Terni” (nome che manterrà fino al 1923), che può contare su una grande acciaieria, un reparto di laminazione, una grande fucina, un maglio da 108 tonnellate. Iniziano così anni di fermento industriale per la città, che la porteranno a essere ribattezzata la “Manchester italiana”. È in questa acciaieria che sono state prodotte le corazze delle più prestigiose unità della flotta italiana, la batisfera delle esplorazioni marine di Auguste Piccard e il contenitore sferico della centrale elettronucleare del Garigliano.
Dopo i primi decenni di vita caratterizzati dalla diversificazione della produzione (dal settore idroelettrico a quello chimico) e il passaggio nel 1934 sotto il controllo dell’Iri, è negli anni Sessanta che l’acciaieria consolida la sua presenza nel settore degli acciai speciali, in particolare negli inossidabili piani. Nel dicembre 1988, all’interno del risanamento della siderurgia pubblica italiana, la Terni acciai speciali cede gli impianti all’Ilva, mentre sei anni dopo l’azienda viene definitivamente privatizzata. La tedesca Krupp, con una cordata che coinvolge anche Falck, Agarini e Riva, ne diviene la proprietaria e, nel 2001, dopo essersi fusa con la Thyssen assume la proprietà delle intere azioni. Quattro anni dopo la vertenza che ha mobilitato l’intera città: la proprietà decide la graduale riduzione della produzione di acciai magnetici, fino alla totale cessazione.
Particolarmente ricca di avvenimenti e sorprese la storia più recente. Nel 2011 Tk decide lo scorporo del settore inossidabile, tra cui l’Ast, in un soggetto operativo indipendente, annunciando poi la vendita alla multinazionale finlandese Outokumpu. La Commissione europea approva l’operazione ma, per assicurare il rispetto della normativa sulla concorrenza, la subordina alla nuova cessione degli impianti ternani, riacquistati nuovamente, a sorpresa, proprio dalla Thyssenkrupp, dal febbraio scorso tornata azionista di maggioranza.