Come noto, per domani al Mise è in programma un altro round del tavolo sul futuro dell’Ast: si inizia alle ore 12. Il ministro Federica Guidi ha convocato le organizzazioni sindacali di categoria nazionali e provinciali, il management dell’acciaieria e le istituzioni locali. Queste ultime e i sindacati hanno richiesto la presenza dei rappresentanti di ThyssenKrupp.
Le posizioni di partenza sono sempre le stesse: l’azienda è decisa nel dare attuazione al piano di risparmi da 100 milioni all’anno, 12 dei quali attraverso il taglio del costo del lavoro, attraverso in particolare il ridimensionamento della contrattazione integrativa. Proposta che non trova d’accordo i sindacati che avanzano invece un piano molto diverso, con tagli molto più contenuti sul fronte del personale.
Quello di domani sarà con ogni probabilità soltanto l’ennesimo incontro interlocutorio: l’azienda infatti ha già annunciato la possibilità di avviare un’ulteriore fase di negoziati, della durata di tre mesi.
MARINI Intanto la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, torna oggi ad affermare quello che molti hanno sostenuto nel recente passato: l’Unione Europea ha giocato un ruolo particolarmente dannoso per le acciaierie di Terni. E il commissario Almunia ne ha dato prova anche recentemente (qui l’articolo). Ha detto Marini: “Serve una Commissione europea che non fa quello che ha fatto l’uscente, che porta molte delle responsabilità nell’attuale situazione in cui si trova l’Ast di Terni, per le decisioni assunte in termini di astratte regole sulla concorrenza. Ci vorrebbe una Commissione europea che metta al centro il tema della siderurgia, di quali politiche industriali e pubbliche per la siderurgia in Europa di come sostenere i player produttori di livello europeo dell’acciaio. Anche perché – aggiunge il residente – l’acciaio è il presupposto di tutta l’industria manifatturiera che vogliamo sviluppare nel nostro continente. Quindi la Commissione europea deve cambiare rotta in maniera molto chiara”.