“Ad oggi sono tutti confermati i dubbi sul futuro del sito ternano”. E’ il commento di Fiom Terni in merito ai recenti sviluppi che riguardano le acciaierie. Secondo il sindacato è necessario un intervento del Governo ai massimi livelli.
“Nel ribadire che l’operazione di rientro di Ast in TK-AG ha, ad oggi, protetto e tutelato il sito di Terni, salvaguardando la sua unitarietà, quanto affermato da TK-AG riapre tutte le criticità della nostra vertenza e tutte le incognite fino ad oggi evidenziate”.
“Nell’incontro avvenuto a Roma tra le due multinazionali – scrive Fiom – il Governo e le Istituzioni Umbre, al quale non sono state invitate le rappresentanze sindacali, TK-AG sembra aver confermato la strategia rispetto alla futura gestione di Terni che era già stata espressa in un comunicato, della stessa TK-AG, all’indomani dell’annunciato ritorno di AST in Thyssen. Ferma restando la riconferma da parte di TK di rivendere il sito ternano in un prossimo futuro, non comprendiamo i messaggi di ottimismo che vengono diffusi, da più soggetti, rispetto alla gestione transitoria che dovrà caratterizzare l’assetto produttivo impiantistico ed occupazionale di questo stabilimento. Messaggi di ottimismo dettati soltanto, ad oggi, da buoni propositi che TK da tempo annuncia tramite comunicati ed incontri istituzionali”.
Per Fiom “questa realtà industriale non si difende con i buoni propositi, ma si difende con la concretezza delle azioni che la multinazionale tedesca ed il management ternano metteranno in campo e che dovranno essere orientate a confermare i volumi produttivi nell’area a caldo e ad incrementare i volumi nell’area a freddo. Per queste ragioni riteniamo fondamentale, come già chiesto più volte, l’incontro con il Governo, ai suoi massimi livelli e con la multinazionale tedesca, per condividere un piano industriale di investimenti che ha come primo obiettivo la difesa dei livelli produttivi, elemento essenziale per difendere la strategicità e l’occupazione ternana”.
“Operazioni o soluzioni diverse da questa andrebbero ad aggravare una situazione già complicata a causa della crisi che ha visto, in questi anni, difficoltà produttive ed economiche del sito stesso che si sono principalmente scaricate sui lavoratori di AST, delle Società controllate e delle ditte operanti nel sistema degli appalti. Riteniamo che come lavoratori ternani abbiamo già dimostrato, più di altri, quanto abbiamo a cuore le sorti delle produzioni ternane, pagando sulla nostra pelle con lotte e sacrifici. Non saremo disposti ad accettare soluzioni che penalizzeranno quanto in questi anni abbiamo fatto in difesa della nostra storia e del nostro lavoro ed ulteriori perdite di posti di lavoro che accentuerebbero un problema sociale già presente in questa città”.