Salute e lavoro: sono questi i diritti in ballo quando si parla del binomio Ast e inquinamento ambientale. Negli ultimi anni, benché l’ad Marco Pucci abbia denunciato una campagna denigratoria nei confronti delle acciaierie, il livello del dibattito si è notevolmente elevato grazie all’impegno di alcune associazioni, su tutte quello di Italia Nostra. Ora questo tema di straordinaria importanza per la città di Terni potrebbe entrare in una nuova dimensione: quella giudiziaria. L’Arpa ha infatti segnalato alcune irregolarità alla Procura della Repubblica di Terni, ipotizzando uno o più reati.
Il fatto che potrebbe segnare una svolta ha origine nei primi mesi del 2014 quando Arpa Umbria ha effettuato una visita ispettiva presso le acciaierie di Terni. Al termine dei controlli, Italia Nostra e WWF hanno presentato una richiesta di accesso agli atti ma dall’Arpa non hanno ricevuto alcun documento. Questa la risposta del direttore del dipartimento di Terni, Adriano Rossi: “Si comunica che gli atti richiesti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Terni con comunicazione di notizia di reato”.
Rossi nella risposta specifica quindi perché non può fornire i documenti a Italia Nostra e WWF: “Si comunica il differimento della domanda di cui all’oggetto, ai sensi e per gli effetti dell’art. 329 CPP”. Significa che gli atti relativi all’ispezione dell’Arpa nei confronti dell’Ast sono ora coperti da segreto d’indagine. Questo perché l’Arpa, svolgendo la funzione ispettiva, ha ruolo di polizia giudiziaria cui è imposto di non comunicare gli atti di indagine preliminare né all’indagato né a terzi.
Nei giorni successivi i rappresentanti delle due associazioni, Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, pur non avendo potuto ricevere i documenti, avevano scritto che il controllo, teso “alla verifica del rispetto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), si è concluso accertando l’inadempimento di almeno 15 prescrizioni”.
Ast era già finita al centro di diverse indagini della magistratura, da quelle sulle polveri di Prisciano, finite con un nulla di fatto, a quelle sulle infiltrazioni della galleria Tescino che sono invece tuttora in corso. L’impressione è che stavolta potrebbe aprirsi un capitolo giudiziario più ampio.