E’ un coro unanime: per salvaguardare l’Ast è necessario l’impegno del Governo nazionale e delle istituzioni europee. Oggi a ribadirlo ci sono gli interventi di Antonio Tajani, europarlamentare di Forza Italia e primo vicepresidente del Parlamento europeo nonché ex Commissario europeo per l’Industria e di Walter Verini, parlamentare del Partito democratico. C’è poi la rabbia della Rsu di Uilm che critica fortemente il piano di Ast dopo le già dure prese di posizione dei sindacati dei giorni scorsi.
TAJANI Per Tajani “la vicenda delle acciaierie di Terni deve essere seguita e gestita dal Governo Renzi con grande attenzione come si fece ai tempi del Governo Berlusconi. A Terni non c’è una delle tante aziende in crisi ma un moderno sito siderurgico che è patrimonio dell’intera Italia”. Il vicepresidente del Parlamento europeo annuncia inoltre che “già da martedì, in occasione della prima seduta della commissione Itre (Industria, Ricerca ed Energia) coinvolgerò il Parlamento Europeo affinché siano rispettate le indicazioni che la Commissione Ue aveva dato in sede di riacquisizione dell’azienda da parte di Thyssenkrupp. La siderurgia, come ho scritto nel piano d’azione per l’acciaio deve rimanere centrale per lo sviluppo dell’Europa”.
VERINI Il parlamentare del Pd, Walter Verini, in una nota scrive: “La battaglia per il futuro delle Acciaierie di Terni deve continuare al livello giusto, nazionale ed europeo, come la manifestazione e le posizioni delle istituzioni locali e nazionali, dei lavoratori e dei sindacati hanno chiesto. Primo, perché non si tratta solo di una battaglia vitale per la città di Terni e per la comunità regionale tutta. Secondo, perché il confronto con una multinazionale come la Thyssenkrupp venga condotto dal Governo italiano e dall’Unione Europea ai massimi livelli. Difendere il polo siderurgico ternano rappresenta un interesse strategico nazionale, ed è a quell’altezza che si deve sviluppare l’iniziativa.”
Aggiunge inoltre il deputato: “Proprio per questo va raccolto anche l’appello del Sindaco Di Girolamo, che si è rivolto a tutta la società a tutti i soggetti come quelli imprenditoriali, perché si mettano al fianco delle istituzioni locali e regionali e dei sindacati e dei lavoratori per dare più forza alle mobilitazioni e alle proposte per il futuro della produzione di acciaio a Terni. Per quanto riguarda i parlamentari Pd italiani ed europei – ha concluso Verini – abbiamo già messo a disposizione tutto il nostro impegno e sono certo che così è e sarà per tutti gli altri parlamentari degli altri partiti: Terni e la sua battaglia sono una grande questione che riguarda, senza distinzione, tutti”.
RSU UILM Prosegue intanto la mobilitazione dei lavoratori. Secondo la Rsu Uilm “la totale adesione e partecipazione alle 24 ore di sciopero proclamate all’indomani della presentazione da parte di Thyssenkrupp del piano industriale è una prima importante risposta”.
Secondo la rappresentanza sindacale unitaria Uilm “non può essere accettabile un piano di riorganizzazione che si fonda su numeri falsi e contraddittori. Negli ultimi 15/18 mesi abbiamo avuto contrasti significativi con la direzione aziendale, perché in particolar modo per effetto delle ultime fuoriuscite per l’adesione alle liste di mobilità, si è sempre più spesso ricorso all’utilizzo di straordinari e al sacrificio dei lavoratori nel non usufruire delle ferie, al fine di garantire la regolare marcia degli impianti. I lavoratori di Ast che operano in quei segmenti produttivi, sono consapevoli più di tutti che con un esubero proclamato di 476 unità in Ast, non è tecnicamente possibile continuare a produrre con 2 forni contemporaneamente. L’azienda ha idea di cosa significa organizzarsi nell’area a caldo con 2 forni in marcia, 1 milione di tonnellate di produzione e 476 unità in meno?”.
“Poi – prosegue ancora la Rsu Uilm – non si capisce perché nel presunto piano industriale qualora si vada nella male augurata direzione di un solo forno, gli esuberi sono solo 70 in più cioè 550. Certo che nasconde ulteriori esuberi infatti tra forno, AOD, colata continua, refrattari, logistica, manutenzione e servizi correlati arriveremmo velocemente al doppio del numero da loro indicato, ben oltre le 150 unità”.
Infine “con rabbia viene da chiedersi se chi ha costruito questi numeri falsi conosca il ciclo produttivo di Ast e se lo ha mai fisicamente visto. In passato non ci siamo mai sottratti ai sacrifici, li abbiamo sempre fatti con l’obbiettivo della prospettiva, questione questa che nel piano Thyssenkrupp è chiaramente assente”.
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