Falso in atto pubblico, taratura effettuata due giorni dopo l’attivazione e numero di matricola riportato nelle multe differente da quello effettivo dell’occhio elettronico. Sono queste le nuove accuse mosse dal consigliere regionale di Confimpresa, Francesco Bartoli, al Comune di Terni per dimostrare l’illegittimità dell’autovelox di viale dello Stadio e delle multe elevate tramite l’apparecchio. Accuse che arrivano a seguito della lettura di alcuni documenti inerenti l’apparecchio elettronico presso il comando della polizia municipale di Terni: i verbali di installazione e i certificati di taratura dei due autovelox. Secondo Bartoli, dall’analisi effettuata sui documenti raccolti ci sarebbero molte difformità tra quanto dichiarato nel verbale di installazione, quanto realizzato effettivamente e quanto riportato nei verbali delle multe.
In merito all’accusa di falso in atto pubblico, Bartoli sostiene che chi ha installato l’autovelox ha dichiarato di averlo montato correttamente, ma in realtà non ha seguito quanto previsto dalla circolare ministeriale che regolamenta tale procedura, e tale fatto emergerebbe dalla perizia effettuata dalla polstrada: “La dichiarazione sottoscritta di aver applicato le disposizioni del manuale d’uso secondo quanto imposto dalla circolare ministeriale, corrisponderebbe ad un falso in atto pubblico se, com’è stato confermato dalla polizia stradale, le operazioni di posizionamento delle spire sotto l’asfalto non sono state fatte secondo le disposizioni previste dal manuale d’uso della ditta costruttrice”.
Il consigliere di Confimpresa sostiene inoltre che la taratura è stata effettuato dopo l’attivazione dell’autovelox: “Il certificato di taratura – scrive Bartoli – porta la data del 07/11/2011 mentre l’attivazione dell’autovelox è del 05/11/2012. Ricordiamo che nei primi giorni di attivazione le multe superarono le 500 unità giornaliere perciò, ne consegue che le multe dei giorni 5, 6, 7 novembre del 2012 sarebbero da considerare nulle e, quanto meno, l’amministrazione per correttezza avrebbe dovuto aspettare di conoscere l’esito della regolare taratura avvenuto solo in data 12/12/2011 data in cui è stata protocollata la documentazione in Comune. Invece, la corsa all’attivazione dell’autovelox evidentemente era spinta da evidenti esigenze di cassa”.
Infine, l’ultima anomalia riscontrata nei documenti ottenuti dagli uffici della municipale riguarda il numero di matricola dell’autovelox che risulta essere differente rispetto a quanto riportato nelle multe spedite ai cittadini sanzionati: “C’è un’ inspiegabile discordanza tra la tipologia del macchinario riportata nei documenti – scrive Bartoli – ( trafficphot III sr oppure trafficStar sr 520?) e sul numero di matricola 593-100/60756, difforme da quello indicato in tutte le multe, come nella multa del 05/11/2011, che si allega (qui la multa), dove è scritto matricola impianto num. 625-000/62656. Possono sembrare particolari insignificanti ma ricordiamo che stiamo parlando di atti pubblici e questi dati come i numeri di matricola degli impianti sono assegnati dalle ditte di fabbricazione e non possono essere cambiati da nessuno. Quindi, o il certificato è giusto ma riferito ad un altro impianto e quindi l’autovelox di viale dello Stadio è illegale, poiché senza certificazione valida, oppure il certificato è sbagliato e le dichiarazioni di osservanza delle disposizioni del manuale di istallazione fornito dalla ditta, come prescrive il ministero dei Trasporti sarebbero non corrispondenti al vero, e allora ci sarebbero gli estremi di reato penale, falso in atto pubblico. Anche la documentazione dell’autovelox di viale Alfonsine ha le stesse irregolarità”.
Ora, a seguito di quanto raccolto, Bartoli ha inviato una lettera al prefetto di Terni Vittorio Saldino (che dovrà decidere sulla legittimità dell’autovelox installato) per concordare un incontro e presentare tutta la documentazione in suo possesso: “Abbiamo chiesto al prefetto un incontro ufficiale per poter concordare le modalità di inoltro presso gli uffici della prefettura dei ricorsi ciclostilati”.