Bartoli: ”Me ne vado da Terni. Il mio ultimo regalo: l’iniziativa per Ast”

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caschetto TerniNegli ultimi anni è stato protagonista di molte proteste e polemiche nei confronti dell’amministrazione comunale di Terni: dal contrasto agli autovelox ritenuti illegali alle polemiche sulla festa dell’Unità alla Passeggiata, passando per molte altre, fino alla recente accusa al segretario comunale del Pd ternano di usare abusivamente un permesso disabili per parcheggiare sulla strisce gialle. Alle ultime elezioni si era candidato a sindaco della città, sostenuto da due liste civiche, non riuscendo ad essere eletto in Consiglio. Oggi Francesco Bartoli annuncia di aver deciso di andarsene da Terni. In un comunicato spiega di aver dato vita all’ultimo progetto per la città, un’iniziativa in difesa dell’Ast.

Il comunicato di Francesco Bartoli:

Ho ascoltato tutti, ho aspettato che tutti i partiti, i politici, i sindacalisti, gli amministratori, i lavoratori prendessero la loro posizione ufficiale sulle sorti della nostra fabbrica e adesso sollecitato da tanti amici ho deciso di dire la mia. Mentre ascoltavo questo fiume di parole, una esondazione di scuse e banalità sulla pelle degli operai, lavoravo ad un progetto, l’ultimo, che volevo regalare alla mia città, prima della mia partenza.

Ho pensato in silenzio ed in completo anonimato di metterlo a disposizione per la causa dei lavoratori dell’Ast. Mi avete sempre accusato di essere un polemico, un “sollevatore di polveroni”, di essere capace solo a criticare, e di parlare male della mia città. Chi mi conosce sa che questo non è vero, e che invece la mia ira, la mia rabbia e la mia voglia di combattere, anche da solo contro lo status quo era invece un’atto d’amore verso una città che vedevo arrancare, scivolare giorno dopo giorno verso il baratro.

Non volevo lasciare di me un ricordo da “sfascista” come qualcuno mi ha definito, e prima di partire da Terni volevo lasciare un segno, un ricordo positivo che potesse esprimere il mio amore per la mia terra. Così come ho spiegato meglio in un altro post, ho ideato ad agosto una pagina di Facebook “A Terni c’è” per far conoscere sul web quello che c’è di buono a Terni, dalle bellezze naturali alle cose più caratteristiche che contraddistinguono la ternanità, per informare su iniziative ed eventi culturali ed artistici, promuovendoli in modo del tutto gratuito.

La pagina ha avuto un successo strepitoso sfondando il 2 ottobre quota 5000 like. Ma in quei giorni tra la fine del mese di settembre e gli inizi di ottobre, l’evolversi della crisi dell’Ast travolgeva la città ed anche i social network. Le foto dell’acciaieria diventano improvvisamente le più condivise, le più commentate. Le inevitabili polemiche e scambi di opinione che ne seguivano rischiavano di trasformare A Terni C’è in una pagina di protesta (l’ennesima!), snaturandone la mission iniziale.

Volevo dare comunque il mio contributo alla causa e decido, visto l’evolversi della crisi dell’Ast e la sua ricaduta non solo economica ma anche emotiva sulla città, di sospendere temporaneamente lo sviluppo della pagina A Terni C’è, ed il 4 ottobre nasce la pagina “Città di Terni “, una pagina dedicata alla città di Terni, una pagina indipendente, sociale, partecipativa, dove verranno condivise tutte le breaking news in tempo reale, esclusivamente notizie del territorio ternano tratte da tutti i siti on line regolarmente registrati come testate giornalistiche.

Come prima iniziativa “sociale” decido di sposare appunto la causa dei lavoratori AST rivolgendo un appello a tutti i fan e follower delle due pagine di adottare il caschetto bianco della Terni indossato da Karol Wojtyla nella visita che fece a Terni il 19 marzo del 1981, mettendolo al posto della foto del proprio profilo. Un gesto simbolico ma significativo di una città intera che si mette il casco per difendere la propria fabbrica. In pochi giorni migliaia di utenti hanno sostituito la propria foto del profilo con una delle tre immagini pubblicate.

In tanti avete accolto il mio appello e mentre vedevo spuntare caschetti bianchi in ogni profilo, ogni tanto mi scappava un sorriso perché a farlo era qualche mio nemico dichiarato e mi domandavo “Chissà se lo avrebbe fatto se a dirlo pubblicamente era Francesco Bartoli anziché una pagina anonima di Facebook?”

Molti ci chiedevano di svelare chi c’era dietro questa iniziativa, per potersi complimentare ma per difendere la mia pagina da questi nemici ho mantenuto l’anonimato assoluto fino ad oggi. Eh sì perché a Terni non basta avere una buona idea, per fare qualsiasi cosa l’idea deve avere il marchio di fabbrica, il placet della lobby che governa questa città, altrimenti viene boicottata in tutti i modi leciti o illeciti.

E’ per questo che penso di andarmene da questa città che amo, lo faccio per i miei figli per dare a loro una possibilità diversa per il loro futuro.

“I giovani devono partire , andare via ma per curiosità non per disperazione” questo lo dice Renzo Piano e io a 48 anni non posso aspettare che le cose cambino a Terni, rischio di arrivare alla vecchiaia rincorrendo ancora il sogno della Terni che vorrei, e rischierei di vedere i miei figli soffrire in questa città senza prospettive, come sto soffrendo io da oltre 20 anni. Se non dovevo pensare al futuro dei miei figli sarei rimasto, a lottare per il cambiamento della Città, ma spero mi capirete, il futuro dei figli viene prima. Continuerò a seguire le vicende della città da lontano, anche attraverso queste pagine che comunque controllerò anche a distanza.

Adesso finalmente anche io posso mettermi il caschetto bianco sul mio profilo, non per opportunismo, visto che non ho più nulla da chiedere a questa città, ma in modo convinto io commerciante ho deciso di schierarmi da tempo al fianco degli operai, aiutandoli a divulgare la loro protesta.

Lo faccio perché in questi anni da rappresentante sindacale dei commercianti e dei lavoratori dei commercianti ho sempre sostenuto che non possono esistere lavoratori di serie A (dipendenti pubblici e di grandi aziende) e lavoratori di Serie B (dipendenti di piccole aziende commerciali ed artigiane), invocando invano una solidarietà a tutte le sigle sindacali quando situazioni come quella del cantiere di Piazza Valnerina o di piazza del Mercato hanno messo a rischio e poi eliminato tanti posti di lavoro (almeno 50 solo in questi due casi) provocando anche la chiusura di tante piccole attività.

Per coerenza non potrei oggi essere indifferente ai problemi dei lavoratori dell’Ast, ma per la stessa coerenza che manca ai sindacati, dico che fare un corteo ed uno sciopero seppur massiccio a Terni non servirà a nulla. Non serve a nulla perché i media nazionali ne parleranno brevemente se ne parleranno. Non serve a nulla perché la protesta deve essere indirizzata contro l’atteggiamento pilatesco del Governo Renzi.

Non serve protestare a Terni perché gli amministratori locali hanno già dimostrato a tutti i livelli di non saper gestire gli interessi della comunità, anzi hanno chiaramente dimostrato una sudditanza psicologica nei confronti del governo, per tutelare i propri interessi personali e questo è ancor più grave.

Ma ve lo immaginate un assessore o un consigliere regionale del Partito Democratico protestare sotto Montecitorio contro Renzi, cioè la persona che fra qualche mese deciderà chi sarà ricandidato per il Partito Democratico alle prossime elezioni regionali? Io neanche se lo vedo. Mi sono domandato ma se al Governo ci fosse stato Berlusconi, il PD e i sindacati quante manifestazioni avevano già organizzato a Roma? Ecco la coerenza che manca ai sindacati e agli amministratori del PD locali che invocano solidarietà dagli altri senza offrirla agli operai contro il Governo centrale che non li difende.

Io chiedo ed auspico che venga organizzata una grande manifestazione di protesta a Roma, una manifestazione della città di Terni contro il Governo che non la difende dagli interessi tedeschi. Una marcia su Roma, nello stile di quella che organizzò a Washington poco più di 50 anni fa Martin Luther King, una marcia per la libertà e per il lavoro. La libertà dai tedeschi chiedendo il commissariamento dell’azienda come è avvenuto a Taranto, e la tutela dei posti del lavoro, creati anche da una maxi bonifica ambientale pagata dai mancati profitti che i tedeschi pensavano di fare con la vendita dell’AST.

Una volta bonificata e risanata l’azienda potrà tornare sul mercato individuando un partner affidabile che dia le garanzie necessarie per lo sviluppo del sito industriale. Ne guadagnerebbe la città nel suo complesso mantenendo i posti di lavoro e riducendo le fonti di inquinamento.

Ma chi può chiedere questo intervento deciso al Governo? Chi fino ad oggi fra gli amministratori locali ha assistito passivamente alla finta vendita ai Finlandesi? Chi ha taciuto per anni sulle gravi inadempienze per la tutela ambientale da parte dei tedeschi? E’ ora che i lavoratori dell’acciaieria si liberino da questo abbraccio mortale dei politicanti attenti solo a tutelare i loro interessi personali e le loro carriere politiche ed aiutati da tutti i cittadini e da tutti gli altri operatori economici della città marcino su Roma.

Fino a quando Renzi non vedrà il popolo ternano urlare sotto le finestre di Montecitorio non si degnerà di contrastare ed irritare la Merkel! Organizziamo la marcia su Roma a costo di farla con un serpentone di auto private, ne abbiamo fatti tanti a noi commercianti non ci manca il coraggio! E voi operai lo avete il coraggio di marciare su Roma? E i sindacati cosa faranno mentre i lavoratori marciano su Roma, rimangono a Terni?

Con 80 euro al mese Renzi vi ha convinto a votarlo, e adesso con 80 mila euro i tedeschi amici di Renzi vogliono comprare la vostra vita! Cari lavoratori vale così poco la vostra vita? Perché se avete meno di 40 anni è della vostra vita che stiamo parlando e sappiate che a Terni con quella cifra non potrete aprire nessuna attività perché tutte quelle che già ci sono sono in profonda crisi e sarete costretti ad emigrare perché lavoro non c’è, a meno che non consideriate un lavoro un incarico da precario in qualche cooperativa ternana.

Quindi con gli 80 mila euro, a meno che non scegliate qualche paese asiatico, in altre città o all’estero non ci fate molto, scappate da una città in crisi per vivere in miseria in un altro luogo. Fatevelo dire da chi da tempo ha valutato questa possibilità. Io venerdì sarò al vostro fianco come lo sono stato in questi mesi in modo silenzioso aiutandovi a divulgare la vostra protesta sulle mie pagine. Ma vi chiedo di tirare fuori gli attributi e l’orgoglio che i nostri padri e i nostri nonni hanno avuto in passato per difendere il loro lavoro.

Marciamo su Roma, facciamo vedere di cosa sono capaci i ternani, io sarò con voi a costo di organizzare un nuovo serpentone di auto fino a Roma, fosse anche l’ultima cosa che faccio prima di lasciare la mia città!

Io avevo un sogno, che questa città si sarebbe potuta svegliare dal torpore di questi ultimi 20 anni, vado via con la speranza che prima o poi questo avvenga perché come disse quel giorno a Washington M.L.King “La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano”.

La crisi dell’Ast sia la scossa che svegli dal torpore questa città e faccia urlare tanta gente rimasta silenziosa per troppi anni, facendo fare un passo indietro a tutti gli amministratori che in questi anni non hanno saputo gestirla.

Da oggi anche io metto il casco e adesso cari nemici potete pure togliere il vostro Mi Piace che avete messo alla pagina, o togliere il caschetto dal vostro profilo, perché lo ha detto Bartoli, ma non pensate di fare uno sgarbo a me, se lo farete, farete uno sgarbo alla vostra città, la mia amata Terni in cui un giorno spero di tornare”.

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