Il caso, diventato giudiziario, degli Eventi Valentiani irrompe nuovamente nello scenario politico locale. Per la Procura di Terni, l’ex assessore agli Eventi Valentiniani, Eros Brega (attuale presidente del Consiglio regionale), avrebbe sottratto circa 200 mila euro causando quindi un danno alle casse del Comune di Terni (e per questo per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio, qui l’articolo). Di diverso avviso Palazzo Spada: per quegli ammanchi il Consiglio comunale, pochi giorni fa, ha riconosciuto debiti fuori bilancio per 260 mila euro, giustificando e coprendo quindi le risorse che mancherebbero. Parte dell’opposizione comunale, cioè i gruppi consiliari di Udc, Lista Baldassare e Terni Oltre cui si aggiunge Carlo Orsini (Gruppo misto, da poco fuoriuscito dal Pdl) contestano duramente tale operazione che sarebbe stata voluta dal sindaco Leopoldo Di Girolamo. I consiglieri ritengono che il primo cittadino si stia macchiando di “omertà politica” ai danni dei cittadini ternani: per coprire spese (ritenute folli), Palazzo Spada applica aliquote Imu molto elevate. Annunciano quindi un esposto alla Corte dei Conti ed alla Magistratura ordinaria.
[stextbox id=”custom” caption=”Cos’è un debito fuori bilancio”]E’ un debito formatosi senza la necessaria copertura finanziaria e quindi perfezionatosi giuridicamente al di fuori della programmazione contabile perché non iscritto in bilancio. Ciò non vuol dire di per se che sia illegittimo ma la legge impone, vista la formale irregolarità, che ne sia ricostruita minuziosamente la genesi: tanto è vero che quando questi debiti vengono portati in aula per la necessaria approvazione da parte del Consiglio Comunale, occorre che questi siano scissi, resi prontamente conoscibili, e soprattutto rechino singolarmente i pareri tecnico-contabili da parte dei funzionari d’area.[/stextbox]
Questo il comunicato di Udc, Lb, Terni Oltre e Carlo Orsini:
“Di Girolamo copre € 260.000 di spese assurde imponendo ai ternani tagli e restrizioni, privilegiando l’omertà politica agli interessi della città. Richiesta di costituzione di parte civile nel procedimento davanti al GUP ed esposto alla Corte dei Conti ed alla Magistratura ordinaria. Paghi chi ha sperperato.
Mentre l’assestamento di bilancio non ha riportato a verità cifre importanti relative a residui attivi dal Comune per vendite immobiliari dichiarate da anni ma ad oggi mai avvenute (Scuola Elementare di Piediluco, Mercato Coperto, Struttura di Colle dell’Oro, ecc) Di Girolamo ha imposto ai consiglieri della propria maggioranza, pochi giorni fa, di coprire i debiti fuori bilancio creati a suo tempo dall’allora Assessore agli Eventi Valentiniani per 260.000 euro nei confronti del quale viene chiesto oggi il rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Terni. Tale comportamento è a dir poco vergognoso!
Le notizie giornalistiche inerenti quella “privatissima” Associazione Eventi Valentiniani confermano in pieno, al di là delle vicende giudiziarie su cui non intendiamo minimamente entrare, quanto hanno sostenuto alcuni consiglieri comunali quando tali fatti accadevano ma anche recentemente sia in III Commissione Bilancio che in Consiglio Comunale.
I ternani ignari vengono costretti a pagare, con le proprie tasche e con i tagli al sociale, le follie di quegli anni. Abbiamo spiegato anche in aula in modo chiarissimo che alcune di quelle spese:
1)- furono fatte al di fuori delle regole previste obbligatoriamente dalla legge per le modalità di spesaimposte agli Enti Locali a tutela della trasparenza e degli interessi generali;
2)- non sono mai state inserite nei bilanci di previsione del Comune e la legge prevede che chiunque, assessore o dirigente, spenda danaro pubblico senza esserne autorizzato dal consiglio comunale in base ad unatto formale ed ad un programma trasparente e prestabilito paghi di tasca propria, soprattutto se effettuate appunto a prescindere da qualsiasi correttezza amministrativa, senza gara, spesso per finalità che con S. Valentino nulle hanno a che vedere, ordinate non dal dirigente comunale ma da altri soggetti che non potevano farlo se non pagando appunto di persona quelle spese, per pranzi e cene avvenute anche molto lontano dal Comune di Terni.
E’ bene ricordare che quei debiti fanno seguito ad altrettanti fuori bilancio fatti sempre a favore dell’Associazione, oggi per decenza sciolta, sempre con lo stesso singolare meccanismo, che Raffaelli fece personalmente coprire sempre con danaro pubblico in un precedente assestamento di bilancio: un fiume di danaro extra utilizzato in un tourbillon di cui nulla è rimasto alla città se non un buco di bilancio dietro l’altro, non uno straccio di festival valentiniano, non un minimo di indotto turistico, nulla di nulla;
3)- non potevano essere coperte con altri sacrifici da imporre ai cittadini perché era nota a tutti la vicenda che si trascinava da dieci anni anche perché la stampa ne aveva ampiamente parlato. Alcuni di noi erano intervenuti in Consiglio in modo inequivocabile proprio per il significato grave che quella parte della manovra di bilancio assumeva. Alla faccia della trasparenza ed in barba all’ennesimo conflitto di interessi fu creata quella “strana” Associazione come una scatola cinese soppiantando la “Fondazione S. Valentino” il cui Segretario, il compianto Marino Tattoli, non si sarebbe mai prestato a tali manovre.
E’ per questo che in Consiglio Comunale, a chi voleva a tutti i costi far votare la delibera di assestamento, tagliando servizi sociali ed imponendo un’IMU tra le più alte in Italia per coprire tali malefatte, chiedemmo di esprimersi con il massimo senso di responsabilità, cioè con la votazione per appello nominale affinchè un moto di coscienza potesse far riflettere.
Non solo dichiarammo che se Sindaco e consiglieri avessero voluto coprire con il manto generoso del danaro pubblico tali dissipazioni, per porre gli inquirenti di fronte al fatto compiuto, avrebbero costretto alcuni consiglieri a predisporre un esposto agli organi competenti. E’ per questo che vengono oggi inoltrati tali esposti affinchè chi di dovere valuti la liceità di tale voto che fa ricadere su tutti i ternani comportamenti non certo da pater familias.
Non solo oggi Di Girolamo, cui la Magistratura ha inviato per dovere d’ufficio tutte le carte di quella richiesta di rinvio a giudizio, con tutti i capi di imputazione, quindi conosce bene l’argomento, ha il dovere morale prima ancora che politico ed amministrativo di costituire il Comune parte civile nel procedimento in cui la Procura della Repubblica di Terni ha dichiarato il Comune “parte lesa”. Al Sindaco competono onori ed oneri e non può sottrarsi dal difendere la comunità cittadina anteponendo, come viceversa ha fatto nella vicenda dell’inceneritore dell’ASM, il vecchio ruolo di segretario di partito a quello di primo cittadino.
L’etica della responsabilità che viene giustamente richiamata ogni giorno dal Presidente Napolitano ma anche dal Segretario del PD Bersani deve essere, anche a Terni, posta a fondamento delle azioni quotidiane e non mera declamazione elettorale.
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