Caso Tallarico, il sindaco minaccia dimissioni: possibili elezioni anticipate per Comune di Terni

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Provincia soppressa, acciaierie in vendita, sede Asl a rischio, elevato inquinamento dell’aria e inceneritore di Maratta di nuovo pronto a bruciare rifiuti: sembra non passare giorno senza che nel futuro di Terni non si affacci qualche scura nube. La città attraversa senz’altro un periodo cruciale ed è chiamata a scelte difficili: per chi ha il compito di amministrarla non mancherebbero quindi argomenti di primaria importanza di cui discutere. Capita invece che, stando a ricostruzioni di alcuni giornali, le riunioni siano interamente dedicate per stabilire chi debba sedere su una poltrona di Palazzo Spada. Questione per la quale il sindaco avrebbe addirittura minacciato le dimissioni.

Amministratori, eletti in consiglio comunale e rappresentati politici del centro sinistra sono in fibrillazione, tanto da ventilare la possibilità di elezioni anticipate, per il “caso Tallarico”. Ecco di cosa si tratta: il 29 ottobre, dopo aver lasciato il Pdl, Carlo Orsini si era dimesso da vicepresidente del Consiglio comunale. Per effetto del regolamento che vede eletti congiuntamente i due vicepresidenti, con le dimissioni di Orsini era decaduto anche l’altro vicepresidente, Davide Tallarico. Lunedì scorso il Consiglio comunale ha così proceduto alla rielezione di due vicepresidenti. L’auspicio del sindaco era che Tallarico (consigliere di CittAperta, omonima lista civica del movimento politico fondato dallo stesso Di Girolamo) fosse nuovamente rieletto, ma così non è stato. Le votazioni a scrutinio segreto del Consiglio comunale hanno premiato Orsini (che è stato rieletto vicepresidente con 12 voti) e Giocondo Talamonti (che ottenendo anche lui 12 voti, ha preso il posto di Tallarico) mentre il designato dal primo cittadino si è fermato a 11 preferenze.

Nell’interpretazione di qualcuno, è apparso come un piccolo incidente di percorso, una volontà del sindaco che i consiglieri comunali, nel segreto delle urne, non hanno voluto rispettare. Quindi per Di Girolamo un boccone amaro da digerire in fretta ed occuparsi di questioni ben più importanti per la città? Nemmeno per sogno. Alcuni giornali riferiscono di una infuocata riunione di mercoledì pomeriggio in cui Di Girolamo ha minacciato le proprie dimissioni. Nella sede del Pd di via Mazzini erano presenti metà dei consiglieri di maggioranza oltre a Mario Giovannetti e Andrea Delli Guanti rispettivamente segretario provinciale del Pd e segretario comunale del Pd.

Sono volati gli stracci.Di Girolamo ha accusato i dissidenti di mancanza di lealtà dichiarando di non essere disposto a continuare in questo modo e ventilando le proprie dimissioni. Giovannetti ha invitato invece Talamonti a dimettersi. Ad un certo punto, il consigliere Boccolini ha realizzato di trovarsi nel bel mezzo di una discussione assurda ed ha lasciato la sala. La battaglia è però proseguita con Vladimiro Orsini che ha difeso l’autonomia del Consiglio. Il sindaco avrebbe ribattuto accusando il Consiglio di danneggiarlo con continue imboscate. Delli Guanti ha invitato tutti a maggiore serietà. Talamonti, al centro della bufera, non appena eletto si era detto pronto ad un passo indietro se a chiederglielo fosse stato Di Girolamo ma nell’infuocata riunione di mercoledì non ha rinnovato i suoi propositi ed ha lasciato la sala prima della conclusione dell’incontro. Giorgio Finocchio e Giampiero Amici avrebbero proposto di andare al voto anticipato.

Un vero e proprio terremoto istituzionale. Una situazione surreale: mentre Terni rischia ogni giorno di perdere pezzi, gli amministratori discutono di come comporre puzzle politici, a chi spetti la poltroncina. Mentre la casa brucia, si litiga per chi debba sedere sul divano.

Ieri è arrivata la versione del lupus in fabula, Davide Tallarico: il consigliere di CittAperta, forse con una certa dose di egocentrismo, si dice convinto che chi non lo ha votato abbia compiuto un atto contro tutta la città. Parla di slealtà, scorrettezza e trae la morale di tutta la vicenda. Questa la sua nota: “Si è tenuta un’importante riunione di maggioranza che, per forza di cose, ha riguardato la vicenda consumatasi lunedì in consiglio, dove non sono stato riconfermato alla vicepresidenza nonostante le indicazioni e gli accordi di maggioranza. E’ giusto fare chiarezza, per rispetto della città e delle istituzioni che mi onoro di rappresentare: per questo ieri sera ho comunicato ufficialmente, come peraltro avevo già fatto, a differenza di altri, dopo l’esito della votazione del Consiglio, la mia non disponibilità a ricoprire né adesso, né in futuro, la carica di vice Presidente del Consiglio comunale. Incarico che credo, anche dopo le attestazioni di stima ricevute negli ultimi giorni da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, locali e regionali, di aver svolto seriamente e con grande rispetto istituzionale. Per stile di vita accetto il verdetto del campo e la serie che esso decreta: perciò non sarò disponibile ad eventuali ripescaggi ed è proprio quello che ho ribadito durante la riunione di maggioranza a tutti i segretari dei partiti della coalizione di centro sinistra e ai colleghi presenti, dopo averli ringraziati per la possibilità offerta”.

“A distanza di due giorni sono sempre più convinto che quanto accaduto in consiglio non sia un’azione contro di me, ma piuttosto contro la città che sta vivendo uno dei momenti più complessi e difficili della sua storia e di tutto avrebbe bisogno ora tranne che di una situazione come questa che rischia di distrarre la nostra attenzione dai temi realmente importanti e decisivi. Proprio per questo, perché amo la mia città, e per senso di responsabilità, faccio un passo indietro. Altri non l’hanno ancora fatto e sarà la città a giudicare i loro comportamenti, scorretti e soprattutto non rispettosi delle istituzioni e dei cittadini che rappresentano. Chi nella vita non è leale è destinato a soccombere, pure se oggi gioisce per una vittoria effimera, ma sono sicuro che coloro che hanno messo in campo questa azione scorretta, saranno valutati dai loro stessi elettori, che mi auguro, in futuro, non rappresenteranno più. Da parte mia, in ogni caso, nessun rancore, ma anzi il ringraziamento a chi mi ha votato nel 2009 e lunedì sera, oltre che a coloro che mi hanno voluto manifestare il proprio sostegno”.

Il consigliere di Terni Oltre, Leo Venturi, in un comunicato critica la minaccia di dimissioni del sindaco per simili questioni ritenendo che Di Girolamo dovrebbe riservare tali iniziative per difendere Terni. Questo il suo comunicato: “Mentre il Sindaco minaccia le dimissioni sugli assetti interni dell’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale, fra l’altro tema prettamente di competenza dello stesso, a Perugia il Consiglio Regionale definisce le condizioni affinché Foligno diventi sede dell’Asl.

La politica ternana si incarta in beghe interne ai partiti della maggioranza lasciando campo libero all’ennesimo esproprio. Sarebbe molto più utile che il Sindaco minacci verifiche e dimissioni per contrastare la marginalizzazione di Terni nel contesto regionale e per chiedere al Governo di difendere con più coraggio e determinazione l’Ast le cui produzioni hanno un valore e un peso importante nel contesto economico e industriale dell’intero Paese.

La politica di retroguardia che caratterizza le istituzioni locali e regionali mette sempre più a rischio il futuro dell’Umbria e della comunità ternana che oggettivamente non sta più nelle condizioni di sostenere una situazione che cancella ogni prospettiva di sviluppo e di crescita. L’unica speranza per invertire questo ‘andazzo’ è quella di alimentare un protagonismo che dal basso imponga alle istituzioni locali e alle forze politiche un cambio di marcia nell’azione amministrativa per tentare di tutelare gli interessi della nostra comunità, interessi sempre più “appaltati” ad altri soggetti istituzionali lontani dalla nostra città”.

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