I primi tre mesi del 2013 segnano per la provincia di Terni un “ulteriore allarmante peggioramento della crisi”. Lo sostiene la Cgil che ha presentato gli ultimi dati sull’andamento congiunturale. Il sindacato ha registrato 594 cessazioni di aziende, contro 415 nuove aperture (per un saldo di meno 179) e un’evoluzione “anomala” degli ammortizzatori sociali, con una forte flessione della cassa integrazione in deroga (-94%) e un netto incremento di quella straordinaria (+58%), utilizzata – è stato spiegato – soprattutto nelle situazioni di cessazione di attività o ristrutturazione ed è spesso l’anticamera dei licenziamenti.
La Cgil ha posto l’accento sulle “sempre più evidenti criticità che i dati descrivono”. Per il segretario generale della Cgil di Terni Attilio Romanelli “siamo chiaramente di fronte ad un’accelerazione della crisi occupazionale e stiamo bruciando sempre più posti di lavoro. Questo segnala, infatti, il calo della deroga, legato anche all’incertezza sulle risorse disponibili, e l’aumento della straordinaria”.
Il sindacalista ha posto l’accento in particolare sulla “desertificazione dell’apparato manifatturiero nel territorio orvietano”, sulla “massiccia perdita di occupazione nell’edilizia, pari ormai al 50% in pochi anni” e sull’altrettanto grave “emorragia nel settore commercio” (-100 aziende nel trimestre).
In riferimento alla vertenza Ast, Romanelli ha poi detto che “non si hanno segnali di diminuzione diretta del lavoro ma di evidenti ripercussioni sull’indotto. Il 5 giugno – ha aggiunto – sarà presentato il nuovo piano siderurgico europeo che conterrà sicuramente tagli importanti alla produzione europea di acciaio inossidabile. Noi chiediamo di capire come sarà difeso il sito ternano in questo contesto, perché leggiamo segnali che non ci piacciono affatto. Non vorremmo – ha aggiunto il segretario della Cgil – che qualcuno pensasse di usare Terni come moneta di scambio per difendere altre produzioni nazionali. Gli inossidabili vanno tenuti separati dall’acciaio comune”.
Altra partita considerata di grande importanza per Terni è quella su Sangemini, dove oggi si è svolta una nuova assemblea con i lavoratori ed è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente. “A fronte di una proprietà totalmente inaffidabile – ha spiegato Alessandro Rampiconi, della segreteria provinciale della Cgil di Terni – i lavoratori sono esasperati e chiedono risposte e certezze sul futuro, che speriamo cominceranno ad arrivare dal tavolo convocato dalla Regione per il prossimo 23 maggio. Intanto dobbiamo registrare un preoccupante calo produttivo dei marchi più remunerativi, a partire dall’acqua Sangemini”.