Un segnale forte per un cambio delle politiche energetiche adottate nell’ultimi anni dalla Regione e dalla Provincia di Terni, rei di disseminare in tutto il territorio umbro centrali elettriche, parchi eolici, inceneritori e centrali mini-idroelettriche, così come sta succedendo ultimamente per la nuova centrale a biomasse in fase di realizzazione ad Arrone. A chiederlo è il comitato “Salviamo la Valnerina”, da alcune settimane il lotta contro il Comune di Arrone e la Provincia per impedire la realizzazione dell’impianto autorizzato ad insaputa della comunità (qui l’articolo). Per sabato mattina il comitato ha organizzato una nuova protesta presso il bivio di Montefranco-Arrone per ribadire ancora una volta il “no” ad impianti energetici che possano danneggiare il territorio e le persone che lo abitano.
“Convinti della nostre ragioni – dichiara in un comunicato il comitato – avendo intenzione di andare fino in fondo nella questione, ci ritroveremo di nuovo in strada. Sabato 23 marzo alle ore 10.30, presso il bivio di Montefranco-Arrone per ribadire ancora una volta la nostra contrarietà alla costruzione della centrale ad olio vegetale e per chiamare le istituzioni locali a prendere una decisione chiara nei confronti di questi progetti che non hanno un’evidente utilità pubblica. Come già abbiamo espresso nel confronto avuto con i rappresentanti della Provincia di Terni, vogliamo vedere un cambio di tendenza nelle politiche energetiche regionali e di conseguenza provinciali. Siamo stanchi di recepire ogni volta decisioni già prese sulle nostre teste e affannarci per arginare situazioni potenzialmente dannose per salute e ambiente. Il problema principale è legislativo. Si continuano a finanziare progetti per produrre energia elettrica ma noi sappiamo che l’Umbria produce già più del dovuto in termini di energia da fonti rinnovabili. Quindi è necessario che la Regione chiarisca, definitivamente, se ulteriori centrali elettriche sono effettivamente necessarie e quante altre ne servono ancora e dove si prevede di costruirle”.
“Se l’Umbria è il cuore verde dell’Italia – continua il comunicato – non si può continuare a disseminare ovunque centrali elettriche, parchi eolici, inceneritori, centraline mini idroelettriche. Si cerchi di dare una politica seria e coerente (!). Chiediamo pertanto di arrivare ad avere una legislazione regionale più restrittiva ed oculata nel settore bioenergetico, che abbia al centro la reale necessità di produrre energia da fonti rinnovabili e non inquinanti, salvaguardando salute, paesaggio, biodiversità, insomma, la qualità della vita, e non gli interessi privati di pochi o dei cosiddetti ‘imprenditori’ dell’energia ‘pulita’. Inoltre, ci teniamo a ribadire la nostra distanza da partiti, movimenti politici, liste civiche e simili che cercano di appropriarsi della nostra lotta e del consenso che stiamo avendo tra i cittadini della Valnerina. Noi rivendichiamo – conclude il comitato – la nostra autonomia politica e organizzativa”.