Consiglio comunale voterà piano d’ambito ma non atto su inceneritore. Protesta del Comitato No Inc

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Lunedì 3 dicembre il Consiglio comunale voterà il piano d’ambito dell’ATI 4 che, almeno per i prossimi 3 anni, ridimensiona drasticamente il ricorso all’incenerimento. La gestione dei rifiuti proposta nel documento presenta diverse ombre sollevate dal Comitato No Inceneritori (qui l’articolo) ma quantomeno esclude che a Terni, nell’immediato, si torni a bruciare rifiuti (l’impianto di Maratta brucerà comunque pulper di carteria avendo ottenuto in passato le necessarie autorizzazioni). Il Comitato ed altre associazioni chiedevano che, come da accordi, il Consiglio si esprimesse anche su un atto di indirizzo esplicitamente contrario all’incenerimento. Tale votazione non risulta invece all’ordine del giorno e le associazioni gridano “vergogna” e invitano i cittadini ad un sit-in di protesta (sotto Palazzo Spada, lunedì 3 dicembre alle ore 15). Rifondazione Comunista e Italia dei Valori, fanno sapere in una nota congiunta, ritengono importante che oltre al piano d’ambito sia votato anche l’atto di indirizzo.

Rabbia delle associazioni ambientaliste Due settimane fa il Comitato insieme a WWF, Italia Nostra e CittadinanzAttiva Terni, dopo aver organizzato un presidio a Palazzo Spada, aveva ottenuto un incontro con i vertici delle istituzioni locali ed aveva raggiunto l’accordo: il Consiglio avrebbe votato un atto di indirizzo contrario all’incenerimento (qui l’articolo). Nei giorni seguenti le stesse associazioni hanno chiesto il rispetto degli impegni presi (qui l’articolo). Ora che all’ordine del giorno non è prevista tale votazione, esprimono la propria rabbia: “Avrebbero dovuto mantenere fede alla parola data pubblicamente durante la riunione straordinaria con capigruppo, Sindaco e Presidente del Consiglio. E’ un fatto vergognoso che un intero Consiglio Comunale non abbia il coraggio nemmeno di presentare un punto all’ordine del giorno in cui si dice che la riaccensione dell’impianto di ARIA spa non è opportuna. Figuriamoci di votarlo”.

Affermano ancora le associazioni ambientaliste: “E’ evidente che chi si trova oggi in Consiglio preferisce vedere riacceso l’impianto e garantire ad ACEA i suoi profitti a scapito di una città che non solo esprime la sua contrarietà, ma ha posto in più di una occasione sul tavolo proposte di modelli alternativi di gestione dei rifiuti, compreso il pulper, per il quale già oggi esistono impianti finalizzati al recupero delle tipologie di scarti contenuti e la loro re-immissione nel ciclo produttivo; il tutto a freddo, quindi senza emissioni. E senza gli incentivi pubblici, che sono il grande affare degli inceneritori”.

“Tutti i consiglieri, per quanto ci riguarda, dovranno spiegare i motivi del mancato rispetto dell’accordo ed assumersi la responsabilità politica della non-scelta fatta. E’ infatti necessario – continua la nota di Comitato No Inceneritori Terni, WWF, Italia Nostra e CittadinanzAttiva Terni – che tutti i soggetti istituzionali coinvolti entrino nel merito, sia quelli con competenze dirette sulla riaccensione dell’impianto sia quelli che solo politicamente possono esprimersi; è assurdo, lo ribadiamo, che a fronte della tecnologia esistente, dei modelli gestionali innovativi quali la Rifiuti Zero, delle innumerevoli richieste di inversione di tendenza che la cittadinanza da anni pone all’Amministrazione, che ancora oggi Terni debba respirare, oltre alle già innumerevoli fonti di inquinamento, anche quella antieconomica e nociva dell’inceneritore di ARIA spa. Diamo appuntamento alle 15,30 sotto Palazzo Spada per un sit-in di protesta”.

Comunicato di Rifondazione Comunista e Italia dei Valori: “La votazione nel Consiglio Comunale di Terni di lunedì 3 dicembre sul Piano d’Ambito dell’ATI 4 è un passaggio fondamentale per l’apertura di una nuova fase di gestione del ciclo dei rifiuti nel nostro territorio e, in prospettiva, nell’intera Regione chiamata l’anno prossimo a definire una nuova fase programmatica in materia.

Nonostante alcuni elementi problematici presenti nel Piano che debbono essere necessariamente risolti nei prossimi mesi, a partire dal raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata prima del 2015 e dalla definizione degli interventi per la minimizzazione del flusso dei rifiuti residuali, non può sfuggire l’elemento di svolta dell’abbandono dell’incenerimento come ipotesi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che rappresenta un punto fermo fondamentale, da fissare con il voto di lunedì prossimo.

Le problematiche legate all’incenerimento dei rifiuti non si esauriscono nell’ambito del ciclo urbano se è vero, come è vero, che da qui a poco riprenderà comunque la sua attività l’impianto di Terni Ena (ora ARIA) che brucerà oltre 100.000 tonnellate l’anno di pulper di cartiera, per la quasi totalità di provenienza extraregionale.

La riattivazione dell’inceneritore (l’ultimo rimasto in vita a Maratta), oltre ad essere dannosa per l’ambiente e per la salute dei cittadini, non apporta nessun valore aggiunto per l’economia del territorio.

Tale attività di incenerimento può oggi essere messa ancora in discussione solo perché la riscrittura del vecchio Piano d’Ambito, ottenuta questa estate, ha scongiurato la stipula di un contratto con ACEA, che avrebbe garantito a Terni Ena l’attività per i prossimi 15 anni.

Per questi motivi il partito della Rifondazione Comunista e dell’Italia dei Valori di Terni chiedono al Consiglio Comunale, subito dopo l’approvazione del Piano d’Ambito, un chiaro pronunciamento sull’inopportunità della riaccensione dell’impianto dell’Acea.

Con tale pronunciamento il Consiglio Comunale rispetterebbe inoltre l’impegno preso con comitati e cittadini nella seduta dello scorso 19 novembre e ciò rappresenterebbe, a nostro avviso, una operazione di trasparenza a cui riteniamo debba sentirsi chiamata tutta la comunità politica di Terni”.

 

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