“Il pareggio di bilancio non ci sarà prima del 2015. Anche il mio successore avrà da fare, ma le condizioni per risolvere i problemi ci sono”: con queste parole rilasciate all’Ansa, l’amministratore apostolico Ernesto Vecchi commenta la situazione economica della Diocesi di Terni dopo l’annuncio della nomina del nuovo vescovo, padre Giuseppe Piemontese.
Vecchi era stato chiamato alla guida della curia nel febbraio 2013 (dopo la nomina del vescovo Vincenzo Paglia a presidente del Pontificio consiglio per la famiglia), soprattutto per mettere ordine alla casse della diocesi, alle prese con un indebitamento che, per stessa ammissione del presule, aveva superato i 20 milioni di euro. “E’ stato un lavoro difficile, ma l’ho fatto volentieri – ha detto – comunque non è finito e sarà ancora lungo. Nel 2014 non si riuscirà a risolvere le pendenze, anche se preferisco non scendere nei numeri”.
L’attività di Vecchi si è concentrata in questi mesi su tre filoni: eliminazione dell’esposizione con le banche, dimezzamento delle spese del personale e rimessa a reddito degli immobili. Grazie al prestito di 12 milioni di euro ad interessi zero concesso dalla Ior, spiega Vecchi, la diocesi ha “appena concluso la rinegoziazione dei debiti con le banche, quindi risolto completamente il problema dell’esposizione. Ma il prestito – ha aggiunto – dovrà essere restituito, non dimentichiamolo”. Gli immobili “sono stati rimessi in ordine per collocarli sul mercato, ma senza svenderli” aggiunge l’amministratore apostolico. Quanto al personale, è stata sospesa la cassa integrazione inizialmente avviata per sei dipendenti.