Principio di ipotermia. E’ questo il responso medico del pronto soccorso di Terni a seguito delle cure prestate ad una ragazzina della prima classe della scuola media “Orazio Nucola”, che, riferisce il Corriere dell’Umbria, si è sentita male a causa del freddo patito all’interno dell’aula. Qui, nella scuola di competenza comunale, i radiatori sono accesi solo dalle ore 7 alle 11: troppo poco per poter riscaldare sufficientemente un’ambiente ampio e datato (costruita nel 1966).
Un problema, quello del riscaldamento nelle scuole pubbliche, che tocca anche gli istituti superiori di competenza provinciale. Nell’articolo di ieri sono stati riportati i malfunzionamenti dei termosifoni cui gli studenti del magistrale e dell’industriale devono far fronte da qualche settimana. Come ci ha fatto sapere un lettore, all’Itis “non soltanto al serale c’è mancanza di riscaldamento, ma in tutto il piano terra anche di mattina, durante le lezioni svolte normalmente dalle 8:00 alle 13:50. Il problema dovrebbe essere un tubo rotto che ormai è in questo stato da 2 settimane circa”.
Non solo Angeloni ed Itis, perché nella morsa del freddo è finito pure il liceo Classico “Tacito”, dove gli studenti arrivano alle lezioni armati di cappotti, guanti e coperte. Qui il problema, come per l’Orazio Nucola, è il poco tempo in cui rimangono accesi i termosifoni oltre alla struttura dell’istituto, come riferisce la preside Chiassai: “Effettivamente c’è freddo nelle aule. I soffitti sono alti e dagli infissi penetrano spifferi. I termosifoni vengono accesi dalle 6 alle 12. C’è differenza notevole con l’anno passato quando restavano accesi tutta la notte per scaldare gli ambienti”.
L’assessore provinciale Piacenti D’Ubaldi assicura: “I problemi di manutenzione al magistrale e gli altri istituti verranno risolti in pochi giorni. Certo, il taglio dei fondi si fa sentire. Abbiamo assicurato il riscaldamento nel pomeriggio solo all’Itis e all’Ipsia dove si fanno corsi serali. Per le altre scuole che effettuano attività pomeridiane, abbiamo chiesto di accorparle in una parte dell’istituto per contenere la spesa”.