Gli affari della Diocesi di Terni, residenza per anziani di Collerolletta: intervista a presidente Actl

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residenza-anziani-collerollettaLa storia della residenza per anziani di Collerolletta, costruita tra il 2005 e il 2011 e rimasta fino ad oggi inutilizzata, chiama in causa a vario titolo la Diocesi di Terni, le due maggiori cooperative rosse di Terni (Actl e “l’ex rossa” Aidas) e l’amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Paolo Raffaelli. Un insieme di autorizzazioni, richieste di trasferimenti, trattative e rogiti che ha inizio nel 2005 quando Aidas e la Diocesi danno vita a Isad srl (19% Aidas, 49% Doces srl di proprietà di esponenti della Diocesi e 32% Coopfond) con l’obbiettivo di edificare e gestire una nuova residenza per anziani a Collerolletta: il terreno era di proprietà della Diocesi che dal Comune ha rapidamente ottenuto il permesso di costruire, le autorizzazioni per i posti letto le aveva Aidas che avrebbe trasferito a Collerolletta l’attività del Tiffany. Poco dopo l’inizio dei lavori, la Diocesi manifesta la volontà di uscire dall’affare; nel 2008, alla Curia subentra la cooperativa Actl insieme a Park Residence. La convivenza in Isad srl tra Aidas e Actl-Park Residence durerà poco e si concluderà con la vendita di tutte le quote ad Aidas. Dopo la versione della presidente Aidas, Loredana Valsenti (qui l’intervista), ecco l’intervista al presidente di Actl, Sandro Corsi.

Che ruolo ha avuto la cooperativa Actl riguardo alla residenza per anziani di Collerolletta?

Per quel che ci riguarda la storia nasce nel ’98. La cooperativa Actl è proprietaria di un terreno in villaggio Matteotti-Nuovo ben ubicato e con destinazione d’area socio-sanitaria; sin dal ’98 il sottoscritto aveva invitato l’allora neopresidente della cooperativa Aidas a ragionare su una partnership importante che poteva dare un nuovo impulso al mondo cooperativo ternano ed umbro ovvero: voi avete le autorizzazioni ai posti letto, Actl ha il terreno e si fa carico dell’edificazione di una nuova struttura dove trasferire l’attività del Tiffany. Invece di fare questo progetto con il mondo cooperativo, anni dopo misero in campo l’operazione di Collerolletta con la Diocesi di Terni. Quindi Actl si è sempre comportata in maniera aperta con Aidas, come con tutte le altre cooperative sociali ternane. Tra l’altro noi, che “saremmo la coop rossa favorita”, è dal 2002 che abbiamo fatto richiesta per l’autorizzazione di residenza protetta a 60 posti letto da edificare proprio su quel terreno di villaggio Matteotti-Nuovo e la Regione ha sempre risposto “no”, mentre Aidas di autorizzazioni di posti letto, a detta della presidente, ne ha 173.

Aidas ha avviato la realizzazione della struttura di Collerolletta insieme a Doces srl di proprietà di esponenti della Diocesi di Terni. Nel 2008 Park Residence e Actl hanno acquistato Doces srl dalla Diocesi. Come è nata questa operazione?

In maniera del tutto fortuita, nell’estate 2007, siamo venuti a sapere dell’intenzione della Curia di voler vendere e ci chiesero se fossimo interessati. Ci furono delle lunghe trattative con la Diocesi e dall’inizio di queste interlocuzioni, io contattai la cooperativa Aidas facendo presente la situazione. In un incontro, durante una colazione di lavoro nel bar-ristorante Salefino, la presidente Valsenti mi disse: “meglio voi, una cooperativa ternana dell’Ati, piuttosto che altri”. Quindi da parte loro non ci fu dissenso al nostro ingresso.

Per l’acquisto di Doces con chi trattavate?

Non è mio costume, ne aziendale, scendere in dettagli personalistici, posso però dire che le trattative sono durate diversi mesi e sono state di assoluta correttezza e trasparenza in tutti gli atti e in tutti i passaggi.

La vostra partecipazione in Isad srl è durata poco, da febbraio 2008 a settembre 2009, poi avete venduto tutte le vostre quote ad Aidas. Come mai?

Aidas aveva il 51% della srl (nel 2008 aveva rilevato le quote di Coopfond ndr), aveva già il controllo totale ma, nonostante alcune affermazioni della presidente in senso contrario, sentiva come un peso la nostra presenza all’interno di questa iniziativa. Inoltre avevamo saputo che Aidas aveva rinnovato per un lungo periodo il contratto di affitto per la struttura del Tiffany e sapevamo che l’autorizzazione da parte della Regione alla realizzazione in Collerolletta era stata data in ragione del trasferimento delle autorizzazioni dei posti letto del Tiffany. A quel punto invece non si pensava più al trasferimento del Tiffany. Noi quindi siamo stati contenti di uscire dal progetto Isad-Aidas perché avevamo capito che Aidas non poteva o non voleva più esitare questi trasferimenti. Alla fine però le scelte sono state prese da loro: Aidas era assolutamente libera di non comprare le quote, aveva assoluta libertà di agire, nessuno li ha obbligati.

Per quanto riguarda la vendita del terreno del parcheggio avvenuta successivamente?

Ben prima che la cooperativa sociale Aidas diventasse proprietaria del 100% di Isad (acquisto avvenuto nel settembre 2009), Loredana Valsenti e Antonio Giovannini (attualmente rispettivamente presidente e vicepresidente Aidas ndr) erano a conoscenza che la Doces (costituita da 40% Actl e 60% Park Residence) vantava un diritto di proprietà sul terreno contermine al fabbricato della realizzanda e pressoché ultimata residenza protetta per anziani di Collerolletta e tale terreno veniva ritenuto essenziale per il rispetto di standard edificatori e d’esercizio. La società Doces (Actl e Park Residence) avrebbe messo a disposizione tale terreno in un quadro unitario e condiviso delle funzioni amministrative e di gestione, ovvero sapevano tutto sin dal febbraio 2008. Chi afferma diversamente, dice il falso.

Con la vendita del parcheggio, Park Residence e Actl sono completamente uscite dall’operazione di Collerolletta.

All’atto finale del pagamento ed acquisizione da parte di Aidas, fra sorrisi e strette di mano, abbiamo visto la soddisfazione della rappresentanza legale di Aidas. Soddisfazione reciproca. Non si entra in un’azienda per boicottarla, si entra in un’azienda perché vada bene, pensando di apportare  risorse e lavoro e progetti. La preoccupazione nostra è stata quando non riuscivamo più a comprendere la finalità dell’immobile di Collerolletta, appreso il rinnovo dell’affitto presso il Tiffany.

La vostra soddisfazione derivava anche dalla rilevante plusvalenza realizzata con l’operazione?

Certo, ma la plusvalenza è stata molto attenuata perché fra acquisto Doces, Terreno ed un consistente accollo dei debiti della stessa oltre a tassazioni varie, abbiamo avuto un costo complessivo di oltre 900.000 euro.

Che fine ha fatto Doces?

E’ stata messa in liquidazione e, dopo aver saldato tutti i debiti, è stata chiusa.

Actl ha effettuato altre operazioni con la Diocesi?

No, noi non avevamo mai avuto rapporti di nessun genere con la Curia e la Diocesi. Anzi, c’è un fattore personale: io sono un credente, ho frequentato l’oratorio e sono cresciuto insieme e con due sacerdoti: don Gianni Colasanti e don Antonio Maniero, oggi entrambi vicari vescovili. Intorno al 2000 venni a sapere che la Diocesi stava formando delle srl per la gestione di scuole ed altro. In una chiacchierata piuttosto franca con don Gianni Colasanti, espressi dei dubbi su queste operazioni: consideravo inopportuno per una Diocesi l’utilizzo della forma giuridica di srl in luogo di fondazioni o altre forme non lucrative. Quindi Actl è rimasta assolutamente al di fuori da tutto, siamo stati spettatori meravigliati, quanto rispettosi, di queste decisioni della Diocesi.

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