Dopo quella dell’improvvisa richiesta di concordato preventivo in bianco, arriva un’altra doccia gelata per i lavoratori della Sangemini. Questa mattina, in un incontro con i sindacati, i vertici dell’azienda hanno parlato di tagli alle produzioni, mancato impiego del personale Fruit e prospettato dubbi sul pagamento delle spettanze dei lavoratori. Nel giro di pochi giorni sembra quindi cambiare tutto: solo una settimana fa l’azienda aveva parlato di una produzione di 70 milioni di bottiglie di acque minerali e la salvaguardia dei livelli occupazionali (qui l’articolo).
In una nota congiunta Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, spiegano che dopo l’incontro, al quale era presente, tra gli altri, il direttore generale dell’azienda Giuseppe Guerra, hanno chiesto la convocazione urgente del tavolo di crisi all’assessorato regionale allo Sviluppo economico. I lavoratori, informati della situazione in assemblea, pur nell’intenzione di garantire l’attività produttiva, si sono dichiarati pronti alla mobilitazione qualora la linea aziendale dovesse restare quella illustrata.
Nel comunicato i sindacati scrivono: “L’azienda ha di fatto smentito il percorso annunciato meno di una settimana fa, che avrebbe dovuto garantire la pace sociale, grazie ad una continuità produttiva che aveva l’obiettivo di 70 milioni di pezzi da produrre durante la stagione estiva, e alla salvaguardia di tutto il perimetro aziendale composto da 136 dipendenti, compresa la Fruit. Il tavolo di oggi infatti doveva essere puramente tecnico per definire l’utilizzo del personale. Invece gli annunci del dott. Guerra hanno cambiato completamente le carte in tavola”. Le organizzazioni sindacali si dicono “fortemente indignate per il modo di gestione aziendale senza un minimo di chiarezza, linearità e trasparenza, soprattutto perché sindacato e lavoratori tutti hanno sempre dimostrato serietà e responsabilità”.