Un imprenditore edile ternano di 65 anni è stato denunciato dalla guardia di finanza per usura: secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo prestava denaro chiedendo indietro interessi fino al 50 per cento. All’indagato sono stati sequestrati 950 mila euro tra conti correnti e depositi, insieme a 28 orologi di lusso, ad una motocicletta Harley Davidson e ad una Lancia Y consegnate dalle vittime “a garanzia delle rate future”.
Sono tre i casi accertati – secondo quanto riferito dagli investigatori in una conferenza stampa a Perugia – di prestiti concessi ad un imprenditore, ad un carrozziere e ad un medico.
Le indagini delle fiamme gialle del comando provinciale di Terni – coordinate dal colonnello Amedeo Farruggio – erano iniziate oltre un anno e mezzo fa, in seguito alla denuncia di una delle vittime. Secondo quanto emerso, la tecnica utilizzata dall’indagato era quella di pretendere beni mobili ed immobili come garanzia da coloro a cui concedeva credito: in questo modo aveva ottenuto migliaia di euro a titolo di interesse, preziosi ed orologi di lusso come Rolex e Cartier dal titolare di un’impresa di installazione di apparecchi da intrattenimento che lo stesso usuraio avrebbe tentato di rilevare.
Col carrozziere invece – è stato riferito – dopo il prestito é stata simulata la compravendita di una Porsche Carrera, con versamento a titolo di caparra di 20 mila euro da parte dell’usuraio.
Tra le vittime c’é anche un anziano medico il quale ha tentato di ripianare un debito di 10 mila euro cedendo all’indagato una Golf ed una Lancia Y appena uscite dal concessionario.
Nel corso dell’inchiesta il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha disposto intercettazioni telefoniche e perquisizioni che hanno portato al sequestro dei beni del 65enne: 720 mila euro tra conti correnti, depositi postali e investimenti, altri 230 mila custoditi in cassette di sicurezza, orologi, moto ed auto.
Il comandante regionale della guardia di finanza, Cristiano Zaccagnini ha spiegato che “l’usura è un reato particolarmente insidioso a causa dello stato di bisogno delle vittime, le quali non riuscendo ad ottenere credito attraverso canali ufficiali decidono di rivolgersi altrove. Questo reato – ha detto – si basa sull’omertà delle stesse vittime, che il più delle volte si vergognano di denunciare”.